Coppa del Mondo di rugby 2011

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Coppa del Mondo di rugby 2011
2011 IRB Rugby World Cup
Ipu o te Ao Whutupōro 2011
Logo della competizione
Competizione Coppa del Mondo di rugby
Sport Rugby a 15
Edizione
Organizzatore New Zealand Rugby e World Rugby[1]
Date dal 9 settembre 2011
al 23 ottobre 2011
Partecipanti 20 (91 alle qualificazioni)
Formula fase a gironi + play-off
Sede finale Eden Park (Auckland)
Direttore Martin Snedden
Risultati
Vincitore Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda
(2º titolo)
Finalista Bandiera della Francia Francia
Terzo Bandiera dell'Australia Australia
Statistiche
Miglior marcatore Bandiera del Sudafrica Morné Steyn (62)
Record mete
Incontri disputati 48
Pubblico 1 477 274
(30 777 per incontro)
I giocatori della Nuova Zelanda festeggiano la conquista della coppa
Cronologia della competizione
Coppa del Mondo di rugby 2007 Coppa del Mondo di rugby 2015

La Coppa del Mondo di rugby 2011 (in inglese 2011 Rugby World Cup; in māori Ipu o te Ao Whutupōro 2011) fu la 7ª edizione della Coppa del Mondo di rugby, massima competizione internazionale di rugby a 15 organizzata dall'International Rugby Board (IRB). Si tenne dal 9 settembre al 23 ottobre 2011 in Nuova Zelanda e fu solo la terza, su sette edizioni fino ad allora disputate, a essersi svolta in un solo Paese, dopo quella del 1995 in Sudafrica e quella del 2003 in Australia.

Il torneo fu ospitato da 12 città e altrettanti stadi. Originariamente avrebbero dovuto essere 13 ma Lancaster Park fu irrimediabilmente danneggiato dal terremoto che colpì Christchurch a sette mesi dall'inizio della competizione e gli incontri previsti in tale struttura furono redistribuiti tra le altre sedi.

A laurearsi campione del mondo fu la Nuova Zelanda, alla sua seconda affermazione dopo la Coppa del Mondo 1987, anch'essa sul proprio terreno; più in generale si trattò della terza volta in cui a vincere il torneo fu la squadra di casa, tenendo anche conto della vittoria sudafricana nella Coppa del Mondo 1995. Gli All Blacks batterono in finale la Francia per 8-7, nella finale con il minor scarto e il minor punteggio complessivo della storia del torneo.

Dal punto di vista dell'impatto mediatico e culturale si trattò dell'evento sportivo con la maggiore affluenza della storia dello sport neozelandese, con non meno di 100000 ospiti provenienti dall'estero.

Il valore delle marcature, come stabilito dall’IRFB nel 1992, era: 5 punti per ciascuna meta (7 se trasformata), 3 punti per la realizzazione di ciascun calcio piazzato, idem per il drop[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Furono tre le federazioni che presentarono, entro la data limite del 31 gennaio 2005, il proprio progetto di organizzazione della Coppa 2011 all'International Rugby Board (IRB): la Nuova Zelanda (NZRU), il Sudafrica (SARU) e il Giappone (JRFU), quest'ultima alla sua prima candidatura ufficiale laddove le altre due già vantavano l'esperienza di un'edizione ciascuna[3][4]. La candidatura della SARU fu in forse fino quasi alla scadenza dei termini in quanto il governo sudafricano stava valutando eventuali conseguenze dall'organizzazione di due rassegne sportive mondiali in un arco di tempo ravvicinato: nel 2010, infatti, ivi avrebbe dovuto tenersi il 19º campionato mondiale di calcio[3]. La JRFU, invece, intendeva dare impulso allo sviluppo della disciplina non solo in Giappone, ma in tutta l'Asia[3]. Per quanto riguarda infine la NRZU, questa ricevette già nel 2001 l'offerta di ospitare congiuntamente all'Australian Rugby Union l'edizione 2003[5], ma problemi interni e l'indisponibilità a modificare il calendario del proprio campionato provinciale durante la competizione avevano portato l'IRB ad affidare alla sola Australia l'organizzazione della Coppa[6]; per prepararsi all'eventualità di ospitare il torneo nel 2011 la NZRU aveva progettato di espandere lo stadio Eden Park di Auckland al fine di rendere economicamente vantaggiosa la propria candidatura[3].

Lancaster Park a Christchurch, dopo il terremoto che lo danneggiò irreversibilmente

Il 17 novembre 2005, dopo quasi un anno di ispezioni presso le strutture dei Paesi candidati, il board dell'IRB riunito a Dublino comunicò ufficialmente l'assegnazione del torneo alla Nuova Zelanda[7] a seguito di ballottaggio vinto contro la candidatura giapponese, essendo stata quella sudafricana scartata al primo voto[7]; agli asiatici non bastò il sostegno esplicito, tra gli altri, di testimonial d'eccellenza come i due ex internazionali inglesi Jason Leonard e Martin Johnson[8].

Il comitato organizzatore rese note le sedi a marzo 2009[9], tre mesi dopo il sorteggio per la composizione dei gironi[10]. Furono designate tredici città e altrettante sedi: esordienti nella manifestazione furono il North Harbour Stadium a North Shore (collettività indipendente che nel 2010 fu inglobata nella municipalità di Auckland), Trafalgar Park a Nelson, lo Yarrow Stadium a New Plymouth, l'Arena Manawatu a Palmerston North e Okara Park a Whangārei[9]; già usate nella Coppa del Mondo 1987 erano altresì Eden Park ad Auckland, anche nel 2011 destinata a ospitare la finale, Lancaster Park a Christchurch, Waikato Stadium ad Hamilton[11], il Rugby Park Stadium a Invercargill, McLean Park a Napier e il Rotorua International Stadium[9]. Infine, Dunedin e la capitale Wellington, che nel 1987 avevano accolto la manifestazione rispettivamente con Carisbrook (chiuso nel 2011[12]) e Athletic Park (chiuso nel 1999 e demolito nel 2000[13]), si ripresentarono al pubblico con i nuovi Forsyth Barr Stadium e Wellington Regional Stadium.

Tuttavia l'organizzazione dovette essere rivista a seguito del terremoto che colpì Christchurch il 22 febbraio 2011: il sisma, di magnitudo 6,3, distrusse numerosi edifici e ne danneggiò gravemente altri, tra cui Lancaster Park, ristrutturato appena un anno addietro[14] e lesionato irreversibilmente in una delle sue tribune, resa pericolante a seguito della liquefazione del suolo su cui poggiava, e per la quale fu proposta la demolizione senza alternative[15]. Un mese e mezzo dopo il sisma l'IRB decise di escludere Christchurch dalla competizione[16]; la riassegnazione delle date di Lancaster Park ad altre sedi innescò un effetto domino che impattò su incontri originariamente previsti su altre città[16]: a titolo di esempio, due incontri dell'Inghilterra furono ricalendarizzati a Dunedin, mentre ScoziaArgentina fu spostata a Wellington ma, contemporaneamente, la stessa Scozia e la Georgia, che avrebbero dovuto incontrarsi nella citata Dunedin, furono a loro volta riallocate a Invercargill[16].

Il torneo[modifica | modifica wikitesto]

Localizzazione dei Paesi qualificati alla Coppa del Mondo 2011

Nonostante la ventilata ipotesi di ritorno a 16 partecipanti, tuttavia mai perseguita con convinzione, l'IRB confermò anche per il 2011 la formula a 20 squadre[17]. A seguito della modifica regolamentare introdotta quattro anni prima che stabiliva la qualificazione automatica alla competizione delle prime tre classificate di ogni girone dell'edizione precedente[18][19] per un totale di 12 squadre, l'insieme dei tornei di qualificazione espresse solo 8 squadre.

Il sorteggio dei gironi avvenne a Londra il 1º dicembre 2008[10], a qualificazioni iniziate da poco, alla presenza dei presidenti dell'IRB, il francese Bernard Lapasset, e del comitato organizzatore del torneo, il neozelandese Jock Hobbs[10]. Ogni girone si compose di tre ammesse di diritto, una per fascia, e due provenienti dalle qualificazioni, all'epoca ancora indeterminate.

Nel girone A, la prima estratta Nuova Zelanda fu accoppiata a Francia e Tonga[10]; le due indeterminate erano Americhe 1 (posto guadagnato dal Canada) e Asia 1 (appannaggio del Giappone). Il girone B vide, insieme all'Argentina, le rivali britanniche Inghilterra e Scozia[10], mentre le due ancora ignote qualificande erano Europa 1 (in seguito rivelatasi essere la Georgia[20]) e Ripescaggi (vinti dalla Romania). Australia, Irlanda e Italia furono sorteggiate insieme nel girone C[10] in attesa del riempimento degli slot riservati a Europa 2 (Russia, al suo esordio nella competizione[20]) e Americhe 2 (Stati Uniti). Infine, nel girone D, Sudafrica, Galles e Figi[10] attesero la qualificata di Oceania 1 (Samoa) e Africa 1 (Namibia).

Rispetto all'edizione precedente, il tabellone delle qualificate fu sostanzialmente identico: 19 delle 20 squadre partecipanti in Francia quattro anni prima sarebbero state presenti anche in Nuova Zelanda. L'unica differenza riguardava l'esordiente Russia, che rimpiazzava il Portogallo[21].

A causa del menzionato terremoto di Christchurch con conseguente chiusura di Lancaster Park, il calendario subì le seguenti variazioni[9][16]:

ArgentinaInghilterra, uno degli incontri più combattuti della fase a gironi
Data Incontro Previsto a Spostato a
10 settembre ArgentinaInghilterra Christchurch Dunedin
11 settembre AustraliaItalia Christchurch Auckland (North Shore)
14 settembre ScoziaGeorgia Dunedin Invercargill
18 settembre InghilterraGeorgia Christchurch Dunedin
25 settembre ArgentinaScozia Christchurch Wellington
1º ottobre AustraliaRussia Christchurch Nelson
8 ottobre Quarto di finale 2 Christchurch Auckland
9 ottobre Quarto di finale 4 Christchurch Auckland

La fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda la leadership del girone A, i padroni di casa della Nuova Zelanda si affermarono nettamente vincendo tutti gli incontri con il bonus mete, unica squadra del torneo capace di tale prestazione[22]; la partita di cartello del raggruppamento, quella contro la Francia, fu vinta 37-17[23]. Nelle posizioni di rincalzo, invece, la stessa Francia mise a rischio la propria qualificazione nell'ultima partita del girone contro gli underdog di Tonga, vincitori 19-14 contro pronostico al termine di una partita che li vide quasi sempre condurre il punteggio[24] ma, grazie al punto di bonus difensivo, la squadra di Marc Lièvremont riuscì a raggiungere la quota per tenere matematicamente il secondo posto nonostante le sole due vittorie nel girone[24]; Tonga pagò la sconfitta precedente contro il Canada[24] che a posteriori vanificò il suo exploit.

Touche tra Australia e Irlanda nella fase a gironi

L'Inghilterra vinse il girone B aggiudicandosi tutti i suoi quattro incontri, sebbene con scarti minimi quelli con le due squadre più competitive del gruppo: solo 4 punti infatti furono il margine contro Argentina (battuta 13-9[25]) e Scozia (16-12[26]). Proprio la sconfitta nel derby britannico costò l'eliminazione agli scozzesi, in precedenza battuti 12-13 dall'Argentina[27], che passò ai quarti da seconda del girone.

La vittoria irlandese sull'Australia nel secondo incontro di entrambe fu la sorpresa del girone C: già gli Wallabies avevano avuto un esordio difficile contro l'Italia, dalla quale furono bloccati sul 6-6 alla fine del primo tempo[28] salvo poi prevalere con quattro mete nella ripresa grazie alla diversa qualità dei ricambi[28], ma contro l'Irlanda non riuscirono ad andare oltre due calci piazzati di James O'Connor né a conquistare il punto di bonus difensivo[28]. La vittoria irlandese complicò il cammino dell'Italia[29], fiduciosa di potersi giocare la qualificazione proprio contro la formazione celtica[29] dopo aver fatto una vittima di prestigio nel Sei Nazioni precedente (la Francia battuta 22-21 allo Stadio Flaminio[30]). Gli Azzurri, dopo avere incamerato i punti alla propria portata (due vittorie con bonus, 53-17 alla Russia[31] e 27-10 agli Stati Uniti[32]), si presentarono a Dunedin all'incontro decisivo che chiudeva il girone contro la squadra capitanata da Brian O'Driscoll: dopo aver terminato il primo tempo in vantaggio 9-6, gli irlandesi piazzarono 27 punti a zero nella ripresa così impedendo per l'ennesima volta all'Italia il passaggio ai quarti di finale[33] e relegando l'Australia al secondo posto.

Il girone D non riservò sorprese: Sudafrica e Galles passarono il turno nell'ordine come prima e seconda, anche se l'incontro diretto tra le due non evidenziò alcuna prevalenza netta: gli Springbok vinsero infatti con un solo punto di scarto, 17-16[34].

Pur non qualificate ai quarti di finale, guadagnarono l'ammissione alla successiva Coppa del Mondo 2015 le quattro terze classificate, in ordine di girone Tonga, Scozia, Italia e Samoa[35].

I play-off[modifica | modifica wikitesto]

L'inaspettata affermazione dell'Irlanda sull'Australia, con conseguente vittoria del girone, generò accoppiamenti nei quarti che tennero i due emisferi separati fino alla finale[36]: infatti nella parte superiore del tabellone figurarono le quattro europee del Sei Nazioni (oltre all'Irlanda, Inghilterra, Francia e Galles) e in quella inferiore le quattro dell'imminente Rugby Championship (Argentina, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda)[36]. Nel primo quarto, il Galles confermò la sua tradizione di imbattibilità nel torneo mondiale contro gli irlandesi (già sconfitti due volte nelle fasi a gironi delle Coppe 1987 e 1995[37]) e vinse nettamente 22-10 una gara dominata fin dall'inizio e solo parzialmente tenuta in bilico dalla meta di Keith Earls in avvio di ripresa che diede all'Irlanda un effimero pareggio durato solo 6 minuti[37]; per la prima volta dal 1987 il Galles entrò tra le prime quattro del mondo[37]. Inghilterra e Francia si incontrarono per la quinta volta nelle fasi a eliminazione del torneo, con i bianchi di Martin Johnson reduci da due vittorie nel 2003 e nel 2007 che avevano spianato loro la strada della finale[38]; all'Eden Park di Auckland fu invece la Francia a prevalere, dopo un primo tempo chiuso 16-0 in cui gli inglesi non erano stati capaci di piazzare neppure un calcio tra i pali con il loro elemento migliore, Jonny Wilkinson[38], alla sua ultima partita internazionale[39]. A poco valse il ritorno inglese, con una meta di Ben Foden e un'altra di Mark Cueto a tre minuti dalla fine che mise la squadra sotto break di 7 punti che si rivelò tuttavia un gap impossibile da colmare[38].

Stephen Donald (qui con i Barbarians), autore dei punti decisivi in finale degli All Blacks

Relativamente invece ai due quarti dell'Emisfero Sud, l'Australia ebbe la meglio 11-9 sul Sudafrica al termine di una partita bloccata[40] in cui fu segnata una sola meta, da parte del Wallaby Horwill, e in cui il punteggio fu deciso solo a 8 minuti dalla fine[40] dopo avere altalenato dall'8-0 per gli australiani al 9-8 per gli Springbok prima dei punti decisivi di O'Connor dalla piazzola[40]. I neozelandesi, invece, faticarono inizialmente contro l'Argentina portatasi inaspettatamente in vantaggio con una meta di Farías Cabello[41] ma Piri Weepu mise a segno 21 punti e altri 12 vennero dalle mete di Kieran Read e Brad Thorn più una trasformazione di Aaron Cruden[41]. Ben più grave fu, per gli All Blacks, la perdita dei due mediani d'apertura in pochi giorni: dopo aver dovuto rinunciare a Dan Carter, infortunatosi in allenamento[41], contro i Pumas anche il suo rimpiazzo Colin Slade, a seguito di un contatto di gioco, dovette abbandonare per sempre la competizione, lasciando così spazio al citato Cruden, non presente nella lista originaria ma tenuto in preallarme[42] e promosso alfine ad apertura titolare per il prosieguo del torneo, e liberando un ulteriore posto in rosa per il quarta scelta Stephen Donald, convocato d'urgenza dalle vacanze[43].

Semifinale tra Australia e Nuova Zelanda ad Auckland

Entrambe le semifinali ebbero luogo all'Eden Park di Auckland. Nella prima l'andamento fu pesantemente condizionato dall'espulsione del flanker Sam Warburton dopo neppure venti minuti di gioco: in uscita da una mischia, questi placcò il francese Vincent Clerc sollevandolo oltre la linea della spalla e lasciandolo ricadere sulla schiena[44], azione a seguito della quale l'arbitro irlandese Alain Rolland mostrò il cartellino rosso al giocatore gallese lasciando così la squadra in 14 elementi per tre quarti di gara[44]. Nonostante la superiorità numerica, la Francia non andò oltre tre calci piazzati di Morgan Parra che, tuttavia, furono sufficienti a sopravanzare la marcatura tra i pali di James Hook, realizzata quando ancora si era in parità di uomini in campo, e la meta di Michael Phillips, dopo la quale il Galles non riuscì più a segnare punti: il risultato finale fu di 9-8 per i francesi che quindi raggiunsero la loro terza finale[44]. Una sola meta fu marcata nell'altra semifinale tra Australia e Nuova Zelanda: gli All Blacks capitalizzarono sulla segnatura di Ma'a Nonu e costrinsero gli avanti avversari all'indisciplina, lucrando numerosi calci che Piri Weepu trasformò in punti: il risultato finale fu un 20-6 in cui gli Wallabies non ebbero mai la possibilità di esprimere il proprio gioco[45].

Le finali per il terzo e il primo posto furono identiche a quelle della I Coppa del Mondo: nella gara di consolazione si affrontarono Australia e Galles ma, a differenza di quanto accadde nel 1987 in cui a vincere furono i britannici[46], ad Auckland prevalse l'Australia 21-18, negando quindi al Galles l'occasione di pareggiare il suo miglior risultato di sempre nella Coppa ottenuto proprio ventiquattro anni prima[47].

La finale, invece, non ebbe un esito diverso rispetto ad allora: la Nuova Zelanda vinse la sua seconda Coppa del Mondo, ma con il minor scarto mai registrato fino ad allora, un solo punto: 8-7 fu il risultato, frutto di una meta per parte (Woodcock per gli All Blacks e Dusautoir per i Bleus[48] ma con il diverso peso dei punti al piede: ai due punti per la trasformazione di François Trinh-Duc si contrapposero i tre punti su calcio piazzato di Stephen Donald[48], messo in campo dopo che pure il terzo mediano d'apertura, Aaron Cruden, si era infortunato in uno scontro di gioco proprio contro Trinh-Duc[49][48]. Tale incrocio di circostanze fece sì che Donald, da giocatore fuori dal progetto del C.T. neozelandese Graham Henry prima della Coppa del Mondo, si trovasse a essere il marcatore dei punti decisivi per la vittoria mondiale degli All Blacks[48][49].

Squadre qualificate[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Qualificazioni alla Coppa del Mondo di rugby 2011 .
Fase Africa Americhe Asia Europa Oceania Ripescaggi
Ammissioni automatiche
Qualificazioni

Impianti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Impianti della Coppa del Mondo di rugby 2011.
Città Impianto Capacità Incontri
Auckland Eden Park 60000 11
Auckland[50] North Harbour Stadium 30000 4
Dunedin Forsyth Barr Stadium 30000 4
Hamilton Waikato Stadium 30000 3
Invercargill Rugby Park Stadium 17000 3
Napier McLean Park 15000 2
Nelson Trafalgar Park 18000 3
New Plymouth Yarrow Stadium 26000 3
Palmerston North Arena Manawatu 15000 2
Rotorua Rotorua International Stadium 26000 3
Wellington Wellington Regional Stadium 40000 8
Whangārei Okara Park 18000 2

Formula[modifica | modifica wikitesto]

Le 20 squadre furono divise in 4 gironi da 5 squadre ciascuna che si affrontarono con il metodo del girone all'italiana. Il punteggio assegnato fu quello in vigore nel Tri Nations dell'Emisfero Sud: 4 punti per la vittoria, 2 ciascuno per il pareggio e zero per la sconfitta e, in aggiunta a ciò, un punto eventuale alla squadra sconfitta con sette o meno punti nonché un ulteriore punto alla squadra autrice di almeno quattro mete nell'incontro, indipendentemente dal risultato[51]. In caso di esclusione di una squadra dal torneo (circostanza comunque non verificatasi) il regolamento prevedeva l'annullamento di tutti gli incontri fino ad allora disputati e l'assegnazione di quattro punti a ciascuna delle altre squadre, con riconteggio anche dei punti fatti e subiti[51].

Le prime due classificate di ogni girone si qualificarono ai play-off e la squadra terza classificata di ogni girone, inoltre, fu automaticamente qualificata alla Coppa del Mondo di rugby 2015 al pari delle otto quartifinaliste[18]. In ordine di abbinamento dal primo al quarto, gli incontri dei quarti di finale furono la vincitrice del girone C contro la seconda del girone D; la vincitrice del girone B contro la seconda del girone A; la vincitrice del girone D contro la seconda del girone C e, infine, la vincitrice del girone A contro la seconda del girone B[51].

Gli accoppiamenti di semifinale furono predeterminati: le vincitrici delle prime due partite si incontrarono nella prima semifinale, quelle delle altre due partite nella seconda semifinale[51]. Le squadre vincenti le semifinali si incontrarono per il titolo di campione del mondo, quelle sconfitte per il terzo posto.

Nelle fasi a eliminazione diretta, al fine di determinare la squadra vincitrice, fu istituito un terzo tempo supplementare dopo i due già previsti dal regolamento generale[51], analogo al golden goal del calcio: la prima squadra che avesse marcato punti avrebbe vinto l'incontro[51]. In caso di ulteriore parità fu previsto uno spareggio ai calci piazzati: ogni squadra aveva a disposizione 5 calci dalla linea dei 22 metri per realizzare, con 5 giocatori diversi tra quelli in campo al fischio finale, il maggior numero di punti[51]; in caso di parità anche dopo tale serie, si sarebbe proceduto a oltranza un calcio per squadra fino a che, a pari numero di calci, una delle due spareggiasse[51].

Entrambe le semifinali e le finali di consolazione e per il titolo si tennero all'Eden Park di Auckland.

Gironi[modifica | modifica wikitesto]

Girone A Girone B Girone C Girone D

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fase a gironi della Coppa del Mondo di rugby 2011.

Girone A[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
9-9-2011 Nuova ZelandaTonga 41-10 Auckland
10-9-2011 FranciaGiappone 47-21 Auckland
14-9-2011 TongaCanada 20-25 Whangārei
16-9-2011 Nuova ZelandaGiappone 83-7 Hamilton
18-9-2011 FranciaCanada 46-19 Napier
21-9-2011 TongaGiappone 31-18 Whangārei
24-9-2011 Nuova ZelandaFrancia 37-17 Auckland
27-9-2011 CanadaGiappone 23-23 Napier
1-10-2011 FranciaTonga 14-19 Wellington
2-10-2011 Nuova ZelandaCanada 79-15 Wellington

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
A1 Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 4 4 0 0 240 49 +191 4 20
A2 Bandiera della Francia Francia 4 2 0 2 124 96 +28 3 11
A3 Bandiera delle Tonga Tonga 4 2 0 2 80 98 -18 1 9
Bandiera del Canada Canada 4 1 1 2 82 168 -86 0 6
Bandiera del Giappone Giappone 4 0 1 3 69 184 -115 0 2

Girone B[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
10-9-2011 ScoziaRomania 34-24 Invercargill
10-9-2011 ArgentinaInghilterra 9-13 Dunedin
14-9-2011 ScoziaGeorgia 15-6 Invercargill
17-9-2011 ArgentinaRomania 43-8 Invercargill
18-9-2011 InghilterraGeorgia 41-10 Dunedin
24-9-2011 InghilterraRomania 67-3 Dunedin
25-9-2011 ArgentinaScozia 13-12 Wellington
28-9-2011 GeorgiaRomania 25-9 Palmerston North
1-10-2011 InghilterraScozia 16-12 Auckland
2-10-2011 ArgentinaGeorgia 25-7 Palmerston North

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
B1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 4 4 0 0 137 34 +103 2 18
B2 Bandiera dell'Argentina Argentina 4 3 0 1 90 40 +50 2 14
B3 Bandiera della Scozia Scozia 4 2 0 2 73 59 +14 3 11
Bandiera della Georgia Georgia 4 1 0 3 48 90 -42 0 4
Bandiera della Romania Romania 4 0 0 4 44 169 -125 0 0

Girone C[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
11-9-2011 AustraliaItalia 32-6 Auckland
11-9-2011 IrlandaStati Uniti 22-10 New Plymouth
15-9-2011 RussiaStati Uniti 6-13 New Plymouth
17-9-2011 AustraliaIrlanda 6-15 Auckland
20-9-2011 ItaliaRussia 53-17 Nelson
23-9-2011 AustraliaStati Uniti 67-5 Wellington
25-9-2011 IrlandaRussia 62-12 Rotorua
27-9-2011 ItaliaStati Uniti 27-10 Nelson
1-10-2011 AustraliaRussia 68-22 Nelson
2-10-2011 IrlandaItalia 36-6 Dunedin

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
C1 Bandiera dell'Irlanda Irlanda 4 4 0 0 135 34 +101 1 17
C2 Bandiera dell'Australia Australia 4 3 0 1 173 48 +125 3 15
C3 Bandiera dell'Italia Italia 4 2 0 2 92 95 -3 0 10
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 4 1 0 3 38 122 -94 0 4
Bandiera della Russia Russia 4 0 0 4 57 196 -139 1 1

Girone D[modifica | modifica wikitesto]

Data Incontro Risultato Sede
10-9-2011 FigiNamibia 49-25 Rotorua
11-9-2011 SudafricaGalles 17-16 Wellington
14-9-2011 SamoaNamibia 49-12 Rotorua
17-9-2011 SudafricaFigi 49-3 Wellington
18-9-2011 GallesSamoa 17-10 Hamilton
22-9-2011 SudafricaNamibia 87-0 Auckland
25-9-2011 FigiSamoa 7-27 Auckland
26-9-2011 GallesNamibia 81-7 New Plymouth
30-9-2011 SudafricaSamoa 13-5 Auckland
2-10-2011 GallesFigi 66-0 Hamilton

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
D1 Bandiera del Sudafrica Sudafrica 4 4 0 0 166 24 +142 2 18
D2 Bandiera del Galles Galles 4 3 0 1 180 34 +146 3 15
D3 Bandiera di Samoa Samoa 4 2 0 2 91 49 +42 2 10
Bandiera delle Figi Figi 4 1 0 3 59 167 -108 1 5
Bandiera della Namibia Namibia 4 0 0 4 44 266 -222 0 0

Play-off[modifica | modifica wikitesto]

  Quarti di finale Semifinali Finale
                           
  8 ottobre, Wellington
  C1  Bandiera dell'Irlanda Irlanda 10  
  D2  Bandiera del Galles Galles 22     15 ottobre, Auckland
     Bandiera del Galles Galles 8  
  8 ottobre, Auckland    Bandiera della Francia Francia 9  
  B1  Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 12
  A2  Bandiera della Francia Francia 19     23 ottobre, Auckland
     Bandiera della Francia Francia 7
  9 ottobre, Wellington      Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 8
  D1  Bandiera del Sudafrica Sudafrica 9  
  C2  Bandiera dell'Australia Australia 11     16 ottobre, Auckland Finale 3º posto
     Bandiera dell'Australia Australia 6 21 ottobre, Auckland
  9 ottobre, Auckland    Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 20    Bandiera del Galles Galles 18
  A1  Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 33  Bandiera dell'Australia Australia 21
  B2  Bandiera dell'Argentina Argentina 10  

Quarti di finale[modifica | modifica wikitesto]

Wellington
8 ottobre 2011, ore 18 UTC+12
Irlanda Bandiera dell'Irlanda10 – 22
referto
Bandiera del Galles GallesRegional Stadium (35787 spett.)
Arbitro: Bandiera del Sudafrica Craig Joubert

Auckland
8 ottobre 2011, ore 20:30 UTC+12
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra12 – 19
referto
Bandiera della Francia FranciaEden Park (49105 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Australia Steve Walsh

Wellington
9 ottobre 2011, ore 18 UTC+12
Sudafrica Bandiera del Sudafrica9 – 11
referto
Bandiera dell'Australia AustraliaRegional Stadium (34914 spett.)
Arbitro: Bandiera della Nuova Zelanda Bryce Lawrence

Auckland
9 ottobre 2011, ore 20:30 UTC+12
Nuova Zelanda Bandiera della Nuova Zelanda33 – 10
referto
Bandiera dell'Argentina ArgentinaEden Park (57192 spett.)
Arbitro: Bandiera del Galles Nigel Owens

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

Auckland
15 ottobre 2011, ore 21 UTC+12
Galles Bandiera del Galles8 – 9
referto
Bandiera della Francia FranciaEden Park (58630 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Irlanda Alain Rolland

Auckland
16 ottobre 2011, ore 21 UTC+12
Australia Bandiera dell'Australia6 – 20
referto
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova ZelandaEden Park (60087 spett.)
Arbitro: Bandiera del Sudafrica Craig Joubert

Finale per il 3º posto[modifica | modifica wikitesto]

Auckland
21 ottobre 2011, ore 20:30 UTC+12
Galles Bandiera del Galles18 – 21
referto
Bandiera dell'Australia AustraliaEden Park (53014 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Wayne Barnes

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Auckland
23 ottobre 2011, ore 21 UTC+12
Francia Bandiera della Francia7 – 8
referto
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova ZelandaEden Park (61079 spett.)
Arbitro: Bandiera del Sudafrica Craig Joubert

Il post-torneo[modifica | modifica wikitesto]

Graham Henry con l'onorificenza da cavaliere

Il giorno successivo alla vittoria, la squadra fu portata in parata per le strade di Auckland[52] per celebrare la fine di un digiuno mondiale durato 24 anni[52]. Il C.T. della Nuova Zelanda, Graham Henry, dopo la vittoria annunciò di non voler prolungare il contratto con la federazione, in scadenza al termine della competizione[53]; poche settimane più tardi fu insignito dell'onorificenza di cavaliere dell'Ordine al merito della Nuova Zelanda[54]; Henry fu seguito, nella decisione di dimettersi dall'incarico, anche dal suo vice Wayne Smith[52].

Il giorno dopo la finale Thierry Dusautoir vinse il premio di miglior giocatore IRB dell'anno[55], primo francese ad aggiudicarsi tale riconoscimento nove anni dopo Fabien Galthié[55].

Prima della disputa del torneo, il presidente dell'IRB Bernard Lapasset aveva ventilato che quella avrebbe potuto essere l'ultima volta che a un Paese come la Nuova Zelanda fosse data l'opportunità di organizzare una Coppa del Mondo, per varie ragioni: strutture troppo poco capienti e bacino d'utenza scarso per generare introiti da stadio[52] e fuso orario troppo sbilanciato per il pubblico europeo, costretto a guardare gli incontri al mattino[52]; tuttavia dopo i risultati positivi della manifestazione il board dell'IRB tornò sui dubbi espressi e si dichiarò disponibile a riconsiderare future candidature del Paese[52]. Il ministero neozelandese per gli affari e il commercio estero preventivò circa 95000 visitatori in occasione della Coppa del Mondo, grazie ai quali sarebbe stato il maggior evento sportivo dell'anno per affluenza[56]. Le cifre a consuntivo certificarono non meno di 100000 turisti, con apporto di circa 750000000 NZD nell'economia del Paese[57]. Fu venduto l'87% dei biglietti disponibili per un incasso lordo di circa 268700000 NZD[58], maggior ricavo economico da una manifestazione sportiva nel Paese, 11 volte superiore a quello realizzato per il tour dei British Lions del 2005, fino ad allora l'evento più redditizio in Nuova Zelanda[58].

Giudicati da primato anche i dati di audience televisiva, considerato il fuso orario sfalsato di mezza giornata con la maggior parte del pubblico dell'Emisfero Nord (+11 sulle isole britanniche e +10 sull'Europa continentale occidentale)[59]: in Francia la semifinale in cui i Bleus batterono il Galles fu vista da circa 9500000 milioni di spettatori (share 73%) nonostante il calcio d'inizio alle ore 10 dell'Europa centrale[59]; nel Regno Unito la stessa partita, alle 9 del mattino, fu vista da 5900000 spettatori su ITV con una punta di 6600000 nel finale (share 58%)[59]. In patria la semifinale tra All Blacks e Wallabies fu vista da circa 1970000 spettatori (la popolazione neozelandese è di circa 5000000 di abitanti)[59], mentre contemporaneamente in Australia (circa 18000000 di abitanti) davanti al televisore furono in 3234000[59], seconda miglior audience nel Paese per un incontro del codice a XV dopo la finale mondiale di Sydney contro l'Inghilterra di otto anni prima (più di 4 milioni[59]).

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche della Coppa del Mondo di rugby 2011.

A differenza di 24 anni prima, quando i campioni del mondo degli All Blacks primeggiarono anche nelle classifiche individuali, nel 2011 i record furono appannaggio di giocatori di varie squadre: il francese Vincent Clerc e l'inglese Chris Ashton si aggiudicarono la palma di migliori realizzatori di mete con 6 ciascuno; il neozelandese campione del mondo Israel Dagg fu secondo a 5, ma in condominio con l'irlandese Keith Wood e l'australiano Adam Ashley-Cooper[60].

La classifica dei punti fu, invece, appannaggio del sudafricano Morné Steyn che, a quota 62, fu, e al 2019 ancora è, il vincitore con il più basso score di tale graduatoria[61][62]; dietro di lui l'australiano James O'Connor (52) e il tongano Kurt Morath (45).

Il XV titolare del Sudafrica in campo contro l'Australia in semifinale assommava 836 incontri (media 55,7 a giocatore): si trattò all'epoca della squadra con più presenze complessive mai scese in campo in un test match[61]. Il neozelandese Brad Thorn, a 36 anni e 262 giorni, fu il più anziano giocatore a disputare una finale di Coppa del Mondo e, a fortiori, a vincerla[61]. Ugualmente, il gallese George North, a 19 anni e 166 giorni, divenne il metaman più giovane nella competizione contro la Namibia nella fase a gironi[61]. La semifinale di torneo tra Francia e Galles fu la 14ª, e ultima, direzione di gara dell'irlandese Alain Rolland in Coppa del Mondo, all'epoca un record[61] poi superato da Nigel Owens nel 2019.

Copertura televisiva[modifica | modifica wikitesto]

Il torneo fu visto in tutti e cinque i continenti, in buona parte grazie all'emittente statunitense Showtime che ritrasmise tutti e 48 gli incontri in Asia (escluso l'estremo Oriente) e Africa (esclusa quella meridionale)[63]. Per quanto riguarda i Paesi del Sei Nazioni e del Rugby Championship, fatto salvo il principio che per ognuno di essi almeno un canale trasmise in diretta tutte le partite della propria squadra nazionale, nel Regno Unito la copertura completa fu a cura di ITV[63]; in Repubblica d'Irlanda l'emittente privata Setanta coprì tutti i 48 incontri mentre quella di Stato RTÉ trasmise l'incontro d'apertura e a seguire, tutta la fase a eliminazione dai quarti alla finale[63]. In Francia nessun canale trasmise tutti e 48 gli incontri in diretta: Eurosport li trasmise tutti in differita in Pay TV[63]; Canal+ fece lo stesso su Canal+ Sport ma ne trasmise anche 28 in diretta in chiaro via satellite[63]; France Télévisions ne trasmise 28 in chiaro su terrestre e TF1 ne trasmise 20 in diretta in chiaro tra cui l'incontro d'apertura e un incontro a scelta a settimana per girone e tutta la fase eliminazioni meno due quarti di finale[63]. In Italia Sky Sport trasmise un incontro a scelta a settimana per ogni girone e tutta la fase a eliminazione[63].

Nell'emisfero sud, altresì, in Argentina ESPN trasmise in diretta 30 incontri tra cui tutta la fase a eliminazione[63]; in Sudafrica SABC garantì la diretta di metà degli incontri tra cui quello d'apertura, due quarti, una semifinale e la finale per il titolo; in Australia Premier Media Group trasmise tutti i 48 incontri in diretta, e in Nuova Zelanda l'emittente di Stato TVNZ trasmise in diretta l'incontro d'apertura, 2 quarti, le semifinali e le finali più 8 differite; Māori TV trasmise 16 incontri in diretta e 32 in differita; TV3 l'incontro a gironi tra Nuova Zelanda e Francia più 2 quarti, le semifinali e la finale e in aggiunta 8 incontri in differita[63].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ All’epoca sotto il nome di International Rugby Board
  2. ^ (EN) Rugby Rules Changed for Faster Game, in The Canberra Times, 17 aprile 1992, p. 18. URL consultato il 15 dicembre 2021. Ospitato su Biblioteca nazionale australiana.
  3. ^ a b c d (EN) Three nations bid to host the 2011 Rugby World Cup — New Zealand, Japan, and South Africa, in ABC, 1º febbraio 2005. URL consultato il 15 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2016).
  4. ^ (EN) Three bids for 2011 World Cup, in BBC, 13 maggio 2005. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  5. ^ (EN) IRB confirms Australia as 2003 World Cup hosts, in ESPN, 15 gennaio 2001. URL consultato il 16 febbraio 2021.
    «The International Rugby Board (IRB) insisted on Monday that Australia were still confirmed as co-hosts with New Zealand for the 2003 World Cup»
  6. ^ (EN) New Zealand loses Cup status, in BBC, 8 marzo 2002. URL consultato il 17 agosto 2020.
  7. ^ a b (EN) New Zealand handed 2011 World Cup, in BBC, 17 novembre 2005. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  8. ^ (EN) Johnson backs Japan 2011 RWC bid, in BBC, 17 ottobre 2005. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  9. ^ a b c d (EN) RWC 2011 fixtures and pool venues announced, su rugbyworldcup.com, International Rugby Board, 12 marzo 2009. URL consultato il 15 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2009).
  10. ^ a b c d e f g (EN) Rugby World Cup 2011 pool draw confirmed, in ESPN, 1º dicembre 2008. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  11. ^ All'epoca noto come Rugby Park.
  12. ^ (EN) All Blacks pass Fijian exam, in ESPN, 22 luglio 2011. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  13. ^ (EN) Tom Hunt, Flashback: Last test at Athletic Park, in Stuff, Fairfax Media, Ltd., 23 giugno 2015. URL consultato il 2019-15-12.
  14. ^ (EN) Stadium opens after Cup facelift, in The New Zealand Herald, 21 gennaio 2010. URL consultato il 10 dicembre 2019.
  15. ^ (EN) Sam Sachdeva, Stadium report grim news for Christchurch, in Stuff, 10 agosto 2011. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  16. ^ a b c d (EN) Rugby World Cup matches moved from Christchurch, in BBC, 30 marzo 2011. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  17. ^ (EN) Twenty teams to compete at Rugby World 2011, su rugbyworldcup.com, International Rugby Board, 30 novembre 2007. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2010).
    «Prior to RWC 2007 the IRB stated that it would review the number of participating teams for future Rugby World Cups. […] The developing nations at Rugby World Cup 2007 have produced significantly enhanced performances since RWC 2003. […] Based on this […] the Council had no hesitation in approving the recommendation from the RWCL Board that 20 teams participate at the 2011 tournament.»
  18. ^ a b (EN) Changes to RWC 2011 structure, in Sports 24, 4 settembre 2008. URL consultato il 3 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2014).
  19. ^ (EN) Qualifying changes for 2011 RWC, in BBC, 10 maggio 2007. URL consultato il 16 febbraio 2021.
  20. ^ a b (EN) Russia and Georgia qualify for Rugby World Cup, in Scrum, ESPN, 28 febbraio 2010. URL consultato il 1º novembre 2014.
  21. ^ Wise, 2018, p. 52.
    «Despite previous efforts to encourage new nations to enter RWC qualification rounds, 2011 saw one difference from 2007: Russia qualified, Portugal did not.»
  22. ^ (FR) Les chiffres de la Coupe du Monde 2011, su rugbyworldcup.com, World Rugby, 24 ottobre 2011. URL consultato il 18 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2021).
  23. ^ (EN) James Standley, Rugby World Cup 2011: New Zealand 37-17 France, in BBC, 24 settembre 2011. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  24. ^ a b c (EN) James Standley, Rugby World Cup 2011 Pool A: France 14-19 Tonga, in BBC, 1º ottobre 2011. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  25. ^ (EN) Robert Kitson, England lucky to escape with win against Argentina in opening game, in The Guardian, 10 settembre 2011. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  26. ^ (EN) Tom Fordyce, Rugby World Cup 2011: England 16-12 Scotland, in BBC, 1º ottobre 2011. URL consultato il 18 febbraio 2021.
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  28. ^ a b c (EN) Rugby World Cup 2011: Australia 6-15 Ireland, in BBC, 17 settembre 2011. URL consultato il 19 febbraio 2021.
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  31. ^ Claudio Lenzi, Italia, 9 mete alla Russia. Scatta il bonus: 53-17, in la Gazzetta dello Sport, 20 settembre 2011. URL consultato il 19 febbraio 2021.
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  35. ^ (EN) RWC 2011: Overview, su rugbyworldcup.com, World Rugby. URL consultato il 20 febbraio 2021.
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  37. ^ a b c (EN) Gareth Roberts, Rugby World Cup 2011: Wales 22-10 Ireland, in BBC. URL consultato il 20 febbraio 2021.
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  54. ^ (EN) Andrew Alderson, Superhero Henry can save cricket, in The New Zealand Herald, 15 luglio 2012. URL consultato il 24 dicembre 2012.
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  63. ^ a b c d e f g h i (EN) Where can I watch RWC 2011?, su rugbyworldcup.com, World Rugby, 2 gennaio 2011. URL consultato il 12 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2011).

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