Contagion (film 2011)

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Contagion
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Titolo originaleContagion
Lingua originaleinglese, mandarino, cantonese, italiano
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2011
Durata106 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico, thriller
RegiaSteven Soderbergh
SoggettoScott Z. Burns
SceneggiaturaScott Z. Burns
ProduttoreMichael Shamberg, Stacey Sher, Gregory Jacobs
Produttore esecutivoJeff Skoll, Michael Polaire, Jonathan King, Ricky Strauss
Casa di produzioneDouble Feature Films, Participant Media, Warner Bros. Pictures, Imagenation Abu Dhabi
Distribuzione in italianoWarner Bros. Pictures
FotografiaPeter Andrews
MontaggioStephen Mirrione
Effetti specialiMichael Ahasay
MusicheCliff Martinez
ScenografiaHoward Cummings
CostumiLouise Frogley
TruccoKate Biscoe
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Contagion è un film del 2011 diretto da Steven Soderbergh, con protagonisti Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Bryan Cranston.

Il film affronta il tema della diffusione di una malattia nuova e letale, causata da un virus trasmesso da goccioline respiratorie e fomiti, del tentativo inutile da parte di ricercatori medici e ufficiali di salute pubblica di identificare e contenere il virus, della conseguente perdita di ordine sociale in una tragica pandemia e dell'introduzione di un vaccino per fermarne la diffusione.[1] Per seguire diverse trame il film fa uso dello stile multi-narrativo "hyperlink", utilizzato in diversi film di Soderbergh.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Non parlare con nessuno. Non toccare nessuno.»

Dopo essere tornata da Hong Kong per un viaggio d'affari, Beth Emhoff inizia a sentirsi male, accusando inizialmente quelli che sembrano i sintomi di una banale influenza, ai quali, nel giro di poco tempo, si aggiungono delle forti convulsioni; portata velocemente in ospedale, muore poco dopo il ricovero e, a seguito dell'autopsia sul suo corpo, si scopre che era stata infettata da un virus mai osservato in precedenza, suscitando immediata preoccupazione. La donna viene quindi ritenuta la prima persona conosciuta ad aver contratto la malattia causata da tale virus. Nella ricerca di una possibile cura, il dottor Ellis Cheever, capo del CDC, incarica la dottoressa Ally Hextall di indagare sui primi decessi. Contemporaneamente la dottoressa Leonora Orantes viene inviata in un villaggio cinese alla ricerca del paziente zero. Grazie alle prime indagini viene scoperto che il virus sta ancora mutando e che il ceppo originario della malattia si è diffuso per un incrocio di virus tra pipistrello e maiale e colpisce polmoni e sistema nervoso, motivo per cui il virus viene indicato con la sigla MEV-1 (meningo-encephalic virus). La gravità della situazione è subito evidente al CDC per via dell'alta contagiosità, della mancanza di una terapia e della mancanza di un vaccino.

Tra la popolazione, che vede la malattia proliferare senza che vi siano rimedi efficaci, si diffonde il panico. Alan Krumwiede, un blogger che si occupa di teorie del complotto, decide di lucrare sulla situazione e si accorda con un'azienda produttrice di un rimedio omeopatico a base di forsizia per far credere che questo preparato possa curare il virus. Dichiarando sul suo blog di aver contratto la malattia e di essere poi guarito grazie alla forsizia, ottiene milioni di contatti, mentre nel mondo il virus si diffonde e miete milioni di vittime, nonostante molte nazioni stiano tentando di contenerlo chiudendo tutte le proprie attività ed impedendo alle persone di uscire di casa. Il dottor Cheever annuncia alla dottoressa Hextall che il virus è troppo pericoloso e dovrà essere trattato con livello di Biosicurezza 4. Il dottor Ian Sussman, tuttavia, contravviene all'ordine del dottor Cheever e riesce a far riprodurre il virus in colture virali, passo fondamentale nella ricerca di una terapia, che nessun laboratorio fino a quel momento era riuscito a ottenere. Durante l'organizzazione medica dei siti dove collocare i numerosi infetti da MEV-1, la stessa dottoressa Erin Mears contrae la malattia, morendo in uno dei luoghi che ella stessa aveva dato ordine di organizzare.

Dopo circa 2 mesi è pronto un vaccino intranasale; esso dovrebbe passare attraverso la lunga fase della sperimentazione clinica, ma la dottoressa Hextall, per permetterne un'approvazione più veloce, decide di testarlo su sé stessa. La stessa dottoressa farà visita al padre, precedentemente infettato dal virus, per testare il vaccino, che risulta essere efficace. Dopo che il vaccino è stato approvato, non essendocene ancora scorte sufficienti per la somministrazione in contemporanea a tutti, si decide di somministrarlo gradualmente, basandosi sull'estrazione a sorte delle date di nascita dei cittadini per determinare un ordine di ricezione del vaccino.

Molte persone, tuttavia, convinte da Krumwiede, spingono perché il vaccino non venga imposto a tutti. Il blogger viene infine arrestato ed accusato di cospirazione, truffa e omicidio colposo: le analisi mediche sullo stesso Krumwiede dimostrano infatti che l'uomo non presenta anticorpi contro il virus MEV-1, quindi non ne è mai stato affetto, e ciò dimostra che la cura omeopatica a base di forsizia era un inganno. Quando ormai il vaccino è stato prodotto in dosi sufficienti per fermare la pandemia in tutto il mondo, con il virus che ha ucciso circa 26 milioni di persone, il dottor Cheever rinuncia alla propria dose e la dona al figlio di un guardiano, che aveva assistito ad una telefonata con cui il dottore aveva indebitamente sfruttato la propria posizione per far fuggire la moglie da Minneapolis prima che la città venisse messa in quarantena.

Nel finale viene mostrato com'è avvenuta la trasmissione iniziale del virus. Le pale meccaniche di una ruspa di proprietà dell'azienda per cui lavorava Beth Emhoff abbattono alcune palme da banane in una foresta nei pressi di Hong Kong, disturbando alcuni pipistrelli che si spostano all'interno di un capannone dove vengono allevati dei suini; viene inquadrato un pipistrello che, nell'atto di nutrirsi di un pezzo di banana prelevato dalla palma da cui è fuggito, ne lascia cadere un pezzo tra i maiali sottostanti, uno dei quali lo mangia; successivamente tale maiale viene ucciso e portato in un ristorante del centro di Hong Kong, dove viene maneggiato a mani nude dallo chef. Lo stesso cuoco, senza essersi lavato le mani successivamente al contatto con la bocca del suino, stringe la mano a Beth Emhoff, che si trova proprio in quel ristorante durante il viaggio di lavoro per la propria azienda, facendola diventare la paziente zero.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla loro collaborazione al film The Informant! (2009), Soderbergh e lo sceneggiatore Scott Z. Burns hanno discusso un film relativo alla rapida diffusione di un virus, ispirato ad epidemie come l'epidemia di SARS del 2002-2004 e la pandemia influenzale del 2009-2010. Nella preparazione della sceneggiatura Burns si è consultato con rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della sanità e con medici esperti, come W. Ian Lipkin e Larry Brilliant. Il film è stato un successo di critica e di incassi, ed è stato particolarmente apprezzato per l'accuratezza scientifica[senza fonte].

Nel febbraio 2010 venne annunciato il progetto del film, con la notizia che Matt Damon e Jude Law sarebbero riapparsi assieme in Contagion dopo Il talento di Mr. Ripley del 1999.[4] Kate Winslet e Marion Cotillard si sono unite al cast nel corso dello stesso mese.[5]

Con un budget di 60 milioni di dollari,[6] le riprese del film sono iniziate ad Hong Kong il 25 settembre 2010, proseguendo fino a febbraio 2011. I luoghi delle riprese comprendono Atlanta, Chicago, Minneapolis, San Francisco, Dubai, Giappone, Svizzera, Regno Unito, Brasile, Russia e Malaysia.[7] Sono state girate anche alcune scene nell'aeroporto di Hong Kong.[8]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 luglio 2011 è stato pubblicato il primo trailer ufficiale del film[9] ed il 28 agosto dello stesso anno è stato distribuito il trailer in lingua italiana.[10]

Il film è stato presentato fuori concorso alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia in anteprima mondiale il 3 settembre 2011.[11] Durante la sua presenza alla Mostra del cinema, il regista ha smentito le voci sul suo ritiro dalla scena cinematografica.[12]

Il film è uscito nelle sale statunitensi e italiane a partire dal 9 settembre 2011.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

In totale il film ha incassato negli Stati Uniti 75 milioni di dollari e negli altri paesi 61 milioni di dollari, per un totale complessivo di 136 milioni di dollari.[13]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Contagion ha ricevuto recensioni positive da parte di commentatori cinematografici. Su Rotten Tomatoes l'84% dei critici (sulla base di 269 recensioni) ha dato una recensione positiva, con un punteggio medio di 7,09/10. Sul sito viene definito "teso, con una trama ben strutturata e supportato da un cast stellare, Contagion è un film catastrofico eccezionalmente intelligente e pauroso"[14]. Su Metacritic, che assegna un punteggio standardizzato basato su recensioni da parte di critici mainstream, il film ha ricevuto un punteggio medio di 70/100, sulla base di 38 recensioni, indicante "recensioni generalmente favorevoli".[15]

Casi mediatici[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha avuto un picco di popolarità durante gli anni della pandemia di COVID-19,[16][17] poiché la pandemia descritta nel film e la risposta della comunità internazionale ad essa presentano molte somiglianze con ciò che è realmente avvenuto in tale periodo in tutto il mondo.[18]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il virus immaginario MEV-1 presente nel film è in gran parte basato sul virus Nipah[19].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kristen Rogers, 'Contagion' vs. coronavirus: The film's connections to a real life pandemic, su CNN, 2 aprile 2020. URL consultato il 6 aprile 2020.
  2. ^ Emilia Iuliano, Contagion, i character poster della paura, in Best Movie, 10 agosto 2011. URL consultato l'11 maggio 2022.
  3. ^ Character poster con Marion Cotillard (JPG), in MYmovies.it. URL consultato l'11 maggio 2022.
  4. ^ (EN) Matt Damon, Jude Law catch 'Contagion', su showbizandstyle.inquirer.net. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2010).
  5. ^ (EN) Stars line up for Soderbergh project, su variety.com. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2012).
  6. ^ (EN) Achoos of Death Are Film’s Scourge, su nytimes.com. URL consultato il 29 agosto 2011.
  7. ^ (EN) Open cattle calls for Steven Soderbergh film 'Contagion' background performers, su examiner.com. URL consultato il 29 agosto 2011.
  8. ^ (EN) Soderbergh to Shoot 'Contagion' in Hong Kong, su blog.moviefone.com. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2013).
  9. ^ Attenti al contagio nel primo trailer di Contagion di Steven Soderbergh, su frenckcinema.altervista.org. URL consultato il 14 luglio 2011.
  10. ^ Contagion, il trailer italiano, su bestmovie.it. URL consultato l'11 settembre 2011.
  11. ^ Fuori Concorso CONTAGION - STEVEN SODERBERGH, su labiennale.org. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ Steven Soderbergh, politici fate come noi artisti, su thecinemashow.it. URL consultato il 3 settembre 2011.
  13. ^ (EN) Contagion, su boxofficemojo.com. URL consultato il 2 dicembre 2011.
  14. ^ Contagion (2011), in Rotten Tomatoes. URL consultato il 18 maggio 2020.
  15. ^ Contagion Reviews, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 1º novembre 2011.
  16. ^ “Contagion”, in tempo di Coronavirus il film sale nella top ten di iTunes, su ilmessaggero.it. URL consultato il 7 aprile 2020.
  17. ^ Contagion: il film di Burns del 2011 ai tempi del coronavirus, su tg24.sky.it. URL consultato il 7 aprile 2020.
  18. ^ Coronavirus, il film Contagion aveva previsto la pandemia, su panorama.it. URL consultato il 7 aprile 2020.
  19. ^ La redazione di Comingsoon.it, Contagion e il Nipah: il vero (e poco noto) virus che ha ispirato il film di Steven Soderbergh, in Comingsoon.it, 22 marzo 2020. URL consultato il 26 settembre 2020.

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