Come cani arrabbiati

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Come cani arrabbiati
Una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1976
Durata95 minuti
Generepoliziesco
RegiaMario Imperoli
SoggettoPiero Regnoli, Mario Imperoli
SceneggiaturaPiero Regnoli, Mario Imperoli
Casa di produzioneRoma International, Production Silva 70, Salamandra Cinematografica
Distribuzione in italianoCia Cinematografica
FotografiaRomano Albani
MontaggioOtello Colangeli
MusicheMario Molino
Interpreti e personaggi

Come cani arrabbiati è un film poliziottesco del 1976 diretto da Mario Imperoli.

Il film si svolge interamente a Roma e presenta alcuni riferimenti al Massacro del Circeo, un fatto di cronaca nera avvenuto circa un anno prima.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Tony è un giovane d'una famiglia borghese romana che però, sotto l'apparenza di bravo ragazzo, cela un'anima nera: si diverte infatti a perseguitare e uccidere prostitute con la complicità di due amici. Il suo comportamento insospettisce un commissario di Polizia, che inizia a farlo pedinare da una poliziotta sotto copertura, per raccogliere elementi a suo carico. Durante l'ennesimo misfatto, conclusosi in un bagno di sangue, muoiono i due amici di Tony: questi, per sfuggire alla cattura, finisce linciato da un gruppo di dimostranti.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • La scena iniziale della pellicola è stata girata allo stadio Olimpico di Roma durante una partita della Lazio contro la Sampdoria.
  • Nel film si sentono tre canzoni di Fabrizio De André: La canzone dell'amore perduto, La canzone di Marinella e La ballata del Michè.
  • Il film si chiude con una scritta in sovraimpressione che recita cinicamente Quando muore un assassino non è tempo di lacrime[1].
  • Il film è rimasto virtualmente invisibile per molti anni in Italia dopo la sua uscita nelle sale del 1976. Prima che la label Camera Obscura pubblicasse il film in DVD e Bluray nel novembre 2014, era disponibile soltanto una pessima copia in italiano con sottotitoli in greco (uscita appunto in Grecia per l'etichetta SK Video negli anni ottanta).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cinema Trevi: Italia odia: il cinema italiano può sparare, su fondazionecsc.it. URL consultato il 18 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2015).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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