Collegiata di Santa Maria Maggiore (Spello)

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Chiesa di Santa Maria Maggiore
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneUmbria
LocalitàSpello
IndirizzoPiazza Matteotti 18
Coordinate42°59′23.6″N 12°40′20.06″E / 42.98989°N 12.672239°E42.98989; 12.672239
Religionecattolica
TitolareSanta Maria Maggiore
Diocesi Foligno
Completamentoseconda metà del XIII secolo
Church of Santa Maria Maggiore a Spello

La chiesa di Santa Maria Maggiore (conosciuta anche come collegiata) è situata a Spello, in provincia di Perugia e diocesi di Foligno.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno

La chiesa ebbe origine sui resti di un precedente tempio pagano dedicato a Giunone e Vesta. In seguito venne dedicata alla Natività e poi alla Madonna ed era sottomessa alla Abbazia di San Silvestro di Collepino, retta da una congregazione Camaldolese. Nel 1159 passa alla gestione del clero diocesano e si trova a possedere un patrimonio immobiliare di una certa rilevanza. Verso la seconda metà del XIII secolo venne terminata la sua costruzione.[1]

Nel XV secolo la chiesa attraversò un periodo di grande autonomia e prosperità, in cui venne anche consacrato l'altare maggiore (1513), ricostituita la mensa e completata la ristrutturazione.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa faceva parte di un ampio complesso che comprendeva a destra il palazzo priorale che oggi è abitato dal parroco ed a sinistra il Palazzo dei Canonici (del 1522), oggi sede della Pinacoteca Civica di Spello. La chiesa vera e propria presenta all'esterno una facciata con un bel paramento lapideo interrotto dal portale: la facciata originaria, del XIII secolo, fu rifatta ed avanzata rispetto alla precedente attorno alla metà del '600. Fu così eliminato il portico che correva sul fronte della chiesa (e dell'adiacente Palazzo dei Canonici), realizzato il finestrone rettangolare ed il portale centrale che conserva però elementi del precedente romanico[2]. A fianco di essa si vede il primo campanile medievale.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Natività di Pinturicchio, conservata nella chiesa.

L'interno, di aspetto barocco, si presenta ampio, a croce latina, con navata unica che termina con un'abside poligonale. La copertura è costituita da una volta a crociera. Le pareti laterali della navata sono ritmate dalla presenza di altari con tele e sono vivacizzate dai bellissimi stucchi di Agostino Silva. Tra le tele secentesche si segnala il bel dipinto con le Stimmate di San Francesco di Giacomo Giorgetti. All'ingresso della chiesa è un altare marmoreo romano (I sec. A.C.) riutilizzato come acquasantiera. La chiesa possiede, inoltre, un pregevole pavimento di maioliche di Deruta (seconda metà del XVI secolo).

Anticamente, la chiesa, era dotata di numerose cappelle, oggigiorno in gran parte chiuse e murate; ne rimangono visibili: la Cappella Baglioni, affrescata dal Pinturicchio,[3] la Cappella del Sacramento (che ospita un dipinto del Pinturicchio) e altre due poste agli estremi del transetto.[4] All'ultimo altare a sinistra è una tela di Riccardo Ripanelli con il Martirio di Sant'Apollonia, del 1595.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV., p.4
  2. ^ Chiesa di Santa Maria Maggiore, su turismo.comune.spello.pg.it. URL consultato il 1º marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2020).
  3. ^ Benazzi, p.5
  4. ^ AA.VV., pp. 10-20
  5. ^ Walter Scotucci, Riccardo Ripanelli, San Barnaba tra i santi Macario e Bordone, in Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pag. 186.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., La collegiata di Santa Maria Maggiore Spello, ed. Scala, Firenze 1996.
  • Giordana Benazzi (a cura di), Pinturicchio a Spello. La Cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore, Silvana, Milano 2000.
  • Alessandra Guerrini, Diverse e varie vie. Stuccatori dell'area dei laghi nel Palazzo Carignano, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia nell'arte, nella cultura, nell'economia, dalla metà del Quattrocento ad oggi, Arte&Storia, anno 11, numero 52, Editrice Ticino Management S. A., Lugano, ottobre 2011, 274-283.

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