Cleistocarpida

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Cleistocarpida
[[File:
Kishinouye-1910-pl-1.png
|frameless|center|220x300px]]Manania distincta, come Thaumatoscyphus distinctus. In "Some Medusae of Japanese Waters", Kishinouye (1910).
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Radiata
Phylum Cnidaria
Classe Staurozoa
Ordine Stauromedusae
Sottordine Cleistocarpida
Sinonimi

Cleistocarpidae [1]

Famiglie

Le Cleistocarpida sono un sottordine di cnidari Staurozoa comprendente meduse sessili peduncolate ottenute dalla modificazione dell'esombrella.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il sottordine Cleistocarpida si distingue per le caratteristiche gonadi, attaccate ad una estremità ed unite da una membrana, il claustrum, un tessuto complesso che divide trasversalmente le quattro sacche gastriche in due setti (uno interno ed uno esterno). Il setto interno ha un lato cieco, mentre l'altro sbocca nella cavità gastrovascolare[2]. L'ombrella caliciforme presenta 8 ciuffi marginali di tentacoli capitati ricchi di cnidociti e cellule mucipare tra le quali sono allocati i ropali.

Questi cnidari vivono capovolti, in forma bentonica, litoranee ed epifitiche (ancorati alla vegetazione sommersa).

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

La classificazione tassonomica del sottordine è poco chiara: da un lato il claustrum, la caratteristica peculiare delle Cleistocarpida, sembra essere presente anche in altri ordini di stauromeduse[3] e le poche analisi genetiche su due esemplari delle due famiglie attualmente riconosciute, sembrano contraddire la monofilia delle Cleistocarpida[4].
Le Cleistocarpida sono attualmente classificate in due famiglie secondo il World Register of Marine Species:

Il catalogo Integrated Taxonomic Information System (ITIS) segnala unicamente la famiglia Depastridae Haeckel, 1879.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Collins, Allen G. (2014), Cleistocarpidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 23 novembre 2014.
  2. ^ (EN) A.G. Mayer, the Scyphomedusae, collana Medusae of the world, vol. 3, Washington DC, Carnegie Institution, 1910, p. 519.
  3. ^ (EN) Berril M., Comparative functional morphology of the Stauromedusae, in Canadian Journal of Zoology, vol. 41, 1963, pp. 741-752.
  4. ^ (EN) Collins A.G., Schuchert P., Marques A.C., Jankowski T., Medina M., Schierwater B., Medusozoan phylogeny and character evolution clarified by new large and small subunit rDNA data and an assessment of the utility of phylogenetic mixture models, in Systematic Biology, vol. 55, n. 1, 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]