Cleistocarpida
Cleistocarpida | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Radiata |
Phylum | Cnidaria |
Classe | Staurozoa |
Ordine | Stauromedusae |
Sottordine | Cleistocarpida |
Sinonimi | |
Cleistocarpidae [1] | |
Famiglie | |
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Le Cleistocarpida sono un sottordine di cnidari Staurozoa comprendente meduse sessili peduncolate ottenute dalla modificazione dell'esombrella.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il sottordine Cleistocarpida si distingue per le caratteristiche gonadi, attaccate ad una estremità ed unite da una membrana, il claustrum, un tessuto complesso che divide trasversalmente le quattro sacche gastriche in due setti (uno interno ed uno esterno). Il setto interno ha un lato cieco, mentre l'altro sbocca nella cavità gastrovascolare[2]. L'ombrella caliciforme presenta 8 ciuffi marginali di tentacoli capitati ricchi di cnidociti e cellule mucipare tra le quali sono allocati i ropali.
Questi cnidari vivono capovolti, in forma bentonica, litoranee ed epifitiche (ancorati alla vegetazione sommersa).
Sistematica[modifica | modifica wikitesto]
La classificazione tassonomica del sottordine è poco chiara: da un lato il claustrum, la caratteristica peculiare delle Cleistocarpida, sembra essere presente anche in altri ordini di stauromeduse[3] e le poche analisi genetiche su due esemplari delle due famiglie attualmente riconosciute, sembrano contraddire la monofilia delle Cleistocarpida[4].
Le Cleistocarpida sono attualmente classificate in due famiglie secondo il World Register of Marine Species:
- Craterolophidae Uchida, 1929
- Depastridae Haeckel, 1879
Il catalogo Integrated Taxonomic Information System (ITIS) segnala unicamente la famiglia Depastridae Haeckel, 1879.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Collins, Allen G. (2014), Cleistocarpidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 23 novembre 2014.
- ^ (EN) A.G. Mayer, the Scyphomedusae, collana Medusae of the world, vol. 3, Washington DC, Carnegie Institution, 1910, p. 519.
- ^ (EN) Berril M., Comparative functional morphology of the Stauromedusae, in Canadian Journal of Zoology, vol. 41, 1963, pp. 741-752.
- ^ (EN) Collins A.G., Schuchert P., Marques A.C., Jankowski T., Medina M., Schierwater B., Medusozoan phylogeny and character evolution clarified by new large and small subunit rDNA data and an assessment of the utility of phylogenetic mixture models, in Systematic Biology, vol. 55, n. 1, 2006.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) M. Daly, M.R. Brugler , P. Cartwright, A.G. Collins, M.N. Dawson, D.G. Fautin, S.C. France, C.S. McFadden, D.M. Opresko, E. Rodriquez, S.L. Romano, J.L. Stake, The phylum Cnidaria: A review of phylogenetic patterns and diversity 300 years after Linnaeus (PDF), in Zootaxa, vol. 1668, 2007, pp. 127-182. URL consultato il 23 novembre 2014.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cleistocarpida
- Wikispecies contiene informazioni su Cleistocarpida
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Collins, Allen G. (2014), Cleistocarpida, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 23 novembre 2014.
- (EN) ITIS Standard Report Page: Cleistocarpida, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 23 novembre 2014.