Cistus × incanus

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Cisto villoso
Cistus × incanus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Malvidi
Ordine Malvales
Famiglia Cistaceae
Genere Cistus
Specie C. × incanus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Violales
Famiglia Cistaceae
Genere Cistus
Specie C. × incanus
Nomenclatura binomiale
Cistus × incanus
L., 1753

Il cisto villoso o cisto rosso (Cistus × incanus L., 1753) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Cistaceae[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo cisto è un arbusto lanoso-tomentoso, a portamento cespuglioso di modesto sviluppo, inferiore ad un metro di altezza, fittamente ramificato.

Le foglie, che assomigliano vagamente a quelle della salvia per la superficie rugosa, sono ovali o ellittiche con piccioli brevi, margini ondulati, tomentose nella pagina inferiore, reticolate e grigiastre. La lamina è lunga dai 2,5 ai 7 cm.

I fiori sono abbastanza grandi e vistosi, di 4–6 cm di diametro con petali rosa magenta gialli alla base. Sono riuniti in gruppi terminali di poche unità(3-5) all'ascella di foglie bratteiformi.

La subspecie o varietà craeticus ha foglie più piccole, più spatolate alla base, molto rugose, con peli disordinati e fiori porporini.

Il frutto è una capsula.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il cisto villoso è una pianta tipica del bacino del Mediterraneo. Vegeta nel Lauretum come pianta del sottobosco nella macchia mediterranea o come componente floristico delle macchie degradate e delle garighe. Presente nelle isole, in Liguria e in tutta l'Italia peninsulare si spinge a nord anche in Emilia-Romagna nella zona costiera (retrodune dei Lidi ferraresi) e sui colli romagnoli. È inoltre presente in stazioni isolate del litorale veneto.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità è stata originariamente descritta da Linneo come Cistus incanus. Recenti studi hanno dimostrato trattarsi di un ibrido naturale tra Cistus albidus e Cistus crispus.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Cistus × incanus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 31 marzo 2023.
  2. ^ (EN) Guzmán B., Vargas P., Systematics, character evolution, and biogeography of Cistus L. (Cistaceae) based on ITS, trnL-trnF, and matK sequences, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 37, 2005, pp. 644–660, DOI:10.1016/j.ympev.2005.04.026.

[1]

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  1. ^ Fiori e giardino,a cura di Ippolito Pizzetti, Le garzantine,Garzanti 2005.