Cisterne romane di Fermo

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Cisterne romane di Fermo
CiviltàAntica Roma
UtilizzoRaccolta acqua piovana
Epoca1 d.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneFermo
Altitudine310 m m s.l.m.
Dimensioni
Superficie2 200 
Altezza6 m circa
Larghezza30 m ca.
Lunghezza70 m ca.
Volume10.000 metri cubi
Inclinazione1% ca.
Scavi
Data scoperta1960
Date scavi1959-1963
Amministrazione
EnteComune di Fermo
Visitabile
Sito webwww.fermomusei.it
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 43°09′40.39″N 13°43′10.02″E / 43.16122°N 13.71945°E43.16122; 13.71945

Le Cisterne Romane sono un sito archeologico della città di Fermo (provincia di Fermo, regione Marche, Italia). La datazione convenzionale le pone intorno al 40 d.C., in base alla presenza su una parete di un frammento di tegola con il timbro di un costruttore che operava in quegli anni (vedi CLODI AMBROSI). La costruzione si trova sotto la via Paccarone e parzialmente sotto l'ex convento di monaci domenicani adiacente alla Chiesa di San Domenico. Dall'esterno la struttura non è visibile perché su di essa sono state costruite diverse abitazioni private. L'ingresso alla struttura è stato ricavato in età moderna da via degli Aceti, passaggio realizzato in concomitanza con la costruzione del convento nel 1210. Esiste anche un ingresso secondario da Vicolo Chiuso, normalmente adibito a scala di emergenza. L'unica scala di epoca romana è visibile solo dall'interno della struttura, la sua uscita è stata in epoca recente murata.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Mentre sulla sua superficie in età romana sorgeva probabilmente il foro, la struttura sotterranea è di circa 2200 metri quadri, ed è composta da trenta camere disposte su tre file parallele, in cui si raccoglieva l'acqua piovana per la distribuzione cittadina. Ancora fino al 1980 sei sale venivano usate per la raccolta dell'acqua destinata al consumo cittadino, con approvvigionamento di acque provenienti dalle sorgenti dei monti Sibillini.

Intorno al 1960 finalmente tutte le sale vengono ripulite dai detriti accumulati nei secoli che avevano reso l'accesso a molti ambienti impossibile, rivelando una struttura praticamente intatta dopo 2000 anni.

Attualmente le Cisterne costituiscono una delle migliori tracce della permanenza romana a Fermo. Del sito colpiscono le dimensioni notevoli e l'ottimo stato di conservazione della struttura. All'interno degli ambienti si possono notare le tecniche costruttive in opus caementicium delle murature perimetrali, le tracce dell'intonaco impermeabile detto opus signinum che coprono una zoccolatura di circa 70 cm e i mattoni utilizzati per dividere le sale con la tecnica denominata a sacco. Sono ancora visibili 15 pozzetti di aerazione e ispezione, i canali di scolo per la depurazione e le due tubature in piombo di diversa dimensione che permettevano la distribuzione dell'acqua attraverso le fontane della città.

Tutte le camere sotterranee sono accessibili e ben praticabili.

Piccole cisterne romane[modifica | modifica wikitesto]

Una costruzione analoga, dello stesso uso, coeva ed altrettanto ben conservata, ma di minori dimensioni, si trova all'ingresso di Piazza del Popolo, a poche centinaia di metri di distanza dalle Cisterne, ma ad un livello altimetrico superiore. Attualmente questa struttura è conosciuta con il nome di Piccole cisterne e su di essa poggia parte del Palazzo comunale.

Altre due piccole camere ora non visibili si trovano sulla collina del Girfalco, nei pressi dell'abside del Duomo, probabilmente costruite per la raccolta dell'acqua a servizio dell'antico tempio dedicato a Giove Optimo Maximo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Polverini, Parise, Agostini, Pasquinucci, Firmum Picenum vol. 1, 1987.
  • Stefano Papetti, Fermo, FMR, Milano 1995

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