Cimitero degli inglesi (Firenze)

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Disambiguazione – Se stai cercando il cimitero militare inglese, vedi Florence War Cemetery.
Cimitero degli inglesi
Il viale centrale
Tipocivile
Confessione religiosaacattolica
Stato attualedismesso
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
Costruzione
Periodo costruzione1828
Data apertura1865
Data chiusura1877
ArchitettoCarlo Reishammer, Giuseppe Poggi
Tombe famoseElizabeth Barrett Browning, Giovan Pietro Vieusseux
NoteRestaurato nel 1946
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 43°46′39.09″N 11°16′05.39″E / 43.777525°N 11.268164°E43.777525; 11.268164

Il cimitero degli inglesi è situato in piazzale Donatello a Firenze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il cimitero fu fatto edificare fuori delle mura cittadine su una montagnola in prossimità della porta a Pinti (oggi distrutta), a spese di una società che rappresentava la Chiesa evangelica riformata svizzera e che aveva acquistato l'area dal governo granducale nel 1827 per realizzare un cimitero internazionale ed ecumenico, anche per i russi e i greco-ortodossi. Prima di allora i non cattolici e non ebrei che morivano a Firenze potevano essere sepolti solo a Livorno (all'antico cimitero degli inglesi). Carlo Reishammer, allora giovane studente di architettura, disegnò per primo quello che venne poi chiamato il cimitero "degli Inglesi", con un recinto poligonale diverso dall'attuale[1]. Nel 1858 fu eretta alla sommità della montagnola una colonna offerta da Federico Guglielmo IV di Prussia, che tuttora segna l'incrocio tra i due principali vialetti inghiaiati che dividono in quattro settori la superficie. Al 1860 è documentata un'ulteriore cessione di terreno per ampliare l'area cimiteriale che, in questa stessa data, si arricchì ugualmente del semplice edificio che ancora oggi ne segna l'entrata.

L'ingresso

Giuseppe Poggi gli diede la sua attuale forma ovale quando a Firenze, divenuta capitale d'Italia nel 1865, demolì le mura e creò i viali di Circonvallazione, ideando l'ovale di piazza Donatello con l'"isola" cimiteriale. Il cimitero si definì quindi come area soprelevata al centro del nuovo piazzale, delimitata dalle due corsie di scorrimento dei nuovi viali, tanto da acquisire, in questo suo isolamento, l'appellativo di "isola dei morti", appunto. Fu in questa occasione che all'originaria forma poligonale si andò a sostituire l'attuale pianta ovale, più consona ad essere lambita dagli assi stradali.

Nel 1877, essendo oramai il cimitero compreso all'interno della nuova città, fu proibito alla comunità protestante l'uso del luogo per nuove sepolture (recentemente ripreso) per cui per lungo tempo l'isola mantenne inalterato il proprio carattere ottocentesco che ancora fortemente la caratterizza: la comunità non cattolica da allora iniziò ad usare il cimitero degli Allori in zona Galluzzo.

Le inumazioni tra il 1828 e il 1877 avevano d'altra parte portato a saturare in buon parte l'isola, con la realizzazione i 1409 tombe riferibili a sedici nazioni diverse, con una prevalenza di inglesi (760 tombe), fatto che - assieme all'uso di identificare i protestanti con questi - aveva portato a far definire dai fiorentini il cimitero come "degli Inglesi", nonostante la proprietà svizzera.

La presenza di tombe coronate da statue o da altri elementi scolpiti, l'irregolare disposizione delle sepolture, il tracciato dei vialetti che salgono sulla montagnola, la presenza di una certa varietà di essenze arboree ed arbustive, rendono il luogo di grande suggestione e assolutamente rappresentativo di quella dimensione pittoresca che l'Ottocento romantico - e in particolare la colonia di stranieri che aveva scelto Firenze come seconda patria - coniugava con la storia medioevale e rinascimentale della città.

Tra gli interventi che hanno consentito la conservazione nel tempo del cimitero si ricorda quello sommario ma complessivo della struttura promosso in cooperativa con l'Azienda autonoma di turismo nel 1946 (a riparare i danni inferti da un bombardamento americano), e i molti cantieri che negli ultimi decenni sono intervenuti sui singoli monumenti e lapidi.

Personalità sepolte[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di Elizabeth Barrett Browning
Tomba di Giovan Pietro Vieusseux

Questo giardino della memoria accoglie 1409 tombe di letterati, artisti, mercanti ed altre personalità di 16 nazioni diverse, a documentare l'importanza e la vivacità anche culturale della colonia degli stranieri protestanti nella città.

Fra le molte persone famose sepolte ci sono:

Anche lo svizzero Giovan Pietro Vieusseux, fondatore del Gabinetto Vieusseux nel quale tennero lezioni anche John Ruskin, Fëdor Michajlovič Dostoevskij e Robert Browning, è qui sepolto insieme allo storico connazionale Jacques Augustin Galiffe, il quale, con Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, fu tra i primi ricercatori di archivistica e genealogia.

La monarchica francese in esilio Félicie de Fauveau ha qui scolpito due tombe.

Suggestioni del periodo romantico[modifica | modifica wikitesto]

La colonna al centro del poggio venne offerta da Federico Guglielmo IV di Prussia nel 1858.

Emily Dickinson rimase colpita da una foto della tomba di Elizabeth Barrett Browning e scrisse a proposito The soul selects her own society (L'anima sceglie la sua società), utilizzando anche estratti dall'opera Aurora Leigh della stessa Barrett Browning.

Elizabeth Barrett Browning scrisse un sonetto sulla scultura di Hiram Powers chiamata Schiava Greca, che fu anche esposta al Crystal Palace a Londra.

L'isola dei Morti di Arnold Böcklin

Il pittore svizzero Arnold Böcklin (che qui aveva sepolto una figlia, Beatrice, morta in tenera età) si ispirò a questo cimitero isolato fra le strade per realizzare la famosa opera de L'isola dei morti[2], un capolavoro del Simbolismo europeo di fine Ottocento. A questo quadro si ispirò il celebre compositore Sergei Rachmaninoff per la sua Op. 29, L'isola dei Morti.

Il cimitero è una specie di enciclopedia della creatività tardo ottocentesca occidentale, dall'America alla Russia, dalla Scandinavia alla Nubia, al tempo del Risorgimento italiano.

Le tombe inglesi sono la maggioranza dato che la loro comunità in Firenze era la più numerosa nel XIX secolo. Le iscrizioni sulle tombe sono in caratteri ebraici, greci, cirillici, fraktur e Romani, e in molte lingue, Ebraico, Russo, Francese, Tedesco, Danese, Inglese, e includono passaggi della Bibbia in varie lingue, cosa al tempo proibita ai Cattolici.

Attualmente si stanno conducendo ricerche nei registri mortuari in Inghilterra, Russia e Italia, pubblicate sul web, mentre la Biblioteca del Cimitero raccoglie libri scritti dalle persone qui sepolte o scritti a proposito di esse.

Fra i progetti di restauro, si cerca di riportare il Cimitero al suo splendore dell'età vittoriana, usando come testimonianza le prime foto riportate sui libri di fine Ottocento, in particolar modo quelle scattate dal figlio di Hiram Powers, Longworth Powers, ora custodite nel Gabinetto Vieusseux.

Lapidi[modifica | modifica wikitesto]

Sull'ingresso del cimitero degli Inglesi si legge:

CIMITERO DEGLI INGLESI
FONDATO NEL 1827 DALLA
CHIESA EVANGELICA
RIFORMATA DI FIRENZE
433 CITTADINI SVIZZERI
VI FURONO SEPOLTI
DAL 1827 AL 1875
FRA CUI

JEAN PIERRE VIEUSSEUX
JEAN PIERRE GONIN
ALFRED WAGNIÈRE
PIERRE WAGNIÈRE
LOUIS DU FRESNE
ADOLPHE DU FRESNE
GIOVANNI GIACOMO KUBLI
EMANUELE KUBLI
GIACOMO ANTONIO GANZONI

Sull'altro lato del cancello una traduzione in inglese, con altri nomi:

ENGLISH CEMETERY
(SWISS PROPERTY)
BURIAL PLACE
OF THE ENGLISH POETS
E. BARRETT BROWNING
ARTHUR CLOUGH
WALTER SAVAGE LANDOR
OF FRANCES TROLLOPE
MOTHER OF ANTONY
AND THE GREAT
AMERICAN PREACHER
THEODORE PARKER

Note[modifica | modifica wikitesto]

La colonna di Federico Guglielmo IV di Prussia
  1. ^ L. Zangheri (a cura di), Alla scoperta della Toscana lorenese. L'architettura di Giuseppe e Alessandro Manetti e Carlo Reishammer, Firenze 1984
  2. ^ Questo dipinto fu una vera ossessione per Freud, Lenin e per il dittatore nazista Adolf Hitler, che nella sua visita ufficiale a Firenze alla vista del cimiterò esclamò: "Ora capisco finalmente Böcklin". La sua copia personale è attualmente conservata a Berlino.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Tomba Walter Savage Landor
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, pp. 202–203, n. 364.
  • Gustave Dalgas, Notice historique sur le Cimitière de l'Eglise Evangelique Réformée de Florence à Porta Pinti, Firenze, 1877;
  • Tony André, L'Eglise Evangelique Réformée de Florence depuis son origine jusqu'à nos jour, Firenze, Librairie Claudienne, 1899;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 364.
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 210, n. XXXIII.
  • Enrico Barfucci, Un pantheon cosmopolita: il camposanto degli Inglesi, Firenze, Alef, 1951.
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 203.
  • Luigi Santini, Il cimitero protestante detto degli Inglesi in Firenze, s.l., Tipografia K.S., 1981.
  • Foresto Niccolai (a cura di), L'urne de' forti, monumenti e iscrizioni sepolcrali, Coppini Tipografi, Firenze, settembre 1997.
  • Graziella Cirri, L'isola dei morti: il cimitero degli inglesi, monumento alla Firenze protestante, Firenze, 2001.
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 514.
  • Guidotti M. Cristina, Pagni Mario, Motivi egizi nel cimitero «degli inglesi» a Firenze. La speranza nella vita oltre la morte, Sillabe, 2006.
  • Cimitero degli Inglesi, in Graziella Cirri, Guida ai cimiteri privati di Firenze, Firenze, Nuova Toscana Editrice, 2006, pp. 20–41.
  • Guia Fantuzzi, Il cimitero protestante di Porta a' Pinti, in Svizzeri a Firenze: nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia, a cura di Giorgio Mollisi, Lugano, Edizioni Ticino Management, 2010, pp. 320–331.

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