Chromio-pargasite

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Chromio-pargasite
Classificazione Strunz (ed. 10[1])9.DE.15[1]
Formula chimicaNaCa2Mg4Cr(Si6Al2)O22(OH)2[2]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinomonoclino[2]
Classe di simmetriaprismatica
Parametri di cellaa=9,9176(14)Å, b=18,0009(12)Å, c=5,2850(7)Å, β = 105,400(7)°, V=909,6(17)ų, Z=2[2]
Gruppo spazialeC2/m[2]
Proprietà fisiche
Densità misurata3,08(3)[2] g/cm³
Densità calcolata3,121[2] g/cm³
Durezza (Mohs)6[2]
Sfaldaturaperfetta secondo {110}[3]
Fratturairregolare[3]
Coloreda verde smeraldo a verde pallido[2]
Lucentezzavitrea[2]
Opacitàtrasparente[2]
Striscioverde pallido[2]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La chromio-pargasite è un minerale, un anfibolo appartenente al sottogruppo degli anfiboli di calcio (una suddivisione del supergruppo dell'anfibolo)[4] scoperto nella miniera di cromite di Akaishi sul monte Higashi-Akaishi nella prefettura di Ehime in Giappone ed approvato dall'IMA nel 2011 con il nome di ehimeite attribuito in base alla località di scoperta.[5] Nel 2012, nell'ambito della revisione effettuata sul gruppo degli anfiboli, il nome è stato cambiato in chromio-pargasite.[6]

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

La chromio-pargasite è stata rinvenuta sotto forma di cristalli prismatici allungati in direzione dell'asse c di circa 1,5 cm e larghi circa 0,5 cm e coperti in alcuni casi di flogopite[3].

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

La chromio-pargasite è stata trovata nelle crepe della cromite associata con clinocloro povero di cromo, flogopite e kämmererite[3].

Questo minerale è di origine metamorfica, probabilmente si è formata per reazione della cromitite con il fluido metamorfico durante la fase retrograda della serpentinizzazione[7]. Il cromo di cui è composta deriva dalla cromite contenuta nella cromitite mentre gli altri elementi provengono dal fluido metamorfico[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Chromio-pargasite mineral information and data — mindat.org, su mindat.org. URL consultato il 28 maggio 2014.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Nishio-Hamane, p. 1.
  3. ^ a b c d Nishio-Hamane, p. 2.
  4. ^ Hawthorne, p. 2036.
  5. ^ (EN) P. A. Williams, Hatert F., Pasero M., Mills S. J., IMA Commission on new minerals, nomenclature and classification (CNMNC) Newsletter 10. New minerals and nomenclature modifications approved in 2011 (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 75, 2011, pp. 2549-2561. URL consultato il 28 settembre 2012.
  6. ^ R. Oberti, Cannillo E., Toscani G., How to name amphiboles after the IMA2012 report: rules of thumb and a new PC program for monoclinic amphiboles, in Periodico di Mineralogia, vol. 81, 2012, pp. 257-267.
  7. ^ a b Nishio-Hamane, p. 4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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