Chiropsalmus quadrumanus

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Chiropsalmus quadrumanus
C. quadrumanus da Medusae of world di A.G. Mayer (1910)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Radiata
Phylum Cnidaria
Classe Cubozoa
Ordine Chirodropida
Famiglia Chiropsalmidae
Genere Chiropsalmus
Specie C. quadrumanus
Nomenclatura binomiale
Chiropsalmus quadrumanus
F. Müller, 1859
Sinonimi

Tamoya quadrumana Müller, 1859[1]

Chiropsalmus quadrumanus F. Müller, 1859 è una medusa Cubozoa della famiglia Chiropsalmidae. Vive nell'Atlantico e nel Pacifico; la sua puntura è velenosa e pericolosa.

Müller creò nel 1859 il genere Tamoya per collocare due specie di cubomedusa brasiliane che riteneva molto simili: la T. haplonema e la T. quadrumana. Quest'ultima fu anche la prima Chirodropida ad essere descritta, dato che apparteneva ad un altro ordine, per cui fu spostata nel nuovo genus Chiropsalmus, da Louis Agassiz nel 1862, sotto il nome di C. quadrumanus.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il Chiropsalmus quadrumanus ha le campana trasparente, con un leggero colore biancastro, di circa 14 cm di largo e poco più alta. La sommità dell'esombrella è appiattita, mentre gli angoli superiori sono arrotondati.

Dai pedalia, ad ogni angolo della campana, pendono da 5 a 9 irregolari appendici palmate da ognuna delle quali nasce un tentacolo[2][3]. I due tentacoli esterni sono rosati, mentre i restanti interni di colore bianco-giallognolo; i tentacoli possono misurare fino a 3-4 metri e sono ricoperti da stretti anelli di nematocisti[4].

Il velarium si trova a metà altezza dell'ombrella ed è percorso da un anello orizzontale di tessuto che ne blocca parzialmente l'apertura. Il manubrio pende all'interno della subombrella. Lo stomaco è arrotondato, con quattro tasche che collegano i seni radiali lungo i bordi della campana. Le gonadi si trovano ad ogni lato dei canali radiali[5].

Distribuzione ed habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie si trova nell'Oceano Atlantico settentrionale, lungo le coste dell'Est americano, fino al Golfo del Messico ed il mar dei Caraibi[4]. Una popolazione distinta si trova nelle acque del Brasile[6]. Le C. quadrumanus si incontrano anche nel Pacifico, fra le isole Hawaii e l'Australia e sono inoltre stata registrate lungo le coste occidentali dell'Africa[7].

Vivono generalmente in acque calde ed in mare aperto, anche se accade che vengano avvistati lungo le coste. Segnalazioni della presenza di queste meduse possono anche avvenire in luoghi che non frequentano abitualmente, come durante la siccità del 1955-56, quando popolazioni di C. quadrumanus vennero avvistate lungo le coste del Texas[8]. In quel caso, l'apparizione del C. quadrumanus venne attribuita ad un aumento della salinità delle acque della zona. Queste meduse vivono generalmente lontano dalla superficie, tranne che per gli esemplari più giovani che vengono rinvenuti sovente nelle reti a strascico usate per pescare i gamberi. A seguito di burrasche, folti gruppi di C. quadrumanus possono arenarsi sulle spiagge, così come esemplari morti vengono trovati dopo forti piogge[8].

Tossicità[modifica | modifica wikitesto]

Le nematocisti sui tentacoli possono infliggere dolorose punture[9]. I sintomi a seguito di una puntura sono forte dolore, disfunzione cardiaca e problemi respiratori.

Anche se non vi sono casi segnalati in Georgia[10], numerosi casi di punture sono stati registrati in Texas, che si sono risolti in dolorose bruciature. Un caso documentato di un ragazzo deceduto a seguito di una puntura è stato registrato nel Golfo del Messico; la morte è avvenuta 40 minuti dopo l'incontro con la medusa[11].

Uno studio su 49 persone toccate da meduse in Brasile su un periodo di 5 anni ha rivelato che 20 di essi erano riconducibili a specie identificabili. Di esse, 16 erano C. quadrumanus e 4 erano Physalia physalis[12]: tutte le punture erano lineari e hanno causato dolore intenso e sintomi specifici.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Agassiz, L., Contributions to the Natural History of the United States of America, Second monograph (4), Boston, Little, Brown & Co., 1862.
  2. ^ (EN) A.G. Mayer, the Scyphomedusae, collana Medusae of the world, vol. 3, Washington DC, Carnegie Institution, 1910.
  3. ^ (EN) Kramp, P. L., Synopsis of the medusae of the world, in Journal of the Marine Biological Association of the United Kingdom, vol. 40, 1961, pp. 1-469.
  4. ^ a b Harriet Perry e Kirsten Larsen, Southeast Area Monitoring and Assessment Program (SEAMAP) - Picture Guide, su gsmfc.org, Gulf States Marine Fisheries Commission. URL consultato il 21 settembre 2015.
  5. ^ Marine Species Identification Portal : Chiropsalmus quadrumanus, su species-identification.org. URL consultato il 21 settembre 2015 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2013).
  6. ^ D.R. Calder, Cubozoan and scyphozoan jellyfishes of the Carolinian biogeographic province, southeastern USA, in Royal Ontario Museum Contributions in Science, vol. 3, 2009. URL consultato il 21 settembre 2015.
  7. ^ (EN) Bentlage B., Description of the chirodropid box jellyfish Chiropsella rudloei sp. nov. (Cnidaria:Cubozoa) from Madagascar (PDF), in Marine Biodiversity Records, vol. 6, 2013, DOI:10.1017/S1755267213000924. URL consultato il 7 gennaio 2015.
  8. ^ a b (EN) William C. Guest, The Occurrence of the Jellyfish Chiropsalmus Quadrumanus in Matagorda Bay, Texas, in Bulletin of Marine Science, vol. 9, n. 1, 1959.
  9. ^ (EN) W.C. Guest, The occurence of the jellyfish Chiropsalmus quadrumanus in Matagorda Bay, Texas, in Bulletin of Marine Science of the Gulf and Caribbean, vol. 9, 1959, pp. 79-83.
  10. ^ (EN) N.J. Kraeuter, E. M. Stezler, The seasonal cycle of Schyfozoa and Cubozoa in Georgia estuaries, in Bulletin of Marine Science, vol. 25, 1975.
  11. ^ (EN) K. Bengston, M.M. Nichols, V. Schnadig, M.D. Ellis, M. D., Sudden Death in a Child Following Jellyfish Envenomation by Chiropsalmus quadrumanus: Case Report and Autopsy Findings, in JAMA: the Journal of the American Medical Association, vol. 266, n. 10, 1991, DOI:10.1001/jama.1991.03470100096040.
  12. ^ (EN) Vidal Haddad Jr.; Fábio Lang da Silveira; João Luiz Costa Cardoso; André Carrara Morandini, A report of 49 cases of cnidarian envenoming from southeastern Brazilian coastal waters, in Toxicon, vol. 40, n. 10, 2002, pp. 1445–145, DOI:10.1016/S0041-0101(02)00162-9.

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