Cattedrale di Santa Sofia (Kiev)

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Cattedrale di Santa Sofia
StatoBandiera dell'Ucraina Ucraina
LocalitàKiev
Coordinate50°27′10″N 30°30′52″E / 50.452778°N 30.514444°E50.452778; 30.514444
Religionecristiana ortodossa ucraina autocefala
Titolaresanta Sofia
DiocesiEparchia di Kiev
Sconsacrazione1934
Stile architettonicobarocco ucraino e Viĺnia Baroque
Inizio costruzione1037
Completamentotra il 1050 e il 1060
Demolizione1934
Sito webst-sophia.org.ua/en/home/
 Bene protetto dall'UNESCO
Kiev: Cattedrale di Santa Sofia e relative costruzioni monastiche, monastero di Pečerska Lavra
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (ii) (iii) (iv)
Pericolosì, dal 2023[1]
Riconosciuto dal1990
Scheda UNESCO(EN) Kiev: Saint-Sophia Cathedral and Related Monastic Buildings, Kiev-Pechersk Lavra
(FR) Scheda

La cattedrale di Santa Sofia (in ucraino Собор Святої Софії o Софійський собор?, Sobor Svjatoï Sofiï o Sofijs'kyj sobor) è una chiesa ortodossa di Kiev. L'edificio religioso, che ha una storia millenaria risalente al Rus' di Kiev, è uno dei luoghi più famosi della città, ed è stato il primo sito ucraino ad essere inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Dal 15 settembre 2023 il sito è iscritto nella Lista dei patrimoni dell'umanità in pericolo a causa della minaccia determinata dall'invasione russa dell'Ucraina[2].

Il complesso della cattedrale è il componente principale del Santuario nazionale di Sofia di Kiev, l'istituzione statale responsabile della sua preservazione e di quella di altri luoghi storici della città.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cattedrale di Santa Sofia, Kyiv, Department of Image Collections, National Gallery of Art Library, Washington, DC

La cattedrale trae il nome da quella di Hagia Sophia di Costantinopoli. La cattedrale è stata costruita a partire dal 1037. La struttura è composta da 5 navate, 5 absidi e (abbastanza strano per l'architettura bizantina) 13 cupole. È circondata da una doppia fila di gallerie su tre lati, e misura 37x55 metri. All'interno contiene mosaici e affreschi dell'XI secolo, compresa una cadente rappresentazione della famiglia reale di Jaroslav.

Originariamente la cattedrale fu anche il luogo di sepoltura dei governanti di Kiev. Vi furono inumati Vladimir II di Kiev, Vsevolod di Kiev e, ovviamente visto che ne è il fondatore, Jaroslav I di Kiev, nonostante solo la tomba di quest'ultimo sia ancora presente ai giorni nostri.

La cattedrale fu saccheggiata una prima volta nel 1169 da Andrea I di Vladimir del Principato di Vladimir-Suzdal. Dopo l'invasione mongola della Russia del 1240 la cattedrale cadde in disuso. A seguito dell'unione di Brest (1595-1596), la cattedrale di Santa Sofia venne annessa alla chiesa greco-cattolica ucraina finché non venne reclamata dal metropolita ucraino ortodosso Pietro Mogila (Mohyla) nel 1633. Mogila commissionò le riparazioni e la parte superiore dell'edificio venne quasi completamente ricostruita, sul modello dell'italiano Ottaviano Mancini in stile barocco ucraino, mantenendo gli interni bizantini e con loro lo splendore del complesso. I lavori vennero proseguiti dall'Etmano cosacco Ivan Mazepa, e nel 1740 la cattedrale assunse il suo attuale aspetto.

Dopo la rivoluzione russa del 1917, e durante la campagna antireligiosa sovietica del 1920, il governo decise la distruzione della cattedrale e la trasformazione delle fondazioni in un parco dedicato agli "eroi di Perekop" (in memoria della vittoria dell'Armata Rossa nella guerra civile russa in Crimea). La cattedrale venne salvata dalla distruzione grazie agli sforzi di molti scienziati e storici. Nonostante questo, nel 1934, le autorità sovietiche confiscarono la chiesa e le vicine strutture risalenti al diciassettesimo-diciottesimo secolo trasformandole in museo storico ed architettonico.

A partire dai tardi anni ottanta i politici sovietici e, in seguito, ucraini, promisero di farla ritornare una chiesa ortodossa. A causa di vari scismi avvenuti nella chiesa, tutte le fazioni ortodosse, nonché la Chiesa greco-cattolica ucraina, la reclamarono. La funzione religiosa più famosa fu il funerale del patriarca Volodymyr della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev (luglio 1995); in seguito non è più stato concesso il diritto a cerimonie religiose.

Oggi il complesso è un museo della cristianità ucraina.

Complesso[modifica | modifica wikitesto]

  • Cattedrale di Sofia
  • Torre campanaria
  • Casa del Metropolita
  • Chiesa Refettorio
  • Costruzione della confraternita
  • Bursa (liceo)
  • Concistoro
  • Torre d'ingresso sud
  • Porta Zaborovski
  • Celle
  • Locanda monastica
  • Biblioteca della Stele commemorativa di Yaroslav

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Unesco: anche Kiev e Leopoli nel patrimonio a rischio, su agi.it. URL consultato il 15 settembre 2023.
  2. ^ (ENFR) Ukraine: UNESCO sites of Kyiv and L’viv are inscribed on the List of World Heritage in Danger, su whc.unesco.org, 15 settembre 2023. URL consultato il 15 settembre 2023.

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