Chiesa di Santa Maria Incoronata (Milano)

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Chiesa di Santa Maria Incoronata
La facciata doppia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàMilano
IndirizzoCorso Garibaldi
Coordinate45°28′46.36″N 9°11′11.66″E / 45.479544°N 9.186572°E45.479544; 9.186572
Religionecattolica di rito ambrosiano
TitolareMaria Incoronata
Arcidiocesi Milano
ConsacrazioneXIV secolo
Stile architettonicogotico lombardo
Inizio costruzione1450
Completamento1460
Sito webwww.parrocchiasantamariaincoronata.it/

La chiesa di Santa Maria Incoronata è un luogo di culto cattolico di Milano, situato all'incrocio fra corso Garibaldi e via Marsala.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Questa chiesa è un caso particolare di "chiesa doppia", simile a quella di San Cristoforo al Naviglio, anch'essa a Milano, guardando dal sagrato, la chiesa di sinistra è la più antica, perché esisteva già in età comunale, era retta dai padri eremitani di San Marco ed era intitolata a Santa Maria di Garegnano.
Accanto alla chiesa, agli inizi del Quattrocento, fu costruito un convento per i padri agostiniani, che restaurarono l'antica chiesa nello stile tardo gotico, tipico di quel secolo. Poiché i lavori Furono terminati in occasione dell'incoronazione di Francesco Sforza a Duca di Milano (1451), la intitolarono a Santa Maria Incoronata, dedicandola al nuovo signore della città.
Nel 1460 sua moglie Bianca Maria Visconti, signora di Cremona, volle che, a lato della chiesa del consorte, ne fosse costruita una seconda, del tutto identica e collegata a essa in modo da formare un'unica nuova chiesa: con questa opera Bianca Maria desiderava suggellare pubblicamente la sua fedeltà al marito. Riuscì così a renderla una delle costruzioni più originali dell'epoca.
Nei turbolenti secoli successivi, l'Incoronata divenne magazzino, poi lazzaretto, quindi caserma e anche carcere, scuola di agraria, tornando infine ad essere luogo di culto e chiesa parrocchiale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu costruita in stile gotico, ma il suo aspetto fu notevolmente modificato nel 1654 e nel 1827. Nel 1900, sotto la direzione di F. Pellegrini, furono compiuti i restauri che l'hanno riportata alle caratteristiche originarie. L'attuale edificio è frutto dell'unione di due chiese, delle quali quella di sinistra è la più antica.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'esterno è caratterizzato dalla particolare facciata doppia, con un prospetto a capanna per ciascuna delle due chiese; per ambedue esso presenta in basso un unico portale ogivale sormontato da una lunetta, decorata con un bassorilievo. Al di sopra del portale vi sono due monofore ogivali e, al centro, più in alto, un piccolo rosone circolare. Ognuna delle due facciate termina in alto con un profilo triangolare sormontato da una croce su un basamento marmoreo.

Sul fianco destro della chiesa, si aprono varie cappelle laterali a pianta poligonale, illuminate da monofore. Fra le due absidi, si eleva la torre campanaria. Questa è pianta quadrata e la sua cella campanaria si apre sull'esterno con una monofora su ciascun lato. La copertura del campanile è costituita da un cono in laterizio, affiancato da quattro piccole guglie poste sugli angoli della struttura.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Interno dalla navata sinistra

All'interno, la chiesa presenta una particolare pianta a due navate, frutto dell'unione delle due chiese, divise da archi a sesto acuto poggianti su pilastri. Coperte con volta a crociera, ciascuna di esse termina con un'abside poligonale; nell'abside di sinistra, vi è un altare neoclassico in marmi policromi, sormontato da un ciborio circolare con cupoletta semisferica sorretta da colonne corinzie. L'altare dell'abside di destra, invece, è barocco ed è stato pesantemente modificato dopo il Concilio Vaticano II. Su ciascuna delle due navate si aprono tre cappelle laterali.

Fra le opere custodite all'interno della chiesa, vi è la presenza di manufatti di grandi pittori. Nella prima cappella di sinistra, ad esempio, vi è un affresco attribuito al Bergognone, in parte perduto, raffigurante Cristo sotto il torchio, richiamo al vino trasformatosi in sangue di Cristo nell'Eucaristia. Nella cappella sul lato opposto, invece, si trova la Lastra tombale di Giovanni Bossi, attribuita ad Agostino Busti detto il Bambaia. Nella seconda cappella di sinistra vi sono degli affreschi, probabilmente opera di Ciro Ferri, con Scene della vita di San Nicola da Tolentino.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

L'organo a canne

Nell'ultima cappella di destra, si trova l'organo a canne della chiesa, costruito dalla ditta Pedrini di Cremona nel 2013.

Lo strumento, a pavimento, è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea di fattura geometrica. La mostra è composta da 29 canne in stagno con bocche a mitria disposte ad ala in tre campi affiancati.

La consolle è a finestra e dispone di un'unica tastiera di 56 note e di pedaliera concavo-parallela di 27 note. I registri, in totale 6 (5 al manuale e 1 al pedale) sono azionati da pomelli posti in unica fila orizzontale sopra il manuale. Sopra la pedaliera, si trova un pedaletto per l'unione tasto-pedale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Agostino Caravati, Per il restauro di S. Maria Incoronata, estratto da Il monitore tecnico, n° 1, Milano, Società editrice tecnico scientifica, 1915.
  • Antonio Bollani, S. Maria Incoronata a Milano, Milano, 1952, BNI 1953 1565.
  • Mario De Biasi, Chiese di Milano, Milano, Edizioni Celip, 1991, ISBN 88-87152-06-3.
  • Maria Teresa Fiorio (a cura di), Le chiese di Milano, Milano, Electa, 2006, ISBN 88-370-3763-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Diocesi di Milano, S. Maria Incoronata, su to.chiesadimilano.it. URL consultato il 13 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2020).
  • Milanodabere.it, Chiesa Santa Maria Incoronata, su milanodabere.it. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2013).
  • Arte.it, Chiesa Santa Maria Incoronata, su arte.it. URL consultato il 14 giugno 2013.
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