Chiesa di Sant'Andrea dei Vascellari

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Sant'Andrea dei Vascellari
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′17.5″N 12°28′39.9″E / 41.888194°N 12.47775°E41.888194; 12.47775
Religionecattolica di rito romano
TitolareAndrea apostolo
Diocesi Roma
Consacrazione821
Sconsacrazione1942
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneIX secolo
Completamento1666
Sito webwww.santandreadescaphis.com/
Sant'Andrea de Scaphis
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma
IndirizzoVia dei Vascellari 69
Caratteristiche
TipoArte moderna e contemporanea
FondatoriGavin Brown
Apertura6 aprile 2015
Sito web

L'ex oratorio di Sant'Andrea dei Vascellari, ora galleria d'arte Sant'Andrea de Scaphis, è un luogo di culto cattolico sconsacrato di Roma, situato nel rione Trastevere in via dei Vascellari.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La consacrazione della chiesa risale al pontificato di papa Pasquale I nell'821. I documenti medievali attestano l'esistenza della chiesa utilizzando numerose denominazioni: de scafis, delli scaphi, delli Schachi, delle scaphe, delli scacchi, de Scaffis. Tutti questi nomi fanno riferimento alle imbarcazioni di modeste dimensioni che transitavano sul Tevere nei pressi del tempio.[2]

È pure attestato che fino al 1574 essa era sede di parrocchia che aveva «una rendita annua di 34 scudi e 12 boccali di vino», pi unita alla vicina parrocchia di San Salvatore de Pede Pontis.[3] Venne affidata all'università dei Salumieri che operò un intervento di restauro e l'anno successivo diventò oratorio della confraternita del Santissimo Sacramento di Santa Cecilia ad essa collegata. Nel 1666 la chiesa fu restaurata nuovamente ed affidata alla confraternita dei vasai (chiamati "vascellari"), nuova denominazione di quella precedente.[4] A partire dalla soppressione dell'università dei vascellari avvenuta nel 1801 (la confraternita continuò ad esistere fino al 1945 circa) l'oratorio cadde in abbandono e nel 1942 fu sconsacrato ed adibito ad usi civili, mentre gli arredi furono trasferiti nella vicina basilica di Santa Cecilia.[5] Dal 6 aprile 2015 è una galleria d'arte di proprietà del newyorkese Gavin Brown.[6]

Caratteristica di quest'oratorio era la "processione dei bucaletti", i boccali di coccio costruiti dai vascellari, promotori della processione, nella quale veniva portata per le strade la statua della Madonna del Carmine utilizzata nella Festa de Noantri; la processione terminava spesso con episodi di ubriacatura molesta e omicidi, per cui fu vietata da papa Gregorio XVI (1831-1846).[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'ex oratorio sorge all'angolo tra via dei Vascellari (sul quale dà il prospetto principale) e via dei Salumi. La facciata è a capanna, con terminazione piana oltre l'ampio timpano triangolare dotato di cornicioni aggettanti. Al centro della parte inferiore vi è il portale rinascimentale con cornice marmorea, mentre in alto vi sono due finestre rettangolari. È ancora visibile il campanile a vela a due fornici. All'interno l'edificio è costituito da un unico ambiente, già soppalcato dopo la sconsacrazione, costituito dall'unica navata priva di abside e coperto con soffitto a travi lignee ad unico spiovente. Degli arredi sacri rimangono la cantoria lignea in controfacciata sorretta da due colonne tuscaniche e, a ridosso della parete di fondo, l'ancona dell'altare - priva di mensa - in stucco dipinto a finto marmo.[8] Fra le opere provenienti da Sant'Andrea vi è una pala in ceramica con i Santi Andrea apostolo, Cecilia e Salomè.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ C. Rendina, p. 27.
  2. ^ C. Hülsen, p.192.
  3. ^ M. Armellini, p. 676.
  4. ^ L. Gigli (a cura di), p. 160.
  5. ^ a b F. Lombardi, p. 318.
  6. ^ Una galleria d’arte in una chiesa sconsacrata di Trastevere. Gavin Brown apre a Roma il suo nuovo spazio. Inaugurazione ad aprile, su arttribune.com, 17 febbraio 2018. URL consultato il 14 settembre 2018.
  7. ^ C. Rendina, pp. 27-28.
  8. ^ L. Gigli (a cura di), p. 162.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]