Chiesa di San Vittore martire

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Chiesa di San Vittore martire
Collegiata di San Vittore Mauro
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàBalerna
IndirizzoVia San Gottardo 98a, 6828 Balerna
Coordinate45°50′58.81″N 9°00′28.4″E / 45.84967°N 9.00789°E45.84967; 9.00789
Religionecattolica
TitolareVittore il Moro
Diocesi Lugano
Stile architettonicoRomanico, tardo barocco
Inizio costruzionesecolo XIV
Completamentosecolo XVIII

La chiesa di San Vittore martire[1] è un luogo di culto cattolico di Balerna, esistente almeno dall'VIII secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene l'edificio odierno risalga al periodo fra il XIV e il XVIII secolo e mostri elementi dell'architettura romanica e di quella tardobarocca, la prima menzione del luogo di culto, seppure indiretta, risale al 789, quando fu citata l'esistenza di una chiesa battesimale nella zona. La struttura, tuttavia, è forse antecedente: la sua fondazione potrebbe essere ricondotta alla cristianizzazione del Sottoceneri, fra il V e il VI secolo[2], ma nessun documento dell'epoca comprova quest'assunto. Le prime notizie dirette e certe risalgono all'XI secolo, quando l'edificio fu citato come capopieve e sede di capitolo, una condizione che tuttavia potrebbe essergli stata attribuita anche prima. La chiesa fu probabilmente distrutta e certamente ricostruita nel XII secolo, quando fu realizzata l'abside (esplorata da una ricerca archeologica nel 1971). In stile romanico,[3] l'abside presenta un volume scandito da lesene e da un'archeggiatura in cotto i cui peducci in pietra sono con certezza del XII secolo. Un'ulteriore modifica, consistente in un ampliamento, fu effettuata nel tardo Trecento. Nel XVII secolo, invece, fu realizzato il campanile, in stile barocco: a realizzarlo, fra il 1658 e il 1661, fu forse Agostino Silva. Fu invece certamente Silva a progettare la facciata, anch'essa barocca, completata però dopo la morte del suo autore: la definizione dei volumi in serizzo, divisi in due ordini dominati da un attico con una finestra termale e decorati parzialmente da colonne e un arco a sesto ribassato, risale infatti al 1744. Un'ultima modifica si deve infine a Pier Luigi Fontana, che nel 1818 abbatté le pareti divisorie delle cappelle laterali.

Campane[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile della collegiata di San Vittore accoglie 5 campane di grandi dimensione. Esse sono state rifuse nel 1836 dalla fonderia di Michele Comerio di Malnate. Le 5 campane sono in tonalità Si2, Do#3, Re#3, Mi3, Fa#3 e sono elettrificate, recentemente sono stati cambiati i motori.

Le 5 campane di Balerna sono famose per il detto "Stunaa cumé i campan da Balerna" opppure

"Ai van dacordi cumé i campan da Balerna" perché intorno al 1810 un'inclinazione della campana maggiore ha causato la stonatura della campane.

Tutto il concerto (cioè le 5 campane) pesa in tutto circa 600 tonnellate.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di San Vittore martire, su Inventario dei beni culturali, 6 settembre 2010. URL consultato l'11 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2012).
  2. ^ Collegiata di San Vittore, su turismo.valledimuggio.ch. URL consultato il 27 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
  3. ^ TCI, p. 56.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 15.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 199-201.
  • Alessandro Cruciani, GUIDA D'EUROPA, Svizzera, Milano, Touring Club Italiano, 1973.
  • Giuseppe Martinola, Inventario d'Arte del Mendrisiotto, I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 33-54.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 365, 367.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 456, 459.
  • Andrea Spiriti, Giorgio Mollisi, I Pozzi di Valsolda e gli Avogadro di Tradate. Una collaborazione tra Ticino e Lombardia (con una prima catalogazione delle opere), in Arte&Storia, anno 8, numero 43, aprile-giugno 2009, Edizioni Ticino Management S.A., Lugano 2009.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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