Chiesa di San Procolo (Bologna)

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Chiesa di San Procolo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàBologna
Indirizzovia D'Azeglio 52 ‒ Bologna (BO) e via D'Azeglio, 54
Coordinate44°29′22.41″N 11°20′27.45″E / 44.489558°N 11.340958°E44.489558; 11.340958
Religionecattolica di rito romano
Arcidiocesi Bologna
Stile architettonicorinascimentale
Inizio costruzioneXI secolo circa
Sito webwww.chiesadisanprocolo.com

La chiesa di San Procolo è una chiesa cattolica parrocchiale dedicata a San Procolo, uno dei tre protomartiri compatroni di Bologna.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, di origine antichissima, venne riedificata dai monaci benedettini cassinesi nell'XI secolo ed ebbe volte gotiche a crociera fra il 1383 ed il 1407 per volontà dell'abate Giovanni di Michele.

Fra il 1535 ed il 1557 l'architetto Antonio Morandi detto Terribilia costruì la quinta campata della chiesa, il coro ed il campanile e mascherò le volte a sesto acuto per farle sembrare a tutto sesto. Nel 1744 l'architetto Carlo Francesco Dotti diresse la trasformazione interna rifatta dopo il 1826, dopo la quasi trentennale chiusura della chiesa al culto dovuta alle soppressioni napoleoniche.

Nella seconda metà del XIX secolo il pittore e ornatista Michele Mastellari decora la cupola e il transetto.[1]

Al suo interno, nella navata di destra, si trova l'organo costruito da Baldassarre Malamini nel 1580 e con aggiunte di Gatti (1746-1757) e Verati (1872 e 1883), restaurato da Franz Zanin nel 2007-2008. Sulla cantoria dell'oratorio annesso alla chiesa vi è un organo positivo del XVIII secolo.[2]

Nella chiesa è sepolto il pittore bolognese Paolo Alboni.[3][4]

Iscrizione sulla facciata della Chiesa di San Procolo
Pozzo in uno dei chiostri dell'ex convento. Foto di Paolo Monti, 1969

Iscrizione esterna[modifica | modifica wikitesto]

All'esterno della Chiesa è presente una piccola lapide, che recita uno scioglilingua[5] in latino

(LA)

«SI PROCUL A PROCULO PROCULI CAMPANA FUISSET NUNC PROCUL A PROCULO PROCULUS IPSE FORET A.D. 1393»

(IT)

«SE PROCOLO FOSSE STATO LONTANO DALLA CAMPANA DI S. PROCOLO, ORA PROCOLO SAREBBE LONTANO DALLO STESSO S. PROCOLO ANNO DOMINE 1393»

L'iscrizione è sicuramente un gioco di parole, che i più fanno risalire al racconto di uno studente, di nome Procolo, morto per il troppo studio e sepolto dentro al cimitero del Monastero di San Procolo[6][7]. Particolarità di questa interpretazione è il tono ironico verso il troppo studio, imposto già alla fine del '300 agli allievi della Università di Bologna. Una interpretazione alternativa citerebbe Procolo, centurione romano, decapitato sulle colline vicino alla città di Bologna, il cui capo sarebbe rotolato verso il basso, fino alla posizione della lapide. Si è registrata un'ulteriore interpretazione che racconta di un incidente mortale incorso nel sito: il sacrestano (Procolo) sarebbe deceduto a seguito della caduta della campana, e venne poi sepolto nei pressi della chiesa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guida di Bologna V ediz., p. 249.
  2. ^ O. Mischiati, pp. 68-69.
  3. ^ Luigi Crespi, Vite de' Pittori Bolognesi, non descritte nella "Felsina Pittrice", Bologna, Marco Pagliarini, 1769, pp. 274-275.
  4. ^ Ugo Galetti e Ettore Camesasca, Enciclopedia della pittura italiana, vol. 1, Garzanti, 1950, pp. 27-28.
  5. ^ Un antico scioglilingua: la campana di Procolo, su anobiibologna2013.wordpress.com, 15 maggio 2013.
  6. ^ http://www.miabologna.it/CD%20CURIOSITA/MONOGRAFIE/10%20PROCOLO.htm
  7. ^ https://anobiibologna2013.wordpress.com/2013/05/15/un-antico-scioglilingua-la-campana-di-procolo/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Oscar Mischiati, Gli antichi organi della Provincia e dell'Arcidiocesi di Bologna. Regesto, in L'organo. Rivista di cultura organaria e organistica, Bologna, Patron, 2008 (XL), pp. 5-365, ISSN 0474-6376 (WC · ACNP).
  • Corrado Ricci, Guida di Bologna V ediz. Bologna Nicola Zanichelli editore -1921.

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