Chiesa di San Gregorio (Messina)

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Chiesa di San Gregorio
Chiesa di San Gregorio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàMessina
Religionecattolica di rito romano
TitolarePapa Gregorio I
Arcidiocesi Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela
Architettodiversi tra cui Andrea Calamech, Filippo Juvarra, Paolo Filocamo
Interno.
Interno.
Interno, distrutto.
Interno, distrutto.
La chiesa in una fotografia precedente il terremoto.
Esterno.
Esterno, distrutto.
Madonna del Carmine di Guercino.
Madonna del Rosario di Antonello da Messina.

La chiesa di San Gregorio è stata una chiesa della città di Messina. Venne distrutta dal terremoto del 1908.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca tardo-antica e medioevale[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa e monastero sotto il titolo di «Santa Maria Extra Moenia»[3] dell'Ordine benedettino fondati da Papa Gregorio I[4] verosimilmente sorti sull'area di un tempio pagano dedicato a Giove.[4][5] Il Gran Conte Ruggero negli anni successivi alla costituzione della Contea di Sicilia lo restaurò.[6] I primitivi luoghi di culto erano documentati presso l'antica «Porta dei Gentilmeni».

Epoca rinascimentale[modifica | modifica wikitesto]

L'aggregato fu demolito nel 1537 per la realizzazione del nuovo sistema di fortificazione della città con l'intento di ricostruzione del medesimo entro le mura. Le religiose furono temporaneamente ospitate nei fabbricati presso la chiesa di san Paolo sotto la rocca Guelfonia.[6] Passate nel monastero di Sant'Opolo di San Calogero in Calabria, furono nuovamente sfrattate ricevendo un pingue risarcimento.[6]

Delle decorazioni di questo tempio è scampato all'oltraggio del tempo e delle rovine la Madonna della Ciambretta raffigurante in mosaico la Vergine col Bambino in braccio e San Gregorio genuflesso. Il manufatto fu temporaneamente trasferito nella chiesa di Sant'Agostino nell'attesa del futuro riassemblaggio nel tempio rinascimentale.[4]

Il 10 ottobre 1542 in seguito alla riunione degli ospedali della città di Messina, confluiti nel Grande Ospedale della Pietà, alle religiose fu assegnato l'antico fabbricato dell'Ospedale di Sant'Angelo alla Caperrina.[5] Nel 1570 a ricostruzioni ultimate furono richiamate le monache ancora di stanza in Calabria.[7]

La nuova chiesa fu edificata entro la cinta muraria nel 1588,[8] su disegni di Andrea Calamech, con impianto a croce greca allungata,[5] cupola all'incrocio tra navata coperta con volta a botte e transetto molto spostato verso l'ingresso, dando profondità al presbiterio. All'interno fu ricollocato il mosaico in nicchia su fondo oro raffigurante la Madonna della Ciambretta. Il manufatto faceva parte del patrimonio artistico dell'antica chiesa di San Gregorio, opera siculo-normanna d'ignoto autore del '200, oggi esposta al Museo regionale.[5]

Il 7 marzo 1688 avvenne la solenne consacrazione presieduta dall'arcivescovo Francisco Álvarez de Quiñones.[7] Allo stesso anno risale la realizzazione della scalinata.

Epoca barocca[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del XVII secolo fu adornata di ricchi rivestimenti marmorei, alcuni dei quali oggi esposti presso il Museo Regionale di Messina. Nel 1703 Filippo Juvara intervenne all'interno della chiesa, lavorando nella zona del presbiterio, dove realizzò le finestre e completò la parte alta dell'altare maggiore. Grazie a una lettera di raccomandazione della sua committente, la badessa del monastero appartenente alla famiglia Ruffo, ottenne una lettera di presentazione per trasferirsi a Roma per studiare architettura. Tornato a Messina nel 1705 completò quanto aveva iniziato realizzando un sistema di coretti simmetrici nelle pareti del presbiterio e un coro sopraelevato all'ingresso, costituendo il vestibolo addossato alla controfacciata dell'edificio.[9]

Il campanile dalla caratteristica forma elicoidale, riscontrabile nella lanterna della cupola di Sant'Ivo alla Sapienza, fu edificato nel 1717, forse su progetto di Paolo Filocamo, pittore e architetto dilettante amico di Filippo Juvarra[10] Esso si ergeva a spirale in forma di chiocciola con finestrelle e motivi ornamentali, terminando con la tiara e le chiavi pontificie.[3] Il ciclo di affreschi delle volte e cupola, opere di Antonio Filocamo e fratelli arricchirono le pareti degli interni nel 1716.[7][5]

La facciata, di cui si ignora il progettista, fu riedificata nel 1743[3] a spese di suor Saveria Ruffo - Colonna che fece apporre il proprio stemma sul finestrone posto sulla porta d'ingresso.

Il terremoto della Calabria meridionale del 1783 determinò la scomparsa del grandioso apparato pittorico dei Filocamo, in seguito al ripristino degli intonaci e delle volte lesionate, le pitture perdute furono sostituite con un ciclo di affreschi di Giuseppe Paladino.

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

In seguito al terremoto del 1908 il campanile crollò fino all'altezza delle due finestre del primo piano, la facciata subì gravissimi danni interrotta appena sopra l'architrave della porta d'ingresso. Per entrambi i monumenti fu decretato l'abbattimento.

Manufatti del campanile furono riutilizzati per la torre campanaria della chiesa dello Spirito Santo.[11]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Sono documentati manufatti e preziosi rivestimenti in marmi mischi opera dello scultore Vincenzo Tedeschi.[12]

Transetto, braccio destro:

Transetto, braccio sinistro:

  • Parete meridionale: Cappella della Madonna della Ciambretta. Altare dedicato alla Madonna della Ciambretta, ospitante il mosaico omonimo attorniato dai dipinti su rame di Alessandro Fei.[5][15][13] Ambiente patrocinato da Giulia Spadafora Alliata e completato nel 1628.
  • A destra: Cappella di San Benedetto. Altare dedicato a San Benedetto, nell'edicola il dipinto raffigurante San Benedetto fra San Placido e San Mauro, opera di Antonello Riccio.[7][5][14][13]
  • A sinistra: Cappella del Santissimo Crocifisso. Altare dedicato al Crocifisso, manufatto portato a compimento nel 1670.

Presbiterio e cappella maggiore con monumentale ciborio completati nel 1642 e seguenti.

Monastero di San Gregorio[modifica | modifica wikitesto]

Per strutture e localizzazione dal 1806, fu adibito a sede del «Pubblico Museo Peloritano», nel 1890 il Comune di Messina lo qualificò "Museo Civico Peloritano". Fino al terremoto del 1908 vi era custodito l'ingente patrimonio artistico cittadino, oggi trasferito presso il Museo regionale.

Le due istituzioni religiose, chiesa e monastero, vantavano già una ricca raccolta documentata di opere proprie:

Fonte marmorea raffigurante tre cavalli marini sormontati da un delfino cavalcato da un putto, opera di Ignazio Brugnani del 1739.[5]

Parlatorio[modifica | modifica wikitesto]

Oratorio delle Madri[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Paolo alla Caperrina[modifica | modifica wikitesto]

Ospedale di San Paolo alla Caperrina[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]


Madonna della Ciambretta, Museo regionale di Messina

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 334, Abate Francesco Sacco, "Dizionario geografico del Regno di Sicilia", [1] Archiviato il 12 giugno 2018 in Internet Archive., Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1800.
  2. ^ Pagina 72, Giuseppe Martinez, "Icnografia e guida della città di Messina" [2] Archiviato il 30 ottobre 2018 in Internet Archive., Messina, Tipografia Ribera, 1882.
  3. ^ a b c Caio Domenico Gallo, pp. 157.
  4. ^ a b c Caio Domenico Gallo, pp. 154.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n Giuseppe Fiumara, pp. 17.
  6. ^ a b c Caio Domenico Gallo, pp. 155.
  7. ^ a b c d e f g h i Caio Domenico Gallo, pp. 156.
  8. ^ Pagine 52, 53. Giuseppe La Farina, "Messina e i suoi monumenti". [3] Archiviato il 28 luglio 2017 in Internet Archive..
  9. ^ F. Lenzo, "Filippo Juvarra a Messina: La chiesa di san Gregorio", in "Annali di architettura" n.15, 2003.
  10. ^ F. Lenzo, Il campanile di San Gregorio e Paolo Filocamo, in "Lexicon. Storie e architetture di Sicilia", 1, 2005, pp. 31-40.
  11. ^ Panoramio - Photo of La facciata e il campanile della Chiesa dello Spirito Santo Archiviato il 30 ottobre 2016 in Internet Archive..
  12. ^ Pagina 420, Saverio Di Bella, "La rivolta di Messina (1674-78) e il mondo mediterraneo nella seconda metà del Seicento" [4], Volume unico, Messina, Luigi Pellegrini Editore, 1975.
  13. ^ a b c d e Giovanna Power, pag. 20.
  14. ^ a b c d e f Pagina 53. Giuseppe La Farina, "Messina e i suoi monumenti". [5] Archiviato il 28 luglio 2017 in Internet Archive..
  15. ^ Grano - Hackert, pp. 72.
  16. ^ Pagina 55. Giuseppe La Farina, "Messina e i suoi monumenti". [6] Archiviato il 28 luglio 2017 in Internet Archive..
  17. ^ Pagina 70, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" [7], Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
  18. ^ Pagina 56. Giuseppe La Farina, "Messina e i suoi monumenti". [8] Archiviato il 28 luglio 2017 in Internet Archive..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Buonfiglio Costanzo, Messina, città nobilissima descritta in VIII libri, (rist. fotolit. a cura di P. Bruno, Messina 1976), Venezia 1606, ff. 22-23.
  • S. Maurolico, Historia Sagra intitolata Mare Oceano di tutte le Religioni del Mondo, Messina 1613, p. 33.
  • P. Samperi, Iconologia della gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina, Messina 1644, (rist. anast. in 2 voll., con introduzioni di G. Lipari, E. Pispisa, G. Molonia, Messina 1990), pp. 409–419.
  • G. Cuneo, Avvenimenti della nobile città di Messina. Occorsi dalli 15 Agosto 1695 nel qual giorno si promulgò la scala franca, presentazione di G. Barbera, saggio introduttivo di G. Molonia, trascrizione e cura di M. Espro, Messina 2001.
  • F. Susinno, Le vite de' pittori messinesi, ms. 1724, ed. a cura di V. Martinelli, Firenze 1960, pp. 70–71, 94, 152, 284.
  • P. Samperi, Messana duodecim titulis illustrata, Messina 1742, t. I, p. 617.
  • C. La Farina, Lettera XIII (1835) in Intorno le Belle Arti, e gli artisti fioriti in varie epoche in Messina. Ricerche ordinate in più lettere, premessa e note di G. Molonia, presentazione di G. Barbera, Messina 2004, pp. 145–150.
  • Messina e dintorni. Guida a cura del Municipio, Messina 1902 (rist. anast. a cura di G. Corsi, Messina 1974), pp. 327–330.
  • G. La Farina, Messina e i suoi monumenti, Messina 1840, pp. 52–56.
  • G. La Corte Cailler, Il Museo-La chiesa di S. Gregorio, in «La Sicile illustrée», numero monografico sui monumenti di Messina, Palermo 1910, pp. 22–28.
  • R. Pennisi, Chiesa e monastero di San Gregorio, «Gazzetta di Messina e delle Calabrie», Messina 16 giugno 1910.
  • G. La Corte Cailler, La donna nella beneficenza dal XII al XIX secolo, in «Atti della Reale Accademia Peloritana», vol. XXVI, 1915, IV fasc.
  • A. Salinas–G. M. Columba, Terremoto di Messina (28 dicembre 1908). Opere d'arte recuperate dalle RR. Soprintendenze dei Monumenti, dei Musei e delle Gallerie di Palermo, Palermo 1915, rist. anast. in «Quaderni dell'attività didattica del Museo Regionale di Messina», 8, Messina 1998, pp. 40–41 e 134-137.
  • Maria Accascina, Profilo dell'architettura a Messina dal 1600 al 1800, Roma 1964.
  • F. Lenzo, Filippo Juvarra a Messina: la chiesa di San Gregorio, in «Annali di architettura», n. 15, 2003, pp. 195–214.
  • A. Raffa, Le tarsie marmoree a Messina nei secoli XVII e XVIII, tesi di Dottorato in «Conservazione dei beni architettonici e ambientali. Metodi della ricerca storica», XVI ciclo, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, a.a. 2004-2005.
  • F. Lenzo, Chiesa e monastero di San Gregorio, in «Messenion d'oro», n.s., n. 4, aprile /giugno 2005, pp. 17–32.
  • F. Lenzo, San Gregorio, il campanile, Paolo Filocamo, in «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia», n. 1, 2005, pp. 31–40
  • (IT) Caio Domenico Gallo, "Annali della città di Messina... dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti", Tomo I, Messina, Francesco Gaipa, 1756.
  • (IT) Giuseppe Fiumara, "Guida per la città di Messina", Messina, 1841.
  • (IT) Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX", Messina, 1821.
  • (IT) Giovanna Power, "Guida per la Sicilia opera di Giovanna Power", Napoli, Stabilimento Poligrafico di Filippo Cirelli, 1842.
  • (IT) Giuseppe La Farina, "Messina ed i suoi monumenti", Messina, Stamperia di G. Fiumara, 1840.

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