Chiesa di San Giacomo Maggiore (Castellammare di Stabia)

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Chiesa di San Giacomo Maggiore
Facciata esterna
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàCastellammare di Stabia
Coordinate40°41′28.87″N 14°28′47.77″E / 40.691353°N 14.479936°E40.691353; 14.479936
Religionecattolica
TitolareGiacomo il Maggiore
Arcidiocesi Sorrento-Castellammare di Stabia
Consacrazione1761
ArchitettoMelchiorre Campanile
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1756
Completamento1761

La chiesa di San Giacomo Maggiore è una chiesa monumentale situata nella zona collinare di Castellammare di Stabia ed appartenente alla parrocchia della chiesa di San Matteo[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della sua guarigione, Roberto d'Angiò, che spesso risiedeva nella reggia di Quisisana, decise di costruire a Castellammare di Stabia dodici chiese, ognuna dedicata ad uno dei dodici apostoli[2]: quella dedicata a San Giacomo Maggiore, che veniva già venerato in una cappella nei pressi del castello, fu terminata nel 1362, con l'aiuto dei nobili Lorenzo Certa e Bennico Raffone[3].

In seguito la chiesa divenne la sede della confraternita della Vergine Immacolata e di San Francesco d'Assisi, divenuta poi dell'Immacolata e di San Catello, ma risultava troppo piccola e ormai fatiscente per le esigenze della comunità: il 26 aprile 1756 cominciarono i lavori di demolizione e allo stesso tempo quelli di riedificazione di un nuovo tempio, portati avanti con le offerte sia dei cittadini che dei congreganti[2]. La nuova chiesa fu consacrata il 10 agosto 1761 e fu costruita sotto la direzione dell'ingegnere Melchiorre Campanile[3]. L'edificio subì notevoli danni a seguito del terremoto dell'Irpinia del 1980 ed i lavori di restauro durarono fino al 1991[2].

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è in stile barocco[2]; il sagrato è protetto da un ampio cancello in ferro, mentre la facciata è divisa in due da una trabeazione sul quale è inciso il nome della congregazione: la parte inferiore è caratterizzata al centro da un ampio portale in legno, sulla cui sommità è riportato il nome della chiesa e lateralmente da due coppie di lesene, mentre la parte superiore reca al centro un ampio finestrone a vetrate e ai lati ugualmente due coppie di lesene; la facciata termina a timpano, con un piccolo lucernaio centrale.

All'interno la chiesa è a navata unica con volte a botte ed arco trionfale che divide la zona absidale dell'altare maggiore, con soffitto a cupola, dal resto dell'edificio[2]; su ogni lato si apre una cappella: una dedicata a San Giacomo, con tela del santo, opera di Leopoldo Correa, l'altra dedicata alla Natività[3]. L'altare maggiore è realizzato in marmo policromo ed è delimitato da due teste di putti; il ciborio è in marmo ed ha la porta del tabernacolo in argento sulla quale sono raffigurati il Buon Pastore e lo Spirito Santo. Alle spalle dell'altare maggiore un coro ligneo in tre ordini di posti[2]. Sul fondo dell'abside è posta in una cornice di stucco, una tela raffigurante l'Immacolata Concezione con ai suoi piedi un paesaggio campestre che riproduce quello dove fu fondata la chiesa: l'opera risale al XVII secolo anche se è stata fortemente modificata nel 1759 e con molta probabilità proveniente dall'antica chiesa di San Francesco, oggi chiesa dell'Oratorio[3]. In una nicchia del presbiterio, realizzata in marmi rosa, è collocata una statua in legno dell'Immacolata, chiamata a' Palummell[2], opera della bottega di Giacomo Colombo[3] e donata alla chiesa nel 1839 da Ferdinando II delle Due Sicilie. Sul lato destro invece si trova una tela che raffigura San Giacomo, realizzata nel 1871, vestito con abiti da pellegrino. Ancora su entrambi i lati, in due ovali, sono dipinti San Catello che guarda verso la città stabiese e San Gennaro che guarda verso Napoli[2].

Sul lato destro della chiesa è presente un pulpito in legno e dipinto in oro, a cui si accede da una scala dalla sagrestia. Sullo stesso lato, nei pressi dell'ingresso, è una nicchia contenente una statua in legno di San Giuseppe, donata alla chiesa nel 1877 e restaurata negli anni novanta. Sopra l'ingresso, su un contrafforte a botte, è posto l'organo[2]. La sagrestia, di forma rettangolare, ha il soffitto dipinto con diverse figure sacre e scritture ed al centro una raffigurazione dell'Immacolata con ai lati San Giacomo e San Catello, risalente al 1924[3]; sulle pareti, ai quattro lati, in quattro lunette, sono ritratti gli evangelisti. Sul fondo della sagrestia è presente un altare in marmo, retto da due colonne. Nel tempio è inoltre conservata un'urna funeraria e un crocefisso, entrambi del XIX secolo[3].

Sotto tutta la lunghezza della chiesa è presente la cripta, aperta nel 1758[3], dove venivano un tempo seppelliti i membri della congrega: si tratta di un ambiente a navata unica, con abside circolare delimitato da sei colonne; caratteristica è la pavimentazione realizzata in maioliche: oggi la cripta è utilizzata come ossario[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le parrocchie di Castellammare di Stabia, su liberoricercatore.it. URL consultato il 22 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2012).
  2. ^ a b c d e f g h i j Storia e descrizione della chiesa di San Giacomo Maggiore, su liceo-severi.it. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  3. ^ a b c d e f g h La chiesa di San Giacomo Maggiore, su comune.castellammare-di-stabia.napoli.it. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2012).
  4. ^ a b c La fontana e l'acqua di San Giacomo, su liceo-severi.it. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  5. ^ a b Fontana San Giacomo, su comune.castellammare-di-stabia.napoli.it. URL consultato il 22 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Egidio Valcaccia, Le confraternite nel centro antico di Castellammare di Stabia, Castellammare di Stabia, Longobardi Editore, 2006, ISBN 88-8090-225-3.
  • Giuseppe D'Angelo, Castellammare di Stabia, luogo d'arte cultura e tradizione, Castellammare di Stabia, Longobardi Editore, 1997, ISBN 88-8090-068-4.

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