Chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata (Catania)

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Chiesa di San Francesco all'Immacolata
Chiesa di San Francesco all'Immacolata, Catania
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàCatania
Coordinate37°30′10.1″N 15°05′06″E / 37.502806°N 15.085°E37.502806; 15.085
Religionecattolica
Arcidiocesi Catania
Stile architettonicoBarocco siciliano
Inizio costruzioneXVIII secolo
Piazza San Francesco

La chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata si trova sulla piazza San Francesco d'Assisi nel centro storico di Catania, nel quartiere San Francesco dei Corbisari - Teatro e Odeon romani di Catania.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca romana[modifica | modifica wikitesto]

Il sito ospitava un tempio pagano dedicato alla dea Demetra. (Cibele/Cerere)

Epoca sveva[modifica | modifica wikitesto]

Epoca aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Epoca spagnola[modifica | modifica wikitesto]

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

In prospettiva dal sagrato, le statue di Sant'Agata che regge una tavoletta in cui sono segnate le lettere MSS/HD/et/PL e, alle spalle, in alto, quella di San Francesco di Assisi

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo della chiesa si erge con il prospetto di pietra calcare, rivolto con tre porte a ponente; il sagrato è preceduto da una scalinata di pietra lavica dell'Etna, con un cancello in ferro battuto ed una balaustrata con quattro pilastri che sorreggono le statue imponenti, rappresentanti da sud a nord: San Giuseppe da Copertino, Sant'Agata, Santa Chiara d'Assisi e San Bonaventura[2].

La facciata fu edificata intorno al 1854[2] con sedici semicolonne addossate alle mura e tre simulacri rappresentanti – da sud a nord – Sant'Antonio di Padova, l'Immacolata Concezione dietro una cancellatina decorata di lampade, San Francesco di Assisi.

Nel frontone sono scolpite le insegne di San Francesco e sulla cuspide sono altre figure intorno alla croce di ferro.

Ai lati del frontone si notano verso l'alto due torrette quadrangolari con aperture, e sono sormontate da cupolini sui quali sono piantate le banderuole in ferro e le iniziali indicanti i quattro punti cardinali. Di queste torrette la settentrionale serve da campanile con tre bronzi sacri.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Navata centrale.

L'interno dell'impianto basilicale a croce latina è ripartito in tre navate divise per mezzo di sei pilastri e con il pavimento in marmo a quadrelloni bianchi ed azzurri. L'apparato decorativo in stucco è realizzato da Giuseppe Gianforma con la collaborazione del figlio Gioacchino e rifiniture dello stuccatore Filippo Cunsolo.[3]

Navata destra[modifica | modifica wikitesto]

Navata sinistra[modifica | modifica wikitesto]

Transetto[modifica | modifica wikitesto]

Navata sinistra.
Altare Santissimo Crocifisso.
Braccio destro[modifica | modifica wikitesto]
  • Cappella di Sant'Antonio di Padova. Sulla parete è collocato il quadro raffigurante Sant'Antonio di Padova del XV secolo recante il cartiglio con la scritta «Petunt et accipiunt iuvenes et cani», fanno da cornice 10 scene riproducenti episodi della vita del taumaturgo. Sotto la mensa è collocata una Dormienza di Maria.
  • Pilastro absidale. Nella crociera all'intersezione con l'abside centrale, si trova la targa commemorante e la moderna sepoltura della regina Eleonora d'Angiò, consorte di Federico III di Sicilia e patrocinante del primitivo edificio. La sovrana era sepolta in questa chiesa fino al terremoto del Val di Noto del 1693.
Absidiola destra[modifica | modifica wikitesto]
  • Cappella dell'immacolata Concezione. Sull'altare è collocato il dipinto raffigurante l'Immacolata Concezione di Antonio Licata, opera dipinta a Roma nel 1850c. L'altare è ricco di diaspri policromi di Sicilia con angeli in marmo di Carrara seduti ai lati della mensa e rivolti verso il centro della sopraelevazione. Negli affreschi della cupola del XVIII secolo sono raffigurati la Santissima Trinità e il Cristo glorificato, la Madonna nelle accezioni più importanti: l'Immacolata Concezione e l'Assunzione in cielo attorniata da San Giuseppe, San Giovanni Battista, il profeta Davide con l'arpa e altri personaggi. Ancora Angeli nelle vele, due coppie di angeli danzanti sull'arco interno, su quello esterno, l'angelo a destra reca lo «Speculum justitiæ», l'altro a sinistra regge la «Domus aurea», immagini ispirate alle Litanie lauretane.
Presbiterio - abside[modifica | modifica wikitesto]

Ai lati sono presenti monumentali cantorie lignee. Il coro e l'organo sono nel presbiterio, rispettivamente dietro e lateralmente all'altare maggiore. Lo strumento è celebre per le esercitazioni di Vincenzo Bellini, il grande compositore da giovane abitava nel prospiciente Palazzo Gravina Cruyllas.

Sull'altare in marmo policromo, lo sportellino del ciborio è realizzato con un mosaico in lapislazzuli su una base in oro cesellato, opera di Paolo Guarna del 1574. Gli affreschi sono opera di Francesco Sozzi, costituisce pala d'altare il dipinto raffigurante l'Indulgenza della Porziuncola.

Sul soffitto dell'abside è realizzato in stucco l'Agnello dell'Apocalisse sul libro dei sette sigilli.

Absidiola sinistra[modifica | modifica wikitesto]
  • Cappella del Sacro Cuore, primitiva Cappella del Santissimo Crocifisso. Sull'altare è collocata la statua del Sacro Cuore. Risalgono al 1909 gli affreschi del catino absidale, opere del pittore catanese Alessandro Abate. Nei quattro pennacchi sono raffigurati degli angeli che recano i simboli della Passione, sul soffitto gli affreschi presentano scene del mistero della Redenzione: la Santissima Trinità che decreta l'incarnazione del Redentore e Cristo con la Croce sconfigge le forze del male.
    • Altare del Santissimo Crocifisso. Sulla sinistra dell'absidiola è presente l'Altare del Santissimo Crocifisso costituito da Crocifisso ligneo disposto su reliquiario, ricostruzione ex novo del primitivo ambiente operata nel 1902.
Braccio sinistro[modifica | modifica wikitesto]
  • Cappella di San Francesco d'Assisi. Sulla parete campeggia l'Estasi di San Francesco d'Assisi, opera di Giuseppe Guarnaccia, allievo di Sebastiano Conca, dipinto altrimenti conosciuto come il Miracolo delle Stimmate del 1770c., sulla mensa fa mostra una statua raffigurante San Pio.

Opere documentate[modifica | modifica wikitesto]

  • XVI secolo, San Giacomo, dipinto su tavola, opera documentata nella Cappella Torre di Polidoro da Caravaggio.[6]
  • Cappella Torre.
  • Sepolcreto Gioeni MDCCXLII.[7]
    • Annibale Gioeni.
      • Raimondo Gioeni.
        • Federico Gioeni.
  • Lorenzo e Agata Gioeni 1581.

Convento dei Frati Minori Conventuali[modifica | modifica wikitesto]

Il Convento dei Frati Minori Conventuali ebbe la sua prima sede nel XIII secolo (1256) accanto alla chiesa di San Michele Arcangelo, in quella che oggi è Piazza Federico II di Svevia, di fronte al Castello Ursino, ma a seguito di contenziosi e contrasti con l'Imperatore ed i suoi discendenti questi frati ebbero una loro sede definitiva solo nel 1329 grazie alla Regina Eleonora d'Angiò, moglie del Re di Trinacria Federico III d'Aragona. Dopo il Terremoto del Val di Noto del 1693 fu ricostruito forse da Giovanni Battista Vaccarini, e in quella che oggi è Via Vittorio Emanuele II crollò il cosiddetto "Arco di Marcello" (i cui resti vennero demoliti), ritenuto in seguito a dei ritrovamenti archeologici nel XIX secolo un podio templare più che un arco.

Confraternita degli Schiavi dell'Immacolata Concezione di Maria[modifica | modifica wikitesto]

  • Confraternita degli Schiavi dell'Immacolata Concezione di Maria, sodalizio attestato con patrocinio della Cappella delle Anime Purganti e della relativa cripta.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 79, Antonio Mongitore, "Palerma divoto di Maria Vergine, e Maria Vergine protettrice di Palermo ..." [1] Archiviato il 16 ottobre 2017 in Internet Archive., Tomo primo, Palermo, Gaspare Bayona, 1719.
  2. ^ a b Giuseppe Rasà Napoli, Guida e breve illustrazione delle chiese di Catania e sobborghi, Tringale Editore, Catania, 1984 (rist. an., Guida delle chiese di Catania e sobborghi..., tip. M. Galati, 1900), pp. 167-168.
  3. ^ Pagine 122, 123, 174, 223 e 228, Francesco Costa, "San Francesco all'Immacolata di Catania: guida storico-artistica" [2], Biblioteca Francescana Officina di Studi Medievali, Palermo, 2007.
  4. ^ Pagina 56, Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX." [3] Archiviato il 10 novembre 2016 in Internet Archive., Messina, 1821.
  5. ^ Pagina 152, Gioacchino di Marzo, "La pittura in Palermo nel Rinascimento. Storia e Documenti" [4], Palermo, Alberto Reber, 1899.
  6. ^ Pagina 230, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" [5], Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
  7. ^ Pagina 407, Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, "Della Sicilia Nobile" [6], Volume unico, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli per Pietro Bentivenga, 1757.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Rasà Napoli, "Guida alle Chiese di Catania", Tringale Editore, Catania, 1984
  • Citti Siracusano, "La pittura del Settecento in Sicilia". Roma, De Luca Editore, 1986.
  • Francesco Costa, "San Francesco all'Immacolata di Catania: guida storico-artistica" [7], Palermo, Officina di Studi Medievali, DEA Store, 2007.

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