Chiesa di Ognissanti (Parma)

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Chiesa di Ognissanti
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàParma
Indirizzostrada Nino Bixio 113
Coordinate44°47′51.93″N 10°19′09.99″E / 44.797758°N 10.319443°E44.797758; 10.319443
Religionecattolica di rito romano
TitolareTutti i Santi
Diocesi Parma
ArchitettoPaolo Gazzola
Stile architettonicobarocco e neoclassico
Inizio costruzione1458
Completamento1826

La chiesa di Ognissanti è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche e neoclassiche, situato in strada Nino Bixio 113 a Parma, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Parma Oltretorrente.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi documenti riguardanti la chiesa di Ognissanti a Parma risalgono al 1230; nel 1317 il tempio era alle dipendenze del monastero delle benedettine di Sant'Alessandro.

La chiesa venne rifatta una prima volta nel 1485 e poi nuovamente ampliata nel 1562, quando inglobò l'oratorio di Santa Teopista; assunse la forma attuale nel corso del XVIII secolo e la facciata fu realizzata nel 1826 da Paolo Gazzola.

Nel 1610 Giovanni Lanfranco dipinse per l'altare maggiore della chiesa il Paradiso, sottratto dai francesi e trasportato a Parigi nel 1799 e ora nella Galleria nazionale di Parma.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è a navata unica, con volta a botte e cinque cappelle laterali per parte.

L'edificio conserva numerosi dipinti: l'Immacolata Concezione di Pietro Melchiorre Ferrari, la Madonna con le sante Liberata e Teopista di Antonio Pasini, San Giovanni Battista e il sogno di Giuseppe di Giuseppe Peroni, la Madonna del Rosario di Giovanni Gaibazzi. I quadri della Via Crucis sono stati attribuiti a Francesco Scaramuzza.

Nel 1802 venne trasferito in Ognissanti l'organo realizzato da Bernardo Poncini nel 1747 per il monastero soppresso di Sant'Agostino.

Organo[modifica | modifica wikitesto]

Nella chiesa, sopra un'apposita cantoria lignea dipinta a finto marmo, si trova un antico organo a canne costruito nel 1747 dall'organaro parmigiano Bernardo Poncini e restaurato nel 1928 dalla ditta Pedrini.

Lo strumento, a trasmissione meccanica, ha un'unica tastiera con prima ottava scavezza ed una pedaliera a leggio scavezza costantemente unita al manuale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Felice da Mareto, Chiese e conventi di Parma, Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, Parma 1978. pp. 250–251.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • L'organo, su accademiaorganisticadiparma.it.