Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Mendrisio)

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Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
Scorcio della facciata
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàMendrisio
IndirizzoPiazza del Ponte, 6850 Mendrisio
Coordinate45°52′14.92″N 8°59′21.34″E / 45.87081°N 8.98926°E45.87081; 8.98926
Religionecattolica
TitolareCosma e Damiano
Diocesi Lugano
Consacrazione1887
ArchitettoLuigi Fontana di Muggio
Stile architettoniconeoclassico,
Completamento1923
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano

La chiesa dei Santi Cosma e Damiano[1], a Mendrisio, è un edificio ecclesiastico neoclassico, considerato il più monumentale del secondo Ottocento nel Canton Ticino[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'alto Medioevo Mendrisio dipendeva dalla pieve di Balerna, ma la parrocchia locale ottenne successivamente l'indipendenza. Fu così realizzata una chiesa parrocchiale, la cui prima attestazione indiretta risale al 1275, con una seconda citazione, in questo caso diretta, nel 1323. Nel tardo Seicento la chiesa fu ricostruita in stile barocco e nel 1672 fu consacrata. Fra il 1863 e il 1875, tuttavia, l'edificio fu raso al suolo e ricostruito con le forme attuali su un progetto di Luigi Fontana. La nuova chiesa, con pianta a croce greca, un presbiterio e un coro disposti in emiciclo, una cupola dotata di lanterna e (a partire dal 1879) una scalinata d'accesso, fu riconsacrata nel 1887. Nel 1907 furono realizzati il campanile e la facciata, dotata di un portico a tre fornici con colonne e lesene angolari corinzie. I lavori in facciata si conclusero nel 1922.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

All'interno sono presenti delle semicolonne corinzie di sostegno al cornicione (1869-1875). Tra gli autori il Fescoggia. All'interno della cupola sui pennacchi sono da segnalare gli Evangelisti. L'altare maggiore mostra un tabernacolo a tempietto e degli angeli cerofori è degli anni 1669-1670,[3] fu restaurato nel 1950 con l'eliminazione delle porte laterali. Rilevanti l'urna lignea nella mensa, con il corpo santo di San Feliciano martire romano. La salma fu traslata nel 1745 dalle catacombe romane di Sant'Agnese.

Sulla parete sinistra troviamo:

Facciata laterale

Nella cappella del battistero si trovano:

La cappella di Sant'Antonio di Padova ci mostra l'altare realizzato nel 1878 dal Cremonini, una statua lignea del Santo del 1932 (Runggaldier,). I quadri riguardano i miracoli di sant'Antonio e di san Carlo Borromeo (seconda metà del secolo XVII).

Nella navata ci sono degli oli su tela che ritraggono il Crocifisso con i santi Cosma e Damiano, Sant'Isidoro Agricola e San Grato vescovo attribuiti alla bottega dei Torriani e dipinti nel XVII e Santa Rita da Cascia di Tita Pozzi. Nell'altra cappella ci sono un crocifisso ligneo del secolo XVII eu arredo liturgico di Paolo Bellini[7] del 1974.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La chiesa dei Santi Cosma e Damiano - Inventario dei beni culturali (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2013).
  2. ^ Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, su turismo.valledimuggio.ch. URL consultato il 17 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2014).
  3. ^ Chiesa dei SS. Cosma e Damiano e Torre medioevale | ticino.ch, su ticino.ch. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  4. ^ Ricercamusica.ch: Lorenzo e Pietro Bernasconi.
  5. ^ Francesco Rusca Castello.
  6. ^ Agostino Silva, in Dizionario storico della Svizzera.
  7. ^ Sikart: Paolo Bellini.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 204.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 414.
  • Giuseppe Martinola, Inventario d'arte del Mendrisiotto, I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 221-236.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 356-358.
  • Mario Medici, Storia di Mendrisio, I, Banca Raiffeisen di Mendrisio, Mendrisio 1980, 56-197.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 444-445.

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