Charles Edwin Fripp

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Ritratto di Charles Edwin Fripp

Charles Edwin Fripp (Londra, 4 settembre 1854Montreal, 1906) è stato un pittore e illustratore britannico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio del pittore George Arthur Fripp, a sua volta appartenente ad una famiglia dalla forte propensione artistica: suo bisnonno era il pittore Nicholas Pocock, così come suo zio Alfred Downing Fripp e suo fratello Thomas William Fripp, mentre l'altro fratello Robert McKay Fripp fu uno dei principali esponenti del movimento architettonico Arts and Crafts in Canada.[1]

L'ultima resistenza a Isandlwana

Affiliato fin da giovane alla Royal Watercolour Society, venne assunto come illustratore dal quotidiano The Graphic.[1] Specializzatosi in soggetti bellici, fu inviato in Sudafrica come corrispondente per la guerra anglo-zulu del 1879; al seguito dell'esercito inglese fu tra i primi a tornare nel Regno Zulu dopo la sconfitta subita dai britannici nella battaglia di Isandlwana, sul cui campo di battaglia i caduti inglesi giacevano ancora insepolti nonostante fossero passate già molte settimane. Fripp, turbato dalla visione, ne fu ispirato per realizzare il suo lavoro più famoso, L'ultima resistenza a Isandlwana, che tuttavia terminò solo nel 1885.[2] Il ritratto, nonostante la sua indubbia qualità, ebbe tuttavia poco successo quando venne esposto alla Royal Academy of Arts, a causa della riluttanza del pubblico inglese a ricordare la pesante disfatta di pochi anni prima.[2]

Negli anni successivi continuò a fare l'inviato di guerra, documentando tutti i principali conflitti del tardo XIX secolo, segnatamente le guerre boere, la prima guerra sino-giapponese e la guerra filippino-americana.[1] Ritiratosi infine in Canada, visse dapprima nella Columbia Britannica e infine si trasferì a Montreal, dove morì nel 1906.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Charles Fripp, su askart.com.
  2. ^ a b (EN) Restoring Isandlwana, su nam.ac.uk.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN51963347 · ISNI (EN0000 0000 6662 7325 · Europeana agent/base/26844 · ULAN (EN500007405 · GND (DE1079936866 · BNF (FRcb14974255h (data) · WorldCat Identities (ENviaf-51963347