Charles De Fernex

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Charles De Fernex
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Centrocampista
Termine carriera 1905
Carriera
Squadre di club1
1902-1905Torinese6 (0)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Charles Jules De Fernex (Torino, 15 dicembre 1881Torino, 30 maggio 1919) è stato un calciatore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

De Fernex aveva cinque fratelli: Oscar, Edoardo, Eugène, Jean, Alys ed Elena.[1] Eugène e Jean furono suoi compagni di squadra al Torinese.

Al momento della morte, avvenuta improvvisamente il 30 maggio 1919, era socio della Banca Jean de Fernex, dell'Unione Italiana Cementi, della SNIA e della Società anonima Riccardo Gualino.[1]

Carriera sportivo[modifica | modifica wikitesto]

Esordì nella stagione del 1902 nel pareggio per 1-1 contro la Juventus del due marzo 1902. In quel torneo raggiunse con il suo club la semifinale del torneo, da cui fu estromesso dai futuri campioni del Genoa.[2]

La stagione seguente De Fernex con il suo club fu eliminato nella prima eliminatoria piemontese dalla Juventus.[3]

Nella stagione del 1904 De Fernex, di cui però non è attestabile la presenza in campo, fu nuovamente eliminato con i suoi nell'eliminatoria piemontese contro la Juventus.

L'anno seguente il Torinese diede forfait in entrambi gli incontri eliminatori piemontesi contro la Juventus venendo così eliminati. Nel primo incontro tra l'altro fu dato per la contemporanea assenza dei fratelli de Fernex a cui era mancata una zia oltre all'assenza di altri tre giocatori.[4]

Sui tabellini era indicato come De Fernex II.[5]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Club Campionato
Comp Pres Reti
1902 Bandiera dell'Italia Torinese CI 4 0
1902-1903 CI 1 0
1903-1904 PC 1 0
1904-1905 PC 0 0
Totale 6 0

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Carlo De Fernex, in La Stampa, 31 maggio 1919. URL consultato il 6 marzo 2017.
  2. ^ Fondazione, pp. 116-118.
  3. ^ Fondazione, p.120.
  4. ^ Fondazione, p.126.
  5. ^ Fondazione, p.155.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]