Cesare Sabelli

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Cesare Sabelli
NascitaMontepulciano, Italia, 20 novembre 1896
MorteScarsdale, Stati Uniti d'America, 8 maggio 1984
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoCorpo aeronautico militare
Anni di servizio1915-1920
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
Decorazioniqui
Dati tratti da Cesare Sabelli: un dimenticato trasvolatore atlantico[1]
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Cesare Sabelli (Montepulciano, 20 novembre 1896Scarsdale, 8 maggio 1984) è stato un aviatore italiano. Pilota italiano pluridecorato della prima guerra mondiale, tentò per due volte di effettuare un volo diretto da New York a Roma a bordo di velivoli prodotti dall'ingegnere Giuseppe Bellanca. Fallito il primo tentativo nel 1929, ritentò la sorte nel 1934, raggiungendo solamente le coste dell'Irlanda a causa di un guasto al propulsore dell'aereo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Montepulciano[2] il 20 novembre 1896, figlio di Egisto e Carmela Paragone.[1] Cresciuto in una agiata famiglia, suo padre fu per lunghi anni presidente del Tribunale della città, ricevette una raffinata e severa educazione.[3] Allo scoppio della guerra con l'Austria-Ungheria, si arruolò volontario, come ufficiale di complemento, nel Regio Esercito, venendo assegnato al 56º Reggimento di fanteria.[1] Nel 1916 chiese di transitare nel Corpo Aeronautico Militare, passando in forza al Battaglione Aviatori. Conseguito il brevetto di pilota sull'aeroporto di Pisa-San Giusto venne mandato dapprima a Busto Arsizio e poi all'aeroporto della Malpensa. Si distinse in particolarmente durante alcune azioni di guerra, per cui fu decorato con numerose onorificenze, ben 12, anche straniere.[1] Al termine della guerra, in cui aveva perso il fratello minore,[4] rimase per un breve periodo in aeronautica, prima di congedarsi nel 1920.[1] In quello stesso anno lasciò l'Italia[5] per trasferirsi negli Stati Uniti d'America, e in questa decisione giocò molto il fatto di aver stretto amicizia durante la guerra con il futuro sindaco[6] di New York Fiorello La Guardia.[7] Arrivato via nave, si stabilì a New York[7] dove avviò alcune attività industriali, tra cui quella molto proficua nel campo immobiliare, che gli consentirono di accumulare una discreta fortuna.[1] Negli Stati Uniti[8] continuò a volare, praticando anche attività sportive, e divenendo amico di alcuni noti personaggi dello spettacolo, tra cui Beniamino Gigli,[7] Tito Schipa[7] e Rodolfo Valentino, e del mondo aeronautico americano. Tra questi ultimi Ugo Veniero D'Annunzio[9] e Giuseppe Bellanca.[10]

I due tentativi di trasvolata atlantica da New York a Roma[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la doppia trasvolata atlantica realizzata da Francesco De Pinedo,[11] nel 1927 Sabelli chiese a Bellanca di costruire un velivolo adatto ad un volo senza scalo tra New York e Roma, sorvolando l'Atlantico settentrionale.[11] Anticipò subito all'industriale la somma di 75.000 dollari, mentre altri 33.000 vennero pagati dal dottor Leon Piscuilli,[12] 20.000 offerti dal giornale Hearst Newpaper[1] per avere l'esclusiva sulla storia del volo, e ulteriori fondi giunsero da privati e industrie.[7] L'ingegnere Bellanca costruì un apposito monoplano, monomotore, ad ala alta, il Roma,[7] con cui il 28 settembre 1928[7] Sabelli decollò[13] dal campo di Old Orchard Beach (Maine) in direzione di Roma. Quando fu in volo indirizzò un messaggio radio transatlantico di saluto a Guglielmo Marconi, che lo stava aspettando a Londra, il primo mai inviato da un aereo. A causa di un guasto meccanico al propulsore, manifestatosi dopo venti minuti, l'aereo dovette ritornare indietro quando aveva percorso solo una settantina di miglia sul mare tra andata e ritorno.[1]

Nel 1932[7] si rivolse ancora a Bellanca perché gli costruisse un nuovo aereo con cui ritentare l'impresa. Associatosi all'industriale George R. Poud[14] fece costruire un nuovo velivolo.[1] Il Bellanca J-300 "Leonardo da Vinci" era dotato del meglio delle tecnologia aeronautica all'epoca disponibile.[15] Per non appesantire il velivolo i due aviatori rinunciarono ad imbarcare sia il battello di salvataggio, che altri equipaggiamenti di sicurezza. Il 24 maggio 1934[1] l'aereo, con equipaggio Sabelli-Pond, decollò dall'aeroporto Floyd Bennett[1] di New York in direzione di Roma con condizioni meteorologiche avverse.[16] Superata la Nuova Scozia e Terranova l'aereo si inoltrò nell'Oceano Atlantico seguendo una rotta lungo il 53º parallelo in direzione dell'Irlanda.[17] Dopo ventinove ore di volo, quando erano a circa 100 miglia dalle coste irlandesi, il motore del velivolo iniziò a perdere olio schizzandolo sul parabrezza. Riducendo al massimo il consumo di olio, e volando a bassissima quota sulla superficie del mare, condusse l'aereo a toccare terra dopo trentatré ore presso il villaggio di Cloneyogan,[18] sulla costa della contea di Clare, nell'Irlanda occidentale. Le prime riparazioni del motore vennero eseguite dai meccanici del Corpo Irlandesi di aviazione appositamente giunti sul posto[19] e consentirono ai due aviatori di decollare fortunosamente[20] per raggiungere l'aeroporto di Baldonnel il 22 maggio.[21] Da lì partirono alla volta di Roma, ma dovettero fermarsi a Cardiff per nuovi problemi, e quindi raggiunsero Londra per effettuare le definitive riparazioni. Tali riparazioni richiesero altro tempo, e solo l'11 giugno[17] i due aviatori raggiunsero Roma, dove il giorno dopo furono ricevuti dal capo del governo Mussolini,[17][22] dal Sottosegretario di stato e Capo di stato maggiore della Regia Aeronautica Giuseppe Valle,[17] e nei giorni successivi dal re Vittorio Emanuele III.[23][24]

Dopo essere stati in visita a Montepulciano,[17] accolti con tutti gli onori dalle autorità cittadine, i due aviatori ripartirono alla volta degli Stati Uniti. Dopo aver raggiunto le coste del Galles, a causa di una fittissima nebbia che gravava sulla zona, l'aereo si distrusse in prossimità di Capo Saint David. I due piloti uscirono dai rottami dell'aereo solamente con qualche contusione.[17] Sposato con la cantante Louise Richmond, abbandonò il mondo dell'aviazione nel 1940, dopo che un tentativo di battere il record mondiale di distanza[25] a bordo di un'ala volante Vance, volando da New York a Buenos Aires,[26] era stato annullato a causa degli eventi bellici. Aprì allora un negozio di arte e antiquariato a Larchmont. Si spense l'8 maggio 1984[7] presso il White Plains Hospital Medical Center[27] di Scarsdale, New York, all'età di 86 anni.[28]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

(Lista parziale)

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

British War Medal - nastrino per uniforme ordinaria
Croix de guerre 1914-1918 - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Ferrante 2004, p. 18.
  2. ^ In una casa in via Fiorenzuola tuttora esistente.
  3. ^ All'età di dieci anni fu mandato a studiare presso il Collegio Nazionale di Genova, da dove uscì a sedici per frequentare il Politecnico di Milano.
  4. ^ Anche lui pilota, era caduto durante un combattimento aereo.
  5. ^ Durante il corso della guerra aveva conosciuto Fiorello La Guardia, allora comandante degli aviatori americani che si stavano addestrando sull'aeroporto di Foggia all'uso dei bombardieri Caproni.
  6. ^ Sabelli funse anche da assistente a La Guardia durante la campagna elettorale.
  7. ^ a b c d e f g h i La Gumina, Cavaioli, Primaggia 1999, p. 561.
  8. ^ Ottenne la cittadinanza nel 1926.
  9. ^ Figlio del Poeta, ingegnere aeronautico presso il Technical Bureau of Construction della Caproni, e rappresentante per gli Stati Uniti della SIAI-Marchetti e della Isotta Fraschini.
  10. ^ Ingegnere aeronautico nativo di Sciacca, progettista di alcuni pregevoli velivoli, e fondatore della Bellanca Aeronautical Corporation.
  11. ^ a b Ferrante 2004, p. 19.
  12. ^ Che voleva volare sul velivolo come passeggero.
  13. ^ Oltre a Sabelli l'equipaggio era composto dal secondo pilota Roger C. Williams, dal radiotelegrafista Piero Bonelli e dal dottor Leon Piscuilli come passeggero.
  14. ^ Già ufficiale dell'US Navy, nipote del fondatore della Pond Cosmetics, sposato e padre di due figlie.
  15. ^ Tra cui due rubinetti per spruzzare acqua gelata sul viso dei due piloti per tenerli svegli, e una valvola con cui scaricare in pochi secondi alcune centinaia di libbre di carburante in caso di difficoltà al decollo.
  16. ^ L'ufficio meteorologico aveva annunciato banchi di nebbia e pioggia fino a Boston, ma il maltempo continuò anche dopo, con una fittissima nebbia.
  17. ^ a b c d e f Ferrante 2004, p. 20.
  18. ^ Interview James Francis Hennessy (Nephew). Fianna Fáil - A Biography of the Party, Noel Whelan, Dublin 2011 PP. 22 – 27. Quoting Dunphy. The Making of Fianna Fáil Power in Ireland P. 75.
  19. ^ The Irish Press 17th May 1934 (Front Page).
  20. ^ Durante la fase di decollo l'aereo riuscì a prendere quota a stento, sorvolando a volo radente numerose siepi.
  21. ^ The Irish Press 23rd May 1934 (Page 2).
  22. ^ Che gli appuntò sul petto il Distintivo d'Oro per pilota trasvolatore atlantico destinato agli equipaggi che avevano partecipato alla Crociera aerea del Decennale.
  23. ^ Che volle i due aviatori suoi ospiti per alcuni giorni presso la tenuta di San Rossore.
  24. ^ Anche papa Pio XI volle ricompensare Sabelli insignendolo della Medaglia del giubileo 1933.
  25. ^ Stabilito nel 1938.
  26. ^ a b The Binghamnton Press, Thursday Evening, July 10, 1940.
  27. ^ Daytona Beach Morning Journal, 9 may 1984.
  28. ^ Joan Cook, The New York Times, 9 may 1984.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A.A. V.V., La grande guerra aerea, Novale, Gino Rossato Editore, 1994.
  • (EN) Salvatore J. LaGumina. Cesare Sabelli. In (EN) Salvatore J. La Gumina, Frank J. Cavaioli, Salvatore Primeggia, The Italian American Experience: An Encyclopedia, Routledge, 1999, ISBN 1-135-58333-1., pp. 561–562.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Ovidio Ferrante, Cesare Sabelli: un dimenticato trasvolatore atlantico, in Aeronautica, n. 5, Roma, Associazione Arma Aeronautica, maggio 2004, pp. 18-20.