Celestino Endrici

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Celestino Endrici
arcivescovo della Chiesa cattolica
Instaurare omnia in Christo
 
Incarichi ricoperti
 
Nato14 marzo 1866 a Don
Ordinato presbitero28 ottobre 1891
Nominato vescovo6 febbraio 1904 da papa Pio X
Consacrato vescovo13 marzo 1904 dal cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta
Elevato arcivescovo14 giugno 1929 da papa Pio XI
Deceduto29 ottobre 1940 (74 anni) a Trento
 

Celestino Endrici (Don, 14 marzo 1866Trento, 29 ottobre 1940) è stato un arcivescovo cattolico italiano, tra il 1904 e il 1940, prima vescovo e poi arcivescovo di Trento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La lapide dei genitori di Celestino Endrici nel vecchio cimitero di Don

Nacque a Don, in Val di Non, provincia del Tirolo nell'allora Impero d'Austria. Figlio di una famiglia numerosa e di benestanti contadini, di origini nobili; i genitori erano Giovanni Battista Endrici e Giovanna Chilovi[1]. Frequentò l'Imperial Regio Liceo di Trento poi studiò filosofia e teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Fu ordinato sacerdote il 28 ottobre 1891. Tornò in Trentino nel 1892, prima a Cles, poi a Trento. Dal 1896 insegnò teologia morale al seminario di Trento. Contribuì alla nascita dell'Azione Cattolica in Trentino.[2]

L'11 ottobre 1903 morì il vescovo di Trento Eugenio Carlo Valussi. La scelta spettava all'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe, che nominò Endrici il 3 gennaio 1904, guardando anche al fatto che sosteneva una certa separazione fra Chiesa e politica. Questi fu confermato dal Papa il 6 febbraio, fu consacrato il 13 marzo dal cardinale Rafael Merry del Val e il 19 marzo prese possesso della diocesi.

Fra i suoi collaboratori ebbe monsignor Guido de Gentili e Alcide De Gasperi, che nominò nel 1905 direttore del giornale La Voce cattolica (dal 1906 Il Trentino). In seguito cominciò a sentire il problema della nazionalità, e lo scoppio della prima guerra mondiale lo mise in una posizione delicata. Il 1º marzo 1916 si ritirò nella villa di S. Nicolò, dove fu confinato. Fu poi trasferito a Vienna e poi nell'Abbazia di Heiligenkreuz.

Casa Endrici a Don, casa natale dell'arcivescovo

Finita la guerra, tornò a Trento il 13 novembre 1918. Dopo l'annessione all'Italia del Trentino-Alto Adige propose la cessione dei dieci decanati di lingua tedesca alla diocesi di Bressanone, che però non avvenne a causa dell'opposizione italiana.[3] Fra il 1921 e il 1924 attraversò un periodo di malattia.[4] Nel 1928 aiutò De Gasperi, perseguitato dal Fascismo, ad essere assunto presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.[5] Nello stesso anno officia la benedizione del Monumento alla Vittoria voluto dal Fascismo a Bolzano, essendo peraltro già stato presente alla posa della prima pietra nel 1926.[6] Nel giugno 1929 la diocesi di Trento diventò sede arcivescovile, e Endrici diventò quindi arcivescovo. Ebbe un attacco cardiaco nel 1934 e la sua azione pastorale ne risentì.[7] Mori nel 1940, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Ritratto di monsignor Endrici realizzato nel 1905 da Giovanni Battista Chiocchetti (Moena 1843 - Trento 1917)
Stemma vescovile di Celestino Endrici in una vetrata a lunetta della chiesa di Santa Brigida di Don

Gli sono dedicate una via a Trento, dietro il seminario diocesano[8] (dove si trova il Collegio Arcivescovile a lui intitolato), e a Don, suo paese natale.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ENDRICI, Celestino, su Treccani.it - Dizionario Biografico degli Italiani. URL consultato il 24 agosto 2021.
  2. ^ Rogger, 1993: 661.
  3. ^ L'operazione venne poi effettuata nel 1964 con la creazione della diocesi di Bolzano-Bressanone. Notizie storiche circa la Chiesa Tridentina, su arcidiocesi.trento.it, Arcidiocesi di Trento. URL consultato il 5 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2008).
  4. ^ Rogger, 1993: 662.
  5. ^ Celestino Endrici, su degasperi.net, Aldice De Gasperi nella storia d'Europa. URL consultato il 29 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).
  6. ^ Sabrina Michielli, Hannes Obermair (a cura di), BZ ’18–’45: ein Denkmal, eine Stadt, zwei Diktaturen. Begleitband zur Dokumentations-Ausstellung im Bozener Siegesdenkmal, Vienna-Bolzano, Folio Verlag, 2016, pp. 86-91 (con fotogr.), ISBN 978-3-85256-713-6.
  7. ^ Rogger, 1993: 663.
  8. ^ Via Endrici [collegamento interrotto], su comune.tn.it, Stradario di Trento. URL consultato il 21 aprile 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Trento Successore
Eugenio Carlo Valussi 6 febbraio 1904 - 14 giugno 1929 -
Predecessore Arcivescovo di Trento Successore
- 14 giugno 1929 - 29 ottobre 1940 Carlo De Ferrari
Controllo di autoritàVIAF (EN49482665 · ISNI (EN0000 0001 1762 4483 · SBN CFIV186640 · BAV 495/255633 · LCCN (ENnr94035765 · GND (DE126308071 · BNF (FRcb146441820 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr94035765