Celemantia

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Coordinate: 47°44′41.2″N 18°11′56.08″E / 47.744778°N 18.198911°E47.744778; 18.198911
Celemantia
Ricostruzione grafica della parte sud dell'antico forte di Celemantia.
Periodo di attività forte ausiliario da Marco Aurelio/Commodo al V secolo
Località moderna Leányvár in Slovacchia
Unità presenti cohors I Hispanorum (da Antonino Pio a Commodo?);[1]
cohors VII Breucorum equitata[2] (da Settimio Severo[3] a Gordiano III[4]);
Dimensioni castrum 175 x 176 metri, pari a 3,06 ha;
Provincia romana Pannonia inferiore/Marcomannia
Battaglie nei pressi sconosciute (cfr. guerre marcomanniche)

Celemantia (o Kelemantia) sorge nei pressi di Leányvár. È stato un forte romano del comune di slovacco di Iža, a circa 4 km ad est di Komárno. Esso faceva parte della zona di frontiera del limes.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre marcomanniche.

Presso Celemantia vi sono tracce di un antico centro degli antichi germani, della tribù dei Quadi, come ci ricorda lo storico e geografo Claudio Tolomeo nel II secolo, oltre ad un centro civile romano. Il forte romano costituì la "testa di ponte" della fortezza legionaria a sud del Danubio di Brigetio e fu certamente al centro delle operazioni militari condotte dalle armate romane in territorio germanico tra il 172 ed il 180. Non a caso lo stesso Marco Aurelio potrebbe aver stazionato in questo importante accampamento nel 179, come ci racconta nel suo primo libro dei Colloqui con sé stesso, intitolato sulla Granua, fiume dell'attuale Slovacchia a nord di Brigetio.[5]

Il forte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Limes pannonicus.

La costruzione del forte cominciò durante il periodo delle guerre marcomanniche. Misurava 175 x 176 metri (pari a poco più di 3 ettari) e costituiva da "testa di ponte" in territorio barbaro, quasi di fronte alla fortezza legionaria di Brigetio, dove era dislocata la legio I Adiutrix. Fu distrutto più volte dalle vicine tribù germaniche nel corso del III secolo, a causa delle continue invasioni ad opera dei barbari. Fu abbandonato in modo definitivo solo alla fine IV secolo.

Sembra che le rovine del forte fossero molto ben visibili ancora nel XVIII secolo, ma poco più tardi le sue pietre furono utilizzate per la costruzione di altri edifici nella vicina Komárno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti moderne
  • A. Birley, Marco Aurelio, trad. it., Milano, 1990.
  • P. Grimal, Marco Aurelio, trad. it., Milano, 2004.
  • M. Grant, The Antonines: the roman empire in transition, Londra, 1994.
  • Graham Webster, The roman imperial army, Londra 1998.
  • AAVV, Il mondo di Roma imperiale - la formazione, Bari 1989.
  • A.Mócsy, Pannonia and Upper Moesia, Londra/Boston, 1974.
  • AAVV, Roma sul Danubio, a cura di M. Buora e W. Wobst, Roma, 2002.
  • AAVV, Autor de la Colonne Aurélienne, Turnhout, Belgium, 2000.
  • AAVV, Dal X al XIX International Congress of Roman Frontier Studies, 1977-2003.
  • Zsolt Visy, The ripa pannonica in Hungary, Budapest 2003.
  • M. Pavan, Dall'Adriatico al Danubio, Padova 1991.

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