Cattedrale di Maria Santissima Achiropita

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Cattedrale di Maria Santissima Achiropita
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàRossano
IndirizzoPiazza Duomo, 87067 Rossano, Corigliano-Rossano (CS)
Coordinate39°34′30.14″N 16°38′08.05″E / 39.57504°N 16.63557°E39.57504; 16.63557
Religionecattolica
Stile architettonicobarocco,
gotico (abside)
Inizio costruzioneIX secolo
Sito webSito ufficiale www.cattedralerossano.org

La cattedrale di Maria Santissima Achiropita è il principale luogo di culto e monumento architettonico di Rossano, in provincia di Cosenza, cattedrale dell'arcidiocesi di Rossano-Cariati. La chiesa è famosa per l'antica immagine della Madonna Acheropita, ossia non dipinta da mano umana, di datazione probabile tra il 580 e la prima metà dell'VIII secolo.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Immagine di Maria Santissima Achiropita.

La chiesa, che oggi si presenta con pianta a tre navate e tre absidi, fu eretta nell'XI secolo, con successivi interventi nel XVIII e XIX secolo. Della struttura originaria rimangono ancora due colonne situate al di fuori del portale laterale.[1]

Al centro della cattedrale, un altare costruito tra la fine del XV secolo e il XVIII conserva l'icona della Madonna Acheropita, opera in stile bizantino databile non oltre l'VIII secolo.[1]

La torre campanaria e il fonte battesimale risalgono al XIV secolo mentre gli altri decori, tra i quali spiccano il pulpito e alcune tele[1], datano tra il XVII e il XVIII secolo. La chiesa conserva inoltre un organo a canne datato 1622.[1]

All'interno della sacrestia nel 1879 fu ritrovato il famoso Codex Purpureus Rossanensis, evangeliario greco del V-VI secolo di origine mediorientale (Antiochia di Siria), portato a Rossano probabilmente da qualche monaco in fuga dall'oriente durante l'iconoclastia e composto di 188 fogli di pergamena contenenti i Vangeli di Matteo e Marco ed una lettera di Eusebio di Cesarea a Carpiano[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Associazione "Amici di Rossano" (a cura di), Rossano.
  2. ^ Qui notizie sul codice purpureo di Rossano.

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