Catasterismo

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Per catasterismo (dal greco καταστερίζω, letteralmente "colloco fra le stelle", composto da κατά, "giù", e ἀστήρ, "astro") si intende, nella mitologia greca e romana, quel processo attraverso il quale un eroe, una divinità, una creatura o anche un oggetto viene tramutato in astro o in costellazione.

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Ovidio, ultimo esponente del Circolo di Mecenate, fu costretto da Augusto all'esilio volontario (relegatio) presso Tomi, sul Mar Nero. Il motivo dell'esilio è incerto. Alcuni autori, esaminando gli accenni di Ovidio tramandanti, ipotizzano fosse conseguenza della sua Ars amatoria (II, 359 – 372), con la quale si pensò che alludesse alla figlia dell'imperatore Augusto.[1]

Per riconquistare la stima di Augusto e soprattutto la possibilità di tornare nei territori romani, Ovidio scrisse un'opera intitolata Le metamorfosi, ove narrò le trasformazioni epiche. L'opera, divisa in quindici libri, doveva esaltare l'immagine di Augusto nei confronti di Cesare; Ovidio trattò strategicamente nel quindicesimo libro il catasterismo di Cesare: Luna volat altius illa flammiferumque trahens spatioso limite crinem stella micat natique videns bene facta fatetur esse suis maiora et vinci gaudet ab illo (l'anima vola più in alto della Luna e, trascinandosi dietro lungo lo spazio una coda di fiamma, brilla come stella, ma vedendo i meriti del figlio ammette che sono maggiori dei suoi e gioisce che lui vinca).

In età contemporanea, Catasterismo, è il titolo di un'opera pubblicata da Francesco Pirovano.

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

Zeus in forma di Aquila divina rapisce in cielo Ganimede, una diverrà l'Aquila (costellazione), l'altro l'Aquario (costellazione).

Mitici[modifica | modifica wikitesto]

Figure della mitologia greca divenute costellazioni includono:

Primo piano del volto dell'Antinoo Farnese, il ragazzo amato da Adriano e da questi trasformato dopo la morte in una costellazione.

Personaggi storici[modifica | modifica wikitesto]

Esempi di catasterismo rivolti a personaggi terreni eroicizzati o divinizzati post-mortem sono quelli riguardanti Berenice II d'Egitto moglie di Tolomeo III; lo stesso Callimaco, uno dei più fini rappresentanti della cultura nel periodo ellenistico, aveva creato il catasterismo a lei dedicato, trasformando i capelli della regina in una costellazione: la Chioma di Berenice.

Un altro celebre catasterismo è quello sorto attorno alla figura di Antinoo, il giovinetto amato dall'imperatore romano del II secolo Publio Elio Traiano Adriano e morto prematuramente in un incidente: divenne così la costellazione di Antinoo - nei pressi dell'Aquila - la quale si richiama a sua volta alla mitico personaggio dell'adolescente Ganimede rapito da Zeus in forma di Aquila.

Oggetti[modifica | modifica wikitesto]

Come per l'esempio concernente la "Chioma di Berenice" vi sono stati altri oggetti particolari, perlopiù appartenenti ad importanti figure mitiche, che sono stati assunti in cielo; tra questi:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Aldo Luisi, Convegno su "Ovidio e l’esilio. Riflessioni duemila anni dopo", Taranto, College de France -Fayard, 21 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).
    «[...] il tono divertito di Ovidio nel narrare questa vicenda forse allude alla situazione, troppo evidentemente parallela, di Giulia maggiore (sola a Roma) con Elena (sola a Sparta), di Menelao (lontano a Creta) con Tiberio (da sette anni lontano a Rodi, altra isola greca), e di Paride con Iullo Antonio. Ovidio così danneggiava l’immagine di Tiberio, erede designato, anche se non il solo, mentre Livia si prometteva di assicurargli la successione imperiale: il poeta con questo episodio metteva in moto un meccanismo che poteva intralciare i piani di Livia. In seguito il poeta si affiancava all’altra Giulia (la nipote di Augusto): questo fu il suo error, scontato con la relegatio a Tomi.»