Castello dei Conti Guidi (Poppi)

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Castello dei conti Guidi
Castello dei conti Guidi a Poppi.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàPoppi
IndirizzoPiazza della Repubblica, 1
Coordinate43°43′20.63″N 11°46′01.72″E / 43.722397°N 11.767144°E43.722397; 11.767144
Informazioni generali
Condizione attualerestaurato
Visitabile
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Veduta aerea della torre

Il castello dei conti Guidi (inquadrato all'interno dell'Ecomuseo del Casentino, nel Sistema della Civiltà Castellana) è un monumento di Poppi che si trova in piazza della Repubblica 1.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La prima traccia nelle cronache del castello, costruito nel Medioevo, risale al 1191. L'edificio è stato ristrutturato a partire dal 1274 per volontà del conte Simone Guidi e di suo figlio Guido. Il castello è stato teatro di un avvenimento storico: l'11 giugno 1289, davanti al monumento, si è svolta la battaglia di Campaldino. Incerta la paternità dell'edificio: la parte più antica è attribuita non univocamente a Lapo di Cambio, mentre la più recente, databile alla fine del XIII secolo, sarebbe di Arnolfo di Cambio.[1]

All'interno dell'edificio, che per anni ha ospitato la sede dell'amministrazione comunale del centro in provincia di Arezzo, è possibile vedere una cappella, un museo sulla battaglia di Campaldino, una biblioteca e il Centro di documentazione Giovanni Gualberto Miniati.[2]

La cappella[modifica | modifica wikitesto]

Sulla volta della navata unica della cappella annessa al castello, si trova uno dei più importanti cicli di affreschi della provincia di Arezzo. Quasi interamente affrescati sono anche i suoi muri: da segnalare i tre cicli sulle Storie di San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e dalla vita di Maria, oltre alle figure di santi collocate al di sotto di questi. In una nicchia collocata al di sotto di una finestra vi è un polittico trompe-l'œil affrescato, mentre su ognuno dei quattro angoli della volta sono dipinti gli Evangelisti in trono, la cui paternità è stata attribuita a Taddeo Gaddi, allievo di Giotto, dopo i restauri eseguiti fra il 1988 e il 1990.[3]

La Biblioteca Rilliana[modifica | modifica wikitesto]

Dapprima ospitata in un palazzo del paese, nel 1911 fu trasferita in un'ala del castello (cinque grandi sale e un salottino), la biblioteca che il Conte Fabrizio Rilli Orsini volle lasciare alla sua morte (1828) alla comunità di Poppi.[4] Al nucleo originario di circa 9000 volumi si erano aggiunte importanti donazioni private (come il lascito Soldani) e i grandi fondi librari provenienti da sedi monastiche soppresse con l'Unità d'Italia, quali l'Eremo di Camaldoli e il Convento dei Frati Minori Cappuccini e il Monastero vallombrosano di San Fedele a Poppi.[5]

L'immenso patrimonio librario, il più importante del Casentino, conta oggi circa 25.000 libri antichi di cui 868 manoscritti (150 medievali) e 930 incunaboli (XV secolo).[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piagnini, p. 9
  2. ^ Quercioli, p. 6
  3. ^ Piagnini, p. 23
  4. ^ Rete Documentaia Aretina.
  5. ^ La Biblioteca Rilliana.
  6. ^ P. Scapecchi, Gli incunaboli della Biblioteca Comunale Rilliana di Poppie del Monastero di Camaldoli, Firenze:Regione Toscana, 2004.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Piagnini, Il castello medievale dei conti Guidi oggi Palazzo Pretorio di Poppi, etc, The British Library, London 2010.
  • Mauro Quercioli, Poppi il borgo medievale e castello dei conti Guidi, Libreria dello Stato, Roma 2004.

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