Casa Tonda (sepolcro romano)

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La "Casa Tonda" nella Nuova Topografia di Roma di Giovanni Battista Nolli (1748)

La "Casa Tonda" è un mausoleo romano situato lungo l'antica via Labicana sulla sommità del colle Esquilino a Roma, nell'area oggi corrispondente all'angolo orientale di Piazza Vittorio (Rione Esquilino). Il monumento è stato distrutto alla fine del XIX secolo e nulla rimane oggi visibile fuori terra.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento funerario, datato tra la fine della Repubblica e gli inizi dell'Impero, era situato sull'asse della via Labicana-Praenestina circa 360 m fuori della Porta Esquilina (Arco di Gallieno). In età moderna fu trasformato in abitazione privata[1], al pari dei vicini "Trofei di Mario".

L'alzato della struttura consisteva in un tamburo cilindrico con diametro di 20 m, fondato su una base quadrata (lato 24 m). Similmente ad altri mausolei di grandi dimensioni la struttura non era internamente piena, ma presentava un'articolazione planimetrica cruciforme delle murature.

L'identità del proprietario del sepolcro rimane sconosciuta, sebbene Mecenate sia un plausibile candidato[2] in virtù della vicinanza degli Horti Maecenatis e della testimonianza delle fonti letterarie, che pongono extremis Esquiliis le tombe del poeta Orazio e dello stesso Mecenate fra loro confinanti[3].

Il sepolcro fu distrutto nel 1886 per l'apertura di piazza Vittorio Emanuele II[4].

Nel 1975, in occasione di alcuni saggi di scavo effettuati dalla Soprintendenza Archeologica di Roma per la Metropolitana, sono state evidenziate le poderose fondazioni in opera cementizia del monumento funerario poco al di sotto dell'attuale livello a giardino della piazza[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rodolfo Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di Antichità, Vol. IV, Roma, Quasar, 1992, p. 145. ISBN 88-7097-016-7; vedi anche Oberdan Menghi e Manola Pales, L'area di indagine fra storia e archeologia. Preesistenze archeologiche, in Mariarosaria Barbera et al. (2010). La villa di Caligola. Un nuovo settore degli Horti Lamiani scoperto sotto la sede dell'ENPAM a Roma FOLD&R FastiOnLine documents & research (194): p. 19 nota 90.
  2. ^ Häuber 1990; Coarelli 1999.
  3. ^ Svetonio, De viris illustribus. De poetis. Vita Horati 20: extremis Esquiliis, iuxta Maecenatis tumulum.
  4. ^ Vedi Rodolfo Lanciani, Forma Urbis Romae, Roma-Milano 1893-1901, tav. 24.
  5. ^ Gatti 1983, p. 166.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Battista Piranesi, Le Antichità Romane, tomo I. Gli avanzi degli antichi Edifici di Roma, Roma 1784, p. 26 nº 226.
  • Rodolfo Lanciani (1886). Notizie del movimento edilizio della città in relazione con l'archeologia e l'arte[collegamento interrotto]. Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma, s. 3: pp. 27–30.
  • Emanuele Gatti, La Casa Tonda, in Giuseppina Pisani Sartorio e Lorenzo Quilici (a cura di), L’archeologia in Roma capitale tra sterro e scavo. Roma Capitale 1870 – 1911, catalogo della mostra (Roma, novembre 1983 – gennaio 1984), Venezia, Marsilio, 1983, pp. 165-166, ISBN 88-317-4666-9.
  • Maddalena Cima, Dagli scavi dell’Esquilino all’interpretazione dei monumenti, in Maddalena Cima e Eugenio La Rocca (a cura di), Le tranquille dimore degli dei: la residenza imperiale degli horti Lamiani, catalogo della mostra (Roma, Palazzo dei Conservatori maggio-settembre 1986), Venezia, Marsilio, 1986, p. 55, ISBN 88-7693-022-1.
  • (DE) Ruth Christine Häuber, Zur Topographie der Horti Maecenatis und der Horti Lamiani auf dem Esquilin in Rom, in Kölner Jahrbuch für Vor- und Frühgeschichte, vol. 23, 1990, p. 80 e nota 230, mappa 3, ISSN 0075-6512 (WC · ACNP).
  • Filippo Coarelli, s.v. Sepulcrum: Maecenas (tumulus), in Eva Margareta Steinby (a cura di), Lexicon Topographicum Urbis Romae, IV, Roma, Quasar, 1999, p. 293, ISBN 88-7140-135-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]