Casa Keaton

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Casa Keaton
Un'immagine della serie tradotta in italiano e trasmessa su Canale 5
Titolo originaleFamily Ties
PaeseStati Uniti d'America
Anno1982-1989
Formatoserie TV
Generesitcom
Stagioni7
Episodi180
Durata25 min (episodio)
Crediti
IdeatoreGary David Goldberg
Interpreti e personaggi
Doppiatori e personaggi
Casa di produzioneUBU Productions/Paramount
Prima visione
Prima TV originale
Dal22 settembre 1982
Al14 maggio 1989
Rete televisivaNBC
Prima TV in italiano
Dal25 settembre 1986
Al7 settembre 1992
Rete televisivaItalia 1

Casa Keaton (Family Ties) è una sit-com statunitense sulla vita di una comune famiglia americana con le esperienze della vita di tutti i giorni. Prodotta dalla Paramount di Los Angeles, negli Stati Uniti è stata trasmessa dalla NBC per sette stagioni, dal 1982 al 1989:[1] in Italia andò in onda dal 25 settembre 1986 su Italia 1, trasmesso tutti i giovedì sera in un ciclo dedicato alle sitcom, intitolato I Risitors, in cui venivano trasmessi anche I Robinson, Cin Cin e Giudice di notte.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

I genitori Steven e Elyse Keaton, molto innamorati, appartengono alla generazione degli hippy degli anni sessanta: la madre è architetto, mentre il padre lavora per il network televisivo WKS. Essi, ancora molto attaccati ai loro ideali giovanili, costituiscono le principali figure di riferimento per i loro figli coi quali si scontrano spesso a causa del fatto che i figli sono invece a proprio agio nella società consumistica degli anni ottanta.[3][4] Alex, un ragazzo di 17 anni, è un conservatore e interessato alla finanza ed all'economia, ammiratore di Ronald Reagan; col tempo maturerà molto mantenendo comunque sempre le stesse passioni e convinzioni, fino a quando, nell'ultimo episodio della serie, se ne andrà a New York. Mallory, la secondogenita di due anni minore di Alex, è una ragazza alla moda, carina, un po' superficiale e con la fissazione per i vestiti e i centri commerciali; nonostante si scontri spesso con Alex, lo aiuterà in alcune situazioni imbarazzanti. Jennifer è la sorella minore, ed è la più tranquilla della famiglia. A partire dalla quarta serie fa la sua comparsa anche il piccolo Andrew, che viene cresciuto da Alex a propria immagine e somiglianza.

Episodi[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Episodi Prima TV originale Prima TV Italia
Prima stagione 22 1982-1983 1986
Seconda stagione 23 1983-1984 1988
Terza stagione 23 1984-1985 1988
Quarta stagione 28 1985-1986 1988
Quinta stagione 30 1986-1987 1989
Sesta stagione 28 1987-1988 1990
Settima stagione 26 1988-1989 1992

Personaggi e interpreti[modifica | modifica wikitesto]

Principali[modifica | modifica wikitesto]

Secondari[modifica | modifica wikitesto]

Guest star[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni famosi attori hanno partecipato occasionalmente a qualche episodio:

  • Tom Hanks nel ruolo di Ned Donnelly, il fratello di Elyse, nella prima e seconda stagione;
  • Daphne Zuniga nel ruolo di Rachel Miller, compagna di liceo e fidanzata di Alex nella seconda stagione;
  • Geena Davis nel ruolo di Karen Nicholson nella terza stagione;
  • Tracy Pollan, oggi moglie di Michael J. Fox, nel ruolo di Ellen Reed, fidanzata di Alex, nella quarta stagione;
  • River Phoenix nel ruolo di Eugene Forbes, Alex ne è precettore, nella quarta stagione;
  • Courteney Cox nel ruolo di Lauren Miller, fidanzata di Alex nella sesta e settima stagione.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La sigla Without Us, scritta da Jeff Barry e Tom Scott, era cantata da Mindy Sterling e Dennis Tufano per i primi dieci episodi e successivamente da Johnny Mathis e Deniece Williams.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

La serie ha ottenuto molti premi, tra cui 3 Emmy Awards vinti da Michael J. Fox.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Encyclopedia of Television - Family Ties, su museum.tv. URL consultato il 17 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2016).
  2. ^ Giovedì 25 settembre, in Radiocorriere TV, vol. 1986, n. 38, p. 84.
  3. ^ What would Alex P. Keaton do?, su cnn.com. URL consultato il 17 dicembre 2023.
  4. ^ (EN) Stephen Kiehl, What he left behind, su baltimoresun.com, 7 giugno 2004.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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