Carlo Noé

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Carlo Noé
Busto di Carlo Noé posto all'ingresso della scuola di Mesero che da lui prende il nome
NascitaMesero, 19 agosto 1915
MorteMonginevro, 20 giugno 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di Gallarate
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto53º Reggimento fanteria
Anni di servizio1936-1940
GradoCaporale
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Carlo Noé (Mesero, 19 agosto 1915Bois de Suffin, 20 giugno 1940) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Mesero, in provincia di Milano, il 19 agosto 1915, figlio di Enrico e Angela Pagani.[2] Crebbe in seno ad una famiglia contadina di salda fede religiosa che sin da piccolo lo avviò alla frequentazione dell'oratorio parrocchiale da lui particolarmente amato al punto da considerare per qualche tempo di intraprendere la carriera ecclesiastica, maturando la vocazione a missionario, volontà che però gli venne impedita dalla sua salute cagionevole che l'avrebbe certamente messo in pericolo di vita all'estero. Dopo aver compiuto gli studi, nel 1936 con tutta la sua famiglia si trasferì a Gallarate, trovando impiego in loco come magazziniere.[2] Nell'aprile 1936 fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, assegnato al 68º Reggimento fanteria.[2] Divenuto soldato scelto nel luglio successivo e caporale un mese più tardi, dopo aver prestato servizio per circa un anno negli Stabilimenti penali di Gaeta, fu posto in congedo il 20 agosto 1937.[2] Richiamato nel febbraio 1939 presso il 53º Reggimento fanteria della 2ª Divisione fanteria "Sforzesca" per poco più di un mese, ritornava allo stesso reggimento all'atto della mobilitazione generale, l'11 giugno 1940.[2] Assegnato alla 10ª Compagniacome vice comandante di una squadra fucilieri, cadde in combattimento all'inizio della battaglia delle Alpi Occidentali nel settore del Monginevro, il 20 giugno.[2] Dopo i primi attacchi degli delle truppe italiane contro le postazioni francesi, lui e un drappello di altri tre suoi commilitoni si imbarcò in un'operazione per impedire che una strategica postazione fissa con un mitragliatore abbandonato da un loro compagno caduto sul campo finisse nelle mani dei loro nemici. Quando anche i suoi compagni rimasero uccisi, continuò ad opporre resistenza al nemico fino al termine dei colpi in dotazione, venendo quindi colpito mortalmente. Il suo eroismo sul campo venne segnalato ai comandi italiani dai suoi stessi nemici che gli concessero l'onore delle armi.[1] Il comandante francese della piazzaforte di Briançon, in occasione del trasporto delle salme di lui e degli altri suoi compagni, pronunciava un elevato discorso elogiandone il valore ed il sacrificio.[1] Per questo gesto eroico, gli venne conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria[2] ed il paese natio gli ha dedicato una via ed una scuola elementare ove ancora oggi campeggia un suo busto commemorativo. La salma, riportata in Patria, riposa oggi nel camposanto di Gallarate.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Vice comandante di squadra fucilieri, all’attacco di una munita posizione, si faceva risolutamente largo, a colpi di bombe a mano,fra nuclei nemici, per impedire che questi potessero impadronirsi del fucile mitragliatore di un nostro caduto. Rimasto con solo quattro uomini, riusciva a penetrare nelle linee avversarie e stabilitosi a tergo di esse, apriva nutrito fuoco contro i difensori. Caduti tutti i componenti dell’eroica pattuglia, continuava da solo, imperterrito, la lotta, tenendo a bada il nemico per una intera giornata e durante la notte si costruiva un piccolo riparo, sistemandovisi a difesa. Al mattino successivo, accerchiato dall’avversario che gli intimava la resa, rispondeva con precise raffiche di fuoco. A nuove intimazioni, manteneva per lungo tempo a distanza il nemico, con il suo contegno aggressivo, prendendo di mira, col proprio fucile mitragliatore, gli avversari che cautamente gli si avvicinavano da ogni lato. Alcune raffiche a brevissima distanza lo abbattevano ed allorquando gli avversari furono su di lui constatarono che egli non aveva più una sola cartuccia. Il comandante del nucleo francese, ammirato, lo citava ad esempio ai suoi uomini e più tardi ne testimoniava, cavallerescamente, per iscritto, il sublime eroismo. Bois de Suffin (Fronte occidentale), 20 giugno 1940.[3]»
— Regio Decreto 16 novembre 1940.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.393.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ quirinale.it
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 14 dicembre 1940, registro 46 guerra, foglio 51.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 393.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Noè, Carlo, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 gennaio 2023.
  • Noé, Carlo, su MOVM. URL consultato il 31 gennaio 2023.