Carlo Mezzacapo

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Carlo Mezzacapo
NascitaCapua, 9 novembre 1817
MorteRoma, 5 aprile 1905
Dati militari
Paese servito Regno delle Due Sicilie
Repubblica di San Marco
Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Regno d’Italia
Forza armataEsercito delle Due Sicilie
Regio Esercito
SpecialitàArtiglieria
GradoGenerale
GuerrePrima guerra d'indipendenza
Seconda guerra d'indipendenza
BattaglieAssedio di Venezia
Studi militariScuola militare "Nunziatella"
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Carlo Mezzacapo (Capua, 9 novembre 1817Roma, 26 luglio 1905) è stato un generale e patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò la carriera militare come ufficiale di artiglieria, nell'esercito delle Due Sicilie. Frequentò il Real Collegio Militare della Nunziatella avendo come compagni di corso il fratello Luigi ed Enrico Cosenz.

Nel 1848 fece parte del corpo di spedizione di 15.000 uomini che il governo costituzionale di Carlo Troya inviò in Lombardia, al comando di Guglielmo Pepe, in aiuto del Regno di Sardegna nella guerra contro l'Impero austriaco, nel corso della Prima guerra di indipendenza italiana.

Carlo Mezzacapo svolse il suo incarico presso il quartier generale piemontese per coordinare le truppe napoletane con quelle sarde. Dopo il richiamo dell'esercito delle Due Sicilie da parte di Ferdinando II, Carlo rifiutò di obbedire e si recò con numerosi altri militari dell'esercito borbonico (Guglielmo Pepe, Luigi Mezzacapo, Enrico Cosenz, Cesare Rosaroll, Alessandro Poerio, Girolamo Calà Ulloa, ecc.) a Venezia assediata, dove si distinse nella difesa della città lagunare, dirigendo dapprima il forte di Marghera e successivamente quello di San Secondo; alla fine della campagna raggiunse il grado di tenente colonnello.

Caduta Venezia (18 agosto 1849), Carlo e Luigi Mezzacapo non tornarono in patria, dove nel frattempo Ferdinando II aveva impresso una svolta reazionaria al paese; i due fratelli rimasero nel regno sabaudo, risiedendo a Genova e a Torino, dando vita alla "Biblioteca militare per uso della gioventù italiana" e alla "Rivista militare" (1856).

Durante la seconda guerra di indipendenza (1859) ebbe la carica di Capo di Stato Maggiore della "Divisione Mezzacapo" in Toscana. Fu poi, a Bologna, ministro della guerra del governo provvisorio delle Romagne.[1] Ebbe poi la nomina a maggior generale e fu comandante della sottodivisione di Rimini. Nel 1860, partecipò alla spedizione nel Regno delle Due Sicilie nell'esercito regolare piemontese.

Dopo l'unità d'Italia comandò le Divisioni di Forlì e di Chieti e successivamente ebbe il comando del 5° e del 10° corpo d'armata.

Senatore del regno dal 15 maggio 1876, fu presidente del Tribunale supremo di guerra e marina (2 dicembre 1886) e della Commissione per la revisione dei codici penali (1º dicembre 1889). Vicepresidente del Senato dal 14 febbraio 1902 al 18 ottobre 1904[2].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Lapide ricordo a Venezia in Canal Grande su Palazzo Mocenigo
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato con Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Mauriziana per Merito Militare di 10 Lustri - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa Difensore di Venezia 1848-1849 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (5 barrette) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Sandri e Carlo Mazzacapo, La Spezia: studi marittimo militari. Torino: Tip. di G. Cassone, 1857
  • Carlo Mazzacapo, Discorso del Senatore Carlo Mezzacapo pronunziato in Senato nella tornata del 28 febbraio 1884: Provvedimenti a favore dei danneggiati dal terremoto del 28 luglio 1883, nell'isola di Ischia. Roma: Forzani e C. Tipografi del Senato, 1884
  • Carlo Mazzacapo, Giornale dell'artiglieria nella difesa di Marghera avanti all'assedio generale di Venezia. Torino: Tip. G. Cassone e C., 1859
  • Carlo Mazzacapo, L'Eritrea e i suoi confini. Roma: Forzani e C. Tipografi del Senato, 1897
  • Carlo Mazzacapo, La spedizione di Crimea Torino: Tip. G. Cassone e C., 1857
  • Italia: Ministero della guerra, Stato di previsione della spesa del Ministero della guerra dal 1. luglio 1885 al 30 giugno 1886: discorso del senatore Carlo Mezzacapo pronunziato in Senato nella tornata del 25 giugno 1885. Roma: Forzani, 1885
  • Luigi Mezzacapo e Carlo Mazzacapo, Studi topografici e strategici su l'Italia. Milano: Vallardi, 1859

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Karl von Decker, La piccola guerra secondo l'indole della strategia moderna. nuova versione italiana sulla francese di L. A. Unger per cura di Carlo Mezzacapo. Torino: Stab. tip. Fontana, 1853 (Milano: Vallardi, 1859)
  • C. Jacquinot de Presle, Corso d'arte e d'istoria militare per uso degli uffiziali della scuola di cavalleria, versione in italiano con note ed aggiunte di Carlo e Luigi Mezzacapo, Genova: Tip. di A. Moretti

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Entità provvisoria con capoluogo Bologna istituita dopo la fine del dominio pontificio, la sua breve esistenza va dall'11 luglio all'8 novembre 1859. Il 9 novembre fu inglobata nelle «Provincie provvisorie».
  2. ^ Sito istituzionale del Senato, su notes9.senato.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ugo Pesci, Il generale Carlo Mezzacapo: e il suo tempo. Da appunti autobiografici e da lettere e documenti inediti. Bologna: Nicola Zanichelli, 1908
  • Susanna Loi Zedda, I generali Luigi e Carlo Mezzacapo e il loro tempo. Cagliari: Stef, 1990

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90227342 · ISNI (EN0000 0000 6189 3122 · SBN LO1V072406 · WorldCat Identities (ENviaf-90227342