Carlo Caccia Dominioni

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Carlo Caccia Dominioni
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato14 maggio 1802 a Milano
Ordinato presbitero20 maggio 1826
Nominato vescovo28 settembre 1855 da papa Pio IX
Consacrato vescovo2 dicembre 1855 dall'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli
Deceduto6 ottobre 1866 (64 anni) a Cornate d'Adda
 

Carlo Caccia Dominioni (Milano, 14 maggio 1802Cornate d'Adda, 6 ottobre 1866) è stato un vescovo cattolico italiano, reggente dell'arcidiocesi di Milano quando l'arcivescovo Paolo Angelo Ballerini non riuscì ad ottenere il placet (consenso) governativo a prendere possesso della sua sede.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Milano dal conte Paolo e da Marianna Martignoni; rampollo della nobile famiglia cittadina dei Caccia Dominioni, nel 1802 Carlo fece il proprio ingresso nel Seminario Maggiore di Milano, venendo ordinato sacerdote in Duomo nel 1826. Nel 1853 egli venne nominato membro del capitolo arcidiocesano e due anni dopo divenne vescovo ausiliare di Milano e vescovo titolare di Danaba.

Vicario episcopale in una situazione d'emergenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1859, alla morte dell'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli, il capitolo della cattedrale nominò il Caccia Dominioni al ruolo di amministratore diocesano durante il periodo di sede vacante. Per la successione alla sede milanese, lo stesso Caccia Dominioni era uno dei candidati possibili, ma il papa Pio IX, di comune accordo con l'Imperatore d'Austria, scelse di eleggere al suo posto il più conservatore Paolo Angelo Ballerini, già vicario del Romilli. La situazione era quantomai critica in quanto poco dopo la morte dell'arcivescovo Romilli, l'Impero austriaco era stato sconfitto nella Battaglia di Magenta dall'esercito franco-piemontese che l'8 giugno 1859 era entrato in Milano. Il nuovo governo piemontese si rifiutò di riconoscere il Ballerini come arcivescovo di Milano (proprio perché prescelto dal papa e dall'Imperatore di comune accordo) e per tale motivo Carlo Caccia Dominioni venne costretto ad assumere de facto l'incarico di arcivescovo di Milano.

L'esilio forzato[modifica | modifica wikitesto]

Ad ogni modo, a seguito degli eventi verificatisi tra il 1859 ed il 1860, e in particolare a causa dell'opposizione dello stesso Caccia Dominioni a celebrare un Te Deum in onore della nascita del nuovo stato italiano, gran parte del clero milanese e il popolo cacciarono il vescovo da Milano e lo costrinsero a ritirarsi nella villa di famiglia a Cornate d'Adda e successivamente a Monza.

Accusato di tradimento e sovversione, venne arrestato quindi dalle forze piemontesi e portato di forza a Torino per comparire di fronte al tribunale, occasione nella quale egli ad ogni modo ribadì che avrebbe preferito trascorrere la sua vita in una cella piuttosto che servire le nuove autorità italiane. I piemontesi, che comunque non potevano creare fratture fin dall'inizio col clero milanese da poco conquistato e che nel contempo non potevano permettere al Caccia Dominioni di fare ritorno a Milano, lo rimandarono in una sorta di esilio forzato nella sua villa di Cornate d'Adda ove morì nel 1866.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Danaba Successore
Johann Joseph Schüller von Ehrenthal 1855 - 1857 John Marcellus Peter Augustine Verot
Predecessore Vescovo titolare di Famagosta Successore
Federico Manfredini 1857 - 1866 Biagio Pisani
Predecessore Vicario arcivescovile dell'Arcidiocesi di Milano Successore
Carlo Bartolomeo Romilli
(arcivescovo)
25 giugno 1859 - 6 ottobre 1866
Per conto di Paolo Angelo Ballerini
Filippo Carcano
Controllo di autoritàVIAF (EN305114996 · SBN LO1V188203 · BAV 495/142758 · WorldCat Identities (ENviaf-305114996