Carcharhinus fitzroyensis

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Carcharhinus fitzroyensis
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Chondrichthyes
Sottoclasse Elasmobranchii
Ordine Carcharhiniformes
Famiglia Carcharhinidae
Genere Carcharhinus
Specie C. fitzroyensis
Nomenclatura binomiale
Carcharhinus fitzroyensis
Whitley, 1943
Areale

Carcharhinus fitzroyensis (Whitley, 1943) è una specie di squalo del genere Carcharhinus e della famiglia Carcharhinidae, conosciuto con il nome di squalo baleniera

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Abitano il Pacifico occidentale, in particolare il nord dell'Australia, dalla parte occidentale al Queensland. Sono stati segnalati nel Mare degli Arafura[1].

Habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie poco nota abita sia le zone sotto costa che quelle al largo delle piattaforme continentali, sino a profondità di circa 40 metri[2][3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La lunghezza massima mai registrata è di 135 cm[2]. Il dorso è bronzeo, ma può divenire grigio bruno dopo la morte. Il ventre è più chiaro, e non vi sono particolari marchi sulle pinne, né striature chiare sui fianchi, come invece avviene per la maggior parte dei Carcharhinus[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Dieta[modifica | modifica wikitesto]

Si nutrono soprattutto di pesci ossei, ma anche di crostacei[2].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La specie è vivipara[4].

Interazioni con l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

La carne viene utilizzata per il consumo umano[3][5], e la specie è coinvolta nel commercio di pinne per la preparazione della zuppa di pinne di squalo[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ B.C. Russell e W. Houston, Offshore fishes of the Arafura Sea, in The Beagle: Records of the Museums and Art Galleries of the Northern Territory, 6 (1), 1989, pp. 69–84.
  2. ^ a b c Peter R. Last e John D. Stevens, Sharks and rays of Australia., CSIRO Publishing, 1994, p. 513, ISBN 9780643094574.
  3. ^ a b c L.J.V. Compagno e V.H. Niem, Carcharhinidae. Requiem sharks, in K.E. Carpenter e V.H. Niem (a cura di), FAO Identification Guide for Fishery Purposes. The Living Marine Resources of the Western Central Pacific, Rome, FAO, 1998, pp. 1312-1360.
  4. ^ N.K. Dulvy e J.D. Reynolds, Evolutionary transitions among egg-laying, live-bearing and maternal inputs in sharks and rays (PDF), n. 264, Proc. R. Soc. Lond., Ser. B: Biol. Sci., 1997, pp. 1309-1315.
  5. ^ a b L.J.V. Compagno, Sharks of the world. An annotated and illustrated catalogue of shark species known to date. Part 2 - Carcharhiniformes, collana FAO species catalogue, vol. 4, 125 (4/2), FAO Fish. Synop, 1984, pp. 251-655.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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