Cappella di Santa Maria del Carmine e del Monte Libano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cappella di Santa Maria del Carmine e del Monte Libano
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′36.1″N 12°28′36.9″E / 41.893361°N 12.476917°E41.893361; 12.476917
Religionecattolica di rito romano
TitolareMadonna del Carmine
Diocesi Roma
Inizio costruzione1759

La cappella di Santa Maria del Carmine e del Monte Libano, anche nota come tempietto del Carmelo,[1] era un piccolo luogo di culto cattolico della città di Roma, sconsacrato, nel rione Sant'Angelo, in piazza Costaguti.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La cappella venne costruita nel 1759 per interessamento dei devoti della Vergine Maria che abitavano nell'area, e fu restaurata nel 1825, come ricorda l'iscrizione in parte leggibile sull'architrave:[3]

(LA)

«Gloria Libani data est ei decor Carmeli et Saron / Ædificatum piorum elemosynis anno Domini MDCCLIX / iterum restaurata sumptibus ff. Fratellini an. sub. MDCCCXXV»

(IT)

«A lei è data la gloria del Libano e la bellezza del Carmelo e di Saron. Edificato con le elemosine dei pii nell'anno 1759 e successivamente restaurata accollandosene la spesa i Fratellini nel 1825.»

Una lapide all'interno ricorda anche i restauri successivi, il primo a carico dei fedeli nel 1862 e il secondo nel 1876. Successivamente profanata, venne ristrutturata e restituita al culto nel 1892. Per lungo tempo, nel corso del XX secolo, il piccolo ambiente - sconsacrato - fu occupato da un ciabattino, per poi cadere in abbandono. Venne poi recuperato dalla Sovrintendenza Archeologica e sottoposto a restauro conservativo nel 2005, su progetto di Arianna Cajano.[4]

Presso questa cappella, sulla pubblica piazza, nelle prime ore della sera, si svolgevano le prediche forzate per gli ebrei del vicino ghetto. A questo proposito l'Armellini aggiunge:

«Rammento nella mia giovinezza d'aver ascoltato più volte da quel pergamo il canonico don Enrico Fabiani, uno dei più dotti preti del clero romano, il cui nome rimarrà memorabile in Roma, per la sua scienza non meno che per il suo zelo apostolico.»

Il tempietto si presenta come un'edicola monumentale addossata alla facciata del retrostante edificio, con pianta costituita dalla metà di un ovale; esso è coperto con semicupola poggiante su sei colonne e due semicolonne tuscaniche in travertino, ornata internamente con stucchi che incorniciano la Colomba dello Spirito Santo e che proseguono anche sulla faccia inferiore dell'architrave. Non vi sono più tracce né dell'immagine mariana, né dell'altare.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ C. Pietrangeli (a cura di), p. 46.
  2. ^ M. Dejonghe, p. 293.
  3. ^ M. Armellini, p. 566.
  4. ^ Serenella Napolitano, Quel tempio abbandonato nel Ghetto di Roma, su abitarearoma.net, 26 giugno 2012. URL consultato il 31 agosto 2018.
  5. ^ Tempietto del Carmelo, su romasegreta.it. URL consultato il 31 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, Tipografia Vaticana, 1891, pp. 566-567, ISBN non esistente.
  • Maurice Dejonghe, Roma santuario mariano, Bologna, Cappelli, 1969, ISBN non esistente.
  • Carlo Pietrangeli (a cura di), Rione IX Sant'Angelo, collana Guide rionali di Roma, II, Roma, Fratelli Palombi, 1971, p. 46, ISBN non esistente.
  • Mauro Quercioli, Rione IX Sant'Angelo, in I rioni di Roma, vol. II, Milano, Newton & Compton, 2000, pp. 726-765, ISBN 978-88-5410-344-3.
  • Elvira Cajano, Il Tempietto del Carmelo a Roma, Roma, Gangemi, 2017, ISBN 978-88-492-3515-9.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN249787163 · LCCN (ENno2012071964 · GND (DE1154732967 · WorldCat Identities (ENlccn-no2012071964