Cappella Bonajuto

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Cappella Bonajuto
Cappella Bonajuto
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàCatania
IndirizzoVia Bonajuto, 11
Coordinate37°30′10.8″N 15°05′29.3″E / 37.503°N 15.091472°E37.503; 15.091472
ReligioneCattolica
Arcidiocesi Catania
ConsacrazioneVI-IX secolo d.C.?
Sconsacrazioneanni 1930
Stile architettonicobizantina
Via Vittorio Emanuele II

La cosiddetta cappella Bonajuto o del Salvaterello è un sito archeologico nel quartiere Civita di Catania. Ne è stata suggerita la funzione religiosa e la fondazione in epoca bizantina (tra il VI e il IX secolo d.C.)[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio

Secondo diversi studiosi si tratterebbe di uno dei pochi edifici di rilievo superstite dell'epoca bizantina a Catania. La cappella è collocata all'interno del barocco palazzo Bonajuto in via Bonajuto 7, nel popolare quartiere catanese della Civita. Si presenta a croce greca con pianta quadrata, cupola e tre absidicellae trichorae» o «chiesa a trifoglio») in forma simile alla cuba bizantina presente in Sicilia. Oggi rispetto al piano della strada si trova interrato di circa 2 metri.[2]

L'edificio, arricchito anche di testimonianze medioevali e quattrocentesche, è scampato ai diversi terremoti che hanno colpito la città, fra cui il terremoto del Val di Noto del 1693.

La famiglia Bonajuto prese possesso della cappella a partire dal XV secolo per edificare la propria residenza nel corso del XV. Sino all'insediamento dei Bonajuto la cappella era dedicata al Santissimo Salvatore, denominazione che mantenne probabilmente sino al XVIII secolo[3].

Nel XVIII secolo la cappella fu oggetto di restauri e ristrutturazione. Jean Houel, noto pittore francese che prese parte al Grand Tour, non poté visitarla, ma attraverso le descrizioni e i rilievi fatti eseguire dall'allora intendente alle antichità per la Sicilia orientale, il principe Ignazio Paternò Castello, ne realizzò una accurata rappresentazione, oggi conservata al gabinetto delle stampe nell'Ermitage di San Pietroburgo.

La cappella è stata restaurata da Paolo Orsi e Sebastiano Agati negli anni trenta. Oggi è visitabile e spesso affittata per fini espositivi e conferenze nonché come pub e come palcoscenico di gruppi musicali rock e di altro genere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata, su apt.catania.it. URL consultato il 24 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2007).
  2. ^ Antonino Scifo, Catania antica, Alma Editore, 2011, pp. 80-84.
  3. ^ Copia archiviata, su vasilemutu.com. URL consultato il 25 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cappella Bonajuto, Catania 2002.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]