Capitosauroidea

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Capitosauroidea
Scheletro di Paracyclotosaurus
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Amphibia
Ordine Temnospondyli
Superfamiglia Capitosauroidea
Watson, 1919

I capitosauroidi (Capitosauroidea Watson, 1919), noti anche come mastodonsauroidi (Mastodonsauroidea), sono un gruppo di grandi anfibi estinti, appartenenti ai temnospondili. Vissero tra il Triassico inferiore e il Triassico superiore (235 – 210 milioni di anni fa) ed i loro resti sono stati ritrovati in gran parte dei continenti (principalmente in Europa, Asia, Africa e Australia).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Generalmente questi animali erano di grandi dimensioni, e molte forme superavano facilmente i due metri di lunghezza (ad esempio Cyclotosaurus e Paracyclotosaurus). Alcune specie erano davvero gigantesche (oltre cinque metri), come Mastodonsaurus e Parotosuchus. La caratteristica più interessante dei capitosauri era data dalla testa: questa era enorme, larga e piatta, di forma approssimativamente triangolare. Le orbite erano poste sull'apice del cranio e gli occhi erano chiaramente rivolti verso l'alto. La dentatura era costituita da numerosi denti marginali appuntiti e da alcuni grandi denti palatali. Alcune forme, inoltre, possedevano gigantesche zanne inferiori che, quando la bocca era chiusa, andavano a inserirsi in apposite aperture nel cranio, cosicché questi denti finivano per sporgere al di fuori della testa. Il corpo era massiccio e relativamente corto, dotato di vertebre poco ossificate e di zampe corte. Anche la coda era generalmente corta.

Classificazione ed evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la maggior parte degli studiosi, i capitosauri erano un gruppo di temnospondili fortemente specializzati per la vita acquatica. Originatisi probabilmente da forme primitive (Lydekkerinidae), questi animali si diversificarono notevolmente nel giro di pochi milioni di anni e dominarono gli ambienti d'acqua dolce per gran parte del Triassico.

La famiglia più numerosa, quella dei capitosauridi (Capitosauridae) è composta di numerose specie, che differiscono fra loro per le proporzioni del muso, per le diverse ornamentazioni del cranio e per il diverso grado di apertura dell'incisura otica. Tra le forme più note, da ricordare Cyclotosaurus, Eryosuchus, Heptasaurus, Kestrosaurus, Paracyclotosaurus, Parotosuchus, Xenotosuchus e Jammerbergia. Il genere Capitosaurus, che dà il nome alla famiglia, è stato a lungo considerato un nomen dubium, e molte specie ascritte a questo genere sono da attribuire ad altri generi. Il gigantesco Mastodonsaurus, invece, è spesso posto in una famiglia a sé stante.

Nel Triassico superiore i capitosauri subirono la concorrenza di altri gruppi di predatori semiacquatici, primi fra tutti i fitosauri, e si estinsero alla fine del periodo.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il cladogramma sottostante, tratto dallo studio di Fortuny e colleghi (2011), mostra le relazioni filogenetiche dei capitosauri:


Stereospondyli

Lydekkerina huxleyi

Rhinesuchidae

Rhineceps nyasaensis

Uranocentrodon senekalensis

Capitosauria

Wetlugasaurus angustifrons

Odenwaldia heidelbergensis

Vladlenosaurus alexeyevi

Edingerella madagascariensis

Watsonisuchus spp.

Xenotosuchus africanus

Cherninia denwai

Paracyclotosaurus crookshanki

Stanocephalosaurus pronus

Stanocephalosaurus birdi

Procyclotosaurus stantonensis

Eocyclotosaurus spp.

Quasicyclotosaurus campi

Parotosuchus orenburgensis

Calmasuchus acri

Cyclotosaurus robustus

Tatrasuchus wildi

Eryosuchus garjainovi

Mastodonsaurus giganteus

Trematosauria

Benthosuchus sushkini

Trematosauroidea

Thoosuchus yakovlevi

Angusaurus spp.

Trematosaurus brauni

Stile di vita[modifica | modifica wikitesto]

Questi animali, con ogni probabilità, erano semiacquatici o addirittura completamente acquatici. Le vertebre scarsamente ossificate, infatti, avrebbero impedito a questi animali di condurre una vita terrestre in quanto non erano in grado di sopportare il notevole peso corporeo. Al contrario, corpo e cranio appiattiti erano perfettamente compatibili con uno stile di vita di fondale (bentonico): probabilmente questi animali se ne stavano acquattati sul fondo, in attesa di scattare verso le prede che passavano nei pressi. I loro resti sono stati rinvenuti esclusivamente in depositi di acqua dolce.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Milner, A. R., 1994: Late Triassic and Jurassic amphibians: Fossil record and phylogeny. 5-23 In Fraser, N. C. & Sues, H-D. 1994: In the Shadow of the Dinosaurs. --Cambridge University Press, New York. 1994
  • Morales, M. & Shishkin, M. A., 2002: A re-assessment of Parotosaurus africanus (Broom), a capitosauroid temnospondyl amphibian from the Triassic of South Africa. –Journal of Vertebrate Paleontology: Vol. 22, #1, pp. 1-11
  • Schoch, R. R., 2000: The origin and interrelationships of Triassic capitosaurid amphibians. --Paleontology: Vol. 43, #4, pp. 705-727
  • Fortuny, J.; Galobart, À.; Santisteban, C. D. (2011). "A New Capitosaur from the Middle Triassic of Spain and the Relationships within the Capitosauria". Acta Palaeontologica Polonica 56 (3): 553.

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