Cannibali (letteratura)

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Con il termine Cannibali alcuni critici definiscono "un fenomeno letterario vasto e diffuso"[1] sviluppatosi in Italia verso la metà degli anni novanta[2][3].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il termine "cannibali" fu un'etichetta attribuita dai media a una serie di scrittori dopo l'uscita della antologia Gioventù cannibale, curata da Daniele Brolli e pubblicata da Einaudi nell'autunno del 1996. Ha detto in proposito Daniele Luttazzi: "Fu un'antologia profetica: intellettuali come Mauri e Guglielmi la criticarono perché secondo loro conteneva una narrativa lontana dalla realtà italiana. Dopo qualche mese, l'Italia conobbe i casi del mostro di Firenze, del serial killer ligure, di Erika e Omar, dei satanisti lombardi eccetera. Gli artisti hanno le antenne e sentono in anticipo quello che sta per arrivare."[4]

Nello stesso anno uscirono: Occhi sulla graticola di Tiziano Scarpa (febbraio 1996), Fango di Niccolò Ammaniti (marzo 1996), Fonderia Italghisa di Giuseppe Caliceti (marzo 1996), Woobinda di Aldo Nove (aprile 1996), Il segno di Caino di Alda Teodorani (1996).

Giornalisti culturali e critici letterari, nella primavera del 1996[5], cominciarono ad associare questi libri al noir[6] e al pulp postmoderno alla Pulp Fiction di Quentin Tarantino[1], per il crudo ed efferato realismo[1], e soprattutto l'ibridazione dei generi letterari colti e popolari, apporti di cultura pop, memoria delle avanguardie letterarie: in questo, il pulp italiano è stato un fenomeno che si è manifestato contemporaneamente all'avantpop statunitense e in autonomia rispetto ad esso.

La fortuna dell'antologia Gioventù cannibale, nell'autunno del 1996, fece sì che l'etichetta pulp tendesse a essere progressivamente sostituita o accoppiata[7], sui media, a quella di "scrittori cannibali".

Alcuni esponenti di questo gruppo di scrittori, mai unitisi in un movimento comune, ma indicati dai media sotto l'etichetta di pulp o "cannibali", sono:

Tra le loro opere vi sono:

Critiche letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto Montalbano si rifiuta, tratto da Gli arancini di Montalbano, di Andrea Camilleri, è una sorta di presa di posizione contro la narrativa splatter dei "cannibali", e il rifiuto di parte della narrativa poliziesca di uniformarsi al gusto della violenza.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c I cannibali non mordono più
  2. ^ Sebastiano Vassalli, Giovani scrittori che orrore, in Corriere della Sera, 26 ottobre 1996.
  3. ^ Roberto Barbolini, Ma tu stai coi cannibali o i selvaggi?, in Panorama, 24/10/1996.
  4. ^ Intervista a Luttazzi pubblicata in "Lepidezze postribolari", 2007, p. 328 [1]
  5. ^ Articolo di Bruno Ventavoli su Tuttolibri n. 999, 23 marzo 1996
  6. ^ E. Mondello, Il Neonoir. Autori, editori, temi di un genere metropolitano.
  7. ^ Bruno Ventavoli, Pulp romanzo. Figli di Pasolini, fratelli di Tarantino, in Tuttolibri, 23 marzo 1996.
  8. ^ Copertina del libro Gioventù Cannibale, su Einaudi.it. URL consultato il 3 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2017).
  9. ^ giovani cannibali articolo su comic-soon.com[collegamento interrotto]
  10. ^ Gioventù cannibale su einaudi.it
  11. ^ “ED ALTRI…”: il caso Alda Teodorani, su carmillaonline.com. URL consultato il 10 gennaio 2016.
  12. ^ Alessandro Mezzena Lona, Io, Alda, scrittrice maledetta, in Il Piccolo, 24/12/1996.
  13. ^ Rebecca J. West, Gianni Celati, University of Toronto press, 2000.
  14. ^ Vittore Baroni, Alda Teodorani, in Pulp, Luglio/Agosto 2003.
  15. ^ Andrea Camilleri, Prefazione a Racconti di Montalbano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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