Callisto Balbo Bertone di Sambuy

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Callisto Bertone di Sambuy)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Callisto Balbo Bertone
NascitaTorino, 1802
MorteTorino, 10 febbraio 1865
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Armata Sarda
Regio Esercito
ArmaCavalleria
CorpoCavalleria
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Seconda guerra d'indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Magenta
Comandante di3º Reggimento Savoia Cavalleria
Decorazionisi veda qui →
voci di militari presenti su Wikipedia

Callisto Balbo Bertone (Torino, 1802Torino, 10 febbraio 1865) è stato un nobile e generale italiano, che prese parte sia alla prima, che alla seconda guerra d'indipendenza italiana. Al comando della Divisione di cavalleria partecipò alla battaglia di Magenta. Decorato della Croce di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia e del titolo di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Membro di una nobile ed antica famiglia piemontese di rango comitale, nacque a Torino nel 1802, figlio di Carlo Balbo Bertone Conte di Sambuy (1765-1828) e di Daria Delfina Ghilini (1774-1836). Entrò giovanissimo nella Regia Accademia Militare di Torino dalla quale uscì col grado di sottotenente dei cavalleggeri del re nel 1826,[1] assegnato al Reggimento "Dragoni del Genevese".[1] Promosso dapprima tenente, e poi capitano[2] nel 1831, prese successivamente servizio presso il Reggimento "Genova Cavalleria",[2] e il 3 aprile 1837 sposò la signorina Carolina Vittoria Massel.

Promosso maggiore dal 1842, con questo grado prese parte alla prima guerra d'indipendenza italiana, durante la quale venne nominato colonnello col ruolo di comandante del 3º Reggimento Savoia Cavalleria[3]. Venne nel contempo a contatto con gli ambienti di corte, dove nel 1838 era già stato nominato secondo scudiero[4] di S.M. il Re Carlo Alberto. Nel 1853 venne promosso maggior generale e nel 1858 ottenne il comando della Divisione di cavalleria[N 1] con la quale, nell'ambito della seconda guerra d'indipendenza,[3] prese parte tra l'altro alla battaglia di Magenta. Poco dopo il termine dei conflitto venne nominato tenente generale in comando alla Divisione militare di Cremona e poco dopo fu nominato Ispettore.

Morì nella Torino, allora capitale del Regno d’Italia, il 10 febbraio 1865.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giulio Cesare Balbo Bertone Giovanni Battista Antonio Balbo Bertone  
 
Lucrezia Olimpia Tana  
Carlo Emanuele Balbo Bertone  
Beatrice di Saluzzo Carlo Michelantonio di Saluzzo  
 
Cristina Biandrate  
Carlo Gabriele Balbo Bertone  
Filippo Valentino Asinari Ghiron Roberto Asinari di San Marzano  
 
Maria Margherita Alfieri di Magliano  
Rosalia Asinari di San Marzano  
Maria Luigia Ferrero-Fieschi Vittorio Amedeo Ferrero-Fieschi  
 
Giovanna Irene Caracciolo  
Callisto Balbo Bertone  
Giovanni Tommaso II Ghilini Francesco Gerolamo II Ghilini  
 
Angelica Mussa  
Manfredo III Ghilini  
Daria Prati Andrea Agostino Prati  
 
Isabella Mandrino  
Daria Delfina Ghilini  
Francesco Provana -  
 
-  
Costanza Provana  
- -  
 
-  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 12 giugno 1856[5]
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tale divisione era formata da I (Reggimenti "Nizza Cavalleria" e "Piemonte Reale") e II Brigata (Reggimenti "Savoia Cavalleria" e "Genova Cavalleria"), e I Brigata d’artiglieria (I e II Batteria d'artiglieria a cavallo).

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cibrario 1827, p. 448.
  2. ^ a b Calendario generale pe' regii stati, 1839, p. 320.
  3. ^ a b Brignole 2007, p. 42.
  4. ^ Alessandro Fontana, Il Palmaverde: calendario storico-statistico-amministrativo 1835, Collegio SSRM, Torino, 1835, pag.182.
  5. ^ web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marziano Brignoli, Cavalleria a Voghera. I Reggimenti di guarnigione a Voghera dal 1859 al 1943, Voghera, Società Cooperativa Editoriale Oltrepò, 2007.
  • Vittorio Giglio, Il Risorgimento nelle sue fasi di guerra, Vol. I, Milano, Vallardi, 1948, ISBN non esistente.
  • Alberto Malatesta, Enciclopedia militare Vol.2, Milano, Casa editrice Il Popolo d'Italia, 1927, ISBN non esistente.
  • Luigi Cibrario, Storie di Chieri Tomo II, Torino, Per l’Alliana a spese di P.G. Pic, libraio della Regia Accademia delle Scienze, 1827, ISBN non esistente.
  • Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1962, ISBN non esistente.
  • Regia Segretaria per gli Affari Interni, Calendario generale pe' regii stati, Torino, Tipografia Giuseppe Baglione & C., 1839, ISBN non esistente.
  • Michele Rosi (a cura di) e Pompilio Schiarini, Dizionario del Risorgimento nazionale, dalle origini a Roma capitale. Vol.3, Milano, Vallardi, 1930, ISBN non esistente.