Cahiers d'Art

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Cahiers d'Art
StatoBandiera della Francia Francia
Linguafrancese
Periodicitàirregolare
Genererivista letteraria e d'arte
FondatoreChristian Zervos
Fondazione1926
SedeParigi
ISSN0995-8274 (WC · ACNP) e 2592-334X (WC · ACNP)
Sito webcahiersdart.fr/, www.cahiersdart.com/fr/home e gallica.bnf.fr/ark:/12148/cb344142726/date
 

Cahiers d'Art è una rivista letteraria e d'arte fondata da Christian Zervos nel 1926.[1] Cahiers d'Art è anche l'omonima casa editrice che ha pubblicato molte monografie di artisti vissuti in Francia durante la prima metà del ventesimo secolo. La collezione include il catalogo completo delle opere di Pablo Picasso, Pablo Picasso par Christian Zervos, in 33 volumi, con oltre 16 000 immagini.[2]

Cahiers d'Art non contiene pubblicità, ed è pubblicato con frequenza irregolare.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La rivista, fondata nel 1926 dal critico d'arte Christian Zervos con sede a Parigi in rue du Dragon, venne pubblicata fino al 1960, con un'interruzione tra il 1941 e il 1943. Il primo numero uscito dopo la guerra era incentrato su scrittori e poeti della resistenza francese, tra cui Vercors. Cahiers d'Art pubblicò anche una selezione di poesie da Livre ouvert I (1940) e Livre ouvert II (1942) di Paul Éluard.

Dopo la seconda guerra mondiale, lo psicanalista Jacques Lacan venne invitato a pubblicare due articoli sulla logica collettiva. Anche Samuel Beckett contribuì con uno dei suoi primi testi in francese, La peinture des Van de Velde ou le monde et le pantalon.

La rivista è nota per la qualità dei suoi articoli e delle illustrazioni, che contribuirono a promuovere l'arte moderna in Francia per oltre trent'anni[4] Tra gli artisti di cui si è occupata, troviamo Picasso, Matisse, Fernand Léger, Max Ernst, Raoul Dufy, Marc Chagall, Constantin Brâncuși, Van Gogh, Paul Klee, Henri Laurens, Moholy-Nagy, Jean Lurçat, Joan Miró, Alexander Calder, Victor Brauner, Giorgio De Chirico, Wolfgang Paalen, Marcel Duchamp e Man Ray.

Il collezionista svedese Staffan Ahrenberg ha acquistato la rivista e l'ha rilanciata nell'ottobre del 2012.[3][5]

Il primo numero della nuova proprietà si è occupato delle opere di Ellsworth Kelly, Cyprien Gaillard, Sarah Morris e Adrián Villar Rojas, e dell'architetto Oscar Niemeyer.[2] Per contribuire al rilancio di Cahiers d'Art il numero 14 di rue du Dragon è stato riaperto come galleria e biblioteca, mentre il numero 15 serve da spazio espositivo per stampe a tiratura limitata di artisti contemporanei.

Nel mese di ottobre 2013, Cahiers d'Art ha presentato una mostra di Philippe Parreno[6] in cui erano inclusi disegni recenti dell'artista e disegni di grandi maestri, tra cui Francisco de Goya, Victor Hugo, Wassily Kandinsky, Ad Reinhardt, Richard Case, Liam Gillick, Matthew Barney, Koo Jeong-A e John Cage.

Il secondo numero del 2013 presenta il lavoro di Rosemarie Trockel, che ha creato in esclusiva per Cahiers d'Art un inserto in vinile allegato ad ogni rivista che è possibile usare per ottenere una scultura. Ha disegnato inoltre una scatola di plexiglas per l'edizione limitata. Lo stesso numero presenta anche lavori di Peter Fischli e David Weiss, Le Corbusier, Inge Mahn, Absalon e Riccardo Paratore, scritti di Hans Ulrich Obrist, Brigid Doherty, Joan Simon, Jean Louis Cohen e poesie di Rolf Dieter Brinkmann. In occasione di questo numero, Cahiers d'Art ha tenuto una mostra speciale sui lavori della Trockel[7] nelle gallerie di rue du Dragon.

Nel 2014 viene distribuita la nuova edizione del catalogo su Picasso di Christian Zervos, stampata in francese e, per la prima volta, in inglese.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Amy Serafin, Archive covers from relaunched French magazine Cahiers d'Art, su wallpaper.com, Wallpaper*. URL consultato il 23 gennaio 2013.
  2. ^ a b Ellsworth Kelly, in Cahiers d'Art, vol. 1, n. 1, ottobre 2012.
  3. ^ a b Georgina Adam, Mixed messages in the Middle East; lawsuits in London and New York; Les Cahiers relaunched, in Financial Times, 27 ottobre 2012. URL consultato il 27 ottobre 2012.
  4. ^ 36e année, n°1, 2012 : Renaissance des " Cahiers d’art " au détour d’une rue, su artmediaagency.com, Art Media Agency. URL consultato il 23 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  5. ^ Burkhard Maus, Cahiers d’Art – nouveau et à partir d’aujourd’hui, su art-magazin.de, art. URL consultato il 23 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012).
  6. ^ Copia archiviata, su saywho.fr. URL consultato il 21 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2014).
  7. ^ Copia archiviata, su saywho.fr. URL consultato il 21 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Index général de la revue Cahiers d’art, 1926-1960, prefazione di Dora Vallier, Parigi, Cahiers d’art, 1981.
  • Chara Kolokytha, Formalism and Ideology in 20th century Art: Cahiers d'Art, magazine, gallery, and publishing house (1926-1960), PhD thesis, Northumbria University, UK, 2016.
  • (EN) Chara Kolokytha, The Art Press and Visual Culture in Paris during the Great Depression: Cahiers d'Art, Minotaure and Verve, in Christian Zervos et Cahiers d'art, Archives de la Bibliothèque Kandinsky, vol. 82, 2013, pp. 339-342.
  • Chara Kolokytha, 'Christian Zervos et Cahiers d'art, Archives de la Bibliothèque Kandinsky' in Konsthistorisk Tidskrift 4, vol. 82, 2013, pp. 339–342.
  • Chara Kolokytha, “Chagall, Zervos et les Cahiers d’art,” in Anne Dopffer, Ambre Gauthier (dir.), De couleurs et d'encre: Chagall et les revues d'art, Nice: Musée Marc Chagall, RMN, 2020, pp. 60-65.
  • Chara Kolokytha, “Picasso vs. Fougeron: Cahiers d’Art and quarrels over realism in France (1932- 1949),” in David Ayers, Sascha Bru, Benedikt Hjartarson and Ursula Frohne (eds), European Avant- Garde and Modernism Studies vol.6: Realism of the Avant- Garde, Berlin&Boston: De Gruyter, 2020, pp. 375-390.
  • Chara Kolokytha, “Christian Zervos, les galeries Cahiers d'Art et M.A.I., la suppression des –ismes de l'Art,” in Denise Vernerey and Hélène Ivanoff (eds) Les Artistes et leurs Galeries: Paris-Berlin, vol. II: Berlin, Mont-Saint- Aignan: PURH, 2020, pp. 269-286.
  • Chara Kolokytha, “Matisse, Zervos and Cahiers d’Art,” in Matthew Affron, Cécile Debray, Claudine Grammont (eds), Matisse in the 1930s, exh.cat., Philadelphia Museum of Art, Musée de l’Orangerie (Paris), Musée Matisse (Nice), Philadelphia, PA, 2022, pp. 19-30.
  • Chara Kolokytha, “Museum Acquisition Policies in Germany and France: Alfred Flechtheim and the Interwar Advocacy of Cahiers d'Art,” in Julia Drost, Denise Vernerey, Hélène Ivanoff (eds), Arts et politiques: Le marché de l'art entre France et Allemagne de l'Entre-deux- guerres à la Libération, DFK, Paris, Passages online, Deutsches Forum fur Kunstgeschichte/Centre Allemand d’Histoire de l’Art, 2022, pp. 53-73.
  • (FR) Jean-Pierre De Rycke, Christian Zervos et Tériade: deux insulaires grecs à la conquête de l'avant-garde européenne, Atene, Pinacothèque Nationale et Musée Alexandros Soutzos, 2006.
  • (EN) Kim Grant, Cahiers d'Art and the Evolution of Modernist Painting, in The Journal of Modern Periodical Studies, vol. 1, 2010, pp. 216-227.
  • (FR) Cahiers d'art, Musée Zervos à Vézelay, Parigi, 2006.
  • (EN) Christopher Green, Zervos, Picasso and Brassaï, ethnographers in the field: a critical collaboration, in Art criticism since 1900, Manchester, Malcolm Gee, 1993.
  • (FR) Valery Dupont, Le discours anthropologique dans l’art des années 1920-1930 en France, à travers l’exemple des Cahiers d’art, Art et Archéologie, Université de Dijon, 1999.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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