Bullet time

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Il bullet time (in italiano: proiettili rallentati[1]) è un effetto speciale e tecnica cinematografica che consente di mostrare al rallentatore un momento di una scena, restituendo l'impressione visiva di un distaccamento nel tempo e nello spazio dalla prospettiva della telecamera, o dell'osservatore, rispetto al soggetto mostrato.

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Il bullet time è in realtà lo sviluppo di una vecchia tecnica fotografica conosciuta come time-slice ("fetta di tempo"), nella quale un grande numero di fotocamere è disposto attorno ad un oggetto e viene fatto scattare simultaneamente. Quando la sequenza degli scatti è vista come un filmato, lo spettatore vede come le "fette" bidimensionali formano una scena tridimensionale. Guardare una tale sequenza di "fetta di tempo" è analogo all'esperienza reale di camminare attorno ad una statua e di vedere come appare da diverse angolazioni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo film ad utilizzare il bullet time è stato Kill and Kill Again del 1981.[2] Un secondo esempio di bullet time in azione si vide nel 1992, nel film Full Contact di Ringo Lam, con Chow Yun-fat.[2] Tuttavia venne reso celebre dal film Matrix del 1999 diretto dagli allora Larry e Andy Wachowski, dove per la prima volta l'effetto venne realizzato e reso emblematico grazie all'uso della tecnologia chroma key, unita ad una computer grafica 3D all'avanguardia.[2] Secondo alcuni quest'ultimo fu ispirato anche dalle tecniche di ripresa usate dal regista di anime giapponese Yoshiaki Kawajiri nel lungometraggio Demon City Shinjuku[3] e dai titoli di testa dell'anime Superauto Mach 5 – a cui poi effettivamente le sorelle Wachowski avrebbero dedicato un film, nel 2008, Speed Racer.[2] Successivamente, il termine è diventato un marchio registrato della Warner Bros., distributori di Matrix.[4]

Nei videogiochi, il bullet time indica una meccanica del gioco in cui il personaggio controllato dal giocatore è in grado di agire a velocità normale, mentre gli altri personaggi e oggetti vengono rallentati.[4] La prima vera implementazione di questa meccanica appare nel 2001 in Max Payne, di Remedy Entertainment, dove si rivela cruciale per il gameplay: «Quando si trova nei guai, Max può attivare il "Bullet Time", che rallenterà l'azione tutt'intorno a lui, permettendogli però di puntare le sue armi in tempo reale. È una funzione estremamente utile per affrontare diversi nemici contemporaneamente e permette a Max di schivare le pallottole in arrivo».[1][5] Un altro emblematico videogioco d'azione in cui il bullet time è parte integrante dell'esperienza, in maniera simile a "Max Payne", è Stranglehold, videogioco prodotto dal celebre regista di film d'azione John Woo.[5]

L'espediente è diventato parte importante del gameplay anche negli sparatutto in prima persona TimeShift, F.E.A.R.[5] e Singularity; oltre che nell'action RPG Fallout 3 e nello sparatutto in terza persona, a tema western, Red Dead Redemption.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Remedy, p. 19.
  2. ^ a b c d GamesRadar+, p. 1.
  3. ^ Fontana, Tarò, p. 66.
  4. ^ a b Thomas, Orland e Steinberg 2007.
  5. ^ a b c GamesRadar+, p. 2.
  6. ^ GamesRadar+, p. 3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]