Brioni (azienda)

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Brioni
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1945
Fondata daNazareno Fonticoli e Gaetano Savini
Sede principaleRoma
GruppoKering
Persone chiaveMedhi Benabadji (A.D.)
Norbert Stumpfl (direttore creativo)
Settoremoda
ProdottiAbbigliamento, oggetti per la casa, accessori, occhiali, profumi
Sito webwww.brioni.com/

Brioni è un'azienda italiana di abbigliamento maschile di proprietà del gruppo di lusso Kering. Fondata a Roma nel 1945, è conosciuta per i suoi abiti Bespoke (un abito su misura tagliato ed imbastito a mano), le collezioni sartoriali pronti da indossare ed i prodotti in pelle, produce anche accessori, occhiali e scarpe.[1]Il principale stabilimento produttivo si trova a Penne in Abruzzo.

Nel 1952 Brioni ha organizzato la prima sfilata moda uomo della storia, tenutasi a Palazzo Pitti. Nel 1985 Brioni ha fondato la Scuola di Alta Sartoria a Penne. La maison è stata poi acquisita nel 2011 dal gruppo francese Kering,[2] specializzato nei beni di lusso. Mehdi Benabadji è CEO di Brioni dal dicembre 2019, mentre dall’ottobre 2018 Norbert Stumpfl è il direttore creativo.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi in via Barberini[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1945 l’imprenditore Gaetano Savini e il sarto Nazareno Fonticoli[4] aprono il primo negozio Brioni, una boutique di abiti maschili situata a Roma, in via Barberini 79. Il nome del brand si riferisce alle isole Brioni, un tempo parte del territorio italiano e ora parte della Croazia; note da sempre per la loro bellezza, e che negli anni 1920 spopolavano come mete vacanziere preferite dal Jet Set europeo. Il marchio desta subito l’attenzione di personalità importanti, come businessmen e capi di stato, diventando sinonimo di lusso e potere.[5] Negli anni 1950 è particolarmente amato dai divi di Hollywood come Clark Gable, John Wayne, e Cary Grant;[4] che indossandolo danno ulteriore visibilità al brand. In seguito Brioni è stato tra i marchi preferiti di John Fitzgerald Kennedy ed Elvis Presley.[6]

Nel 1952 Brioni inventa le sfilate di moda maschili[7]: fino ad allora nessun brand di abiti da uomo organizzava eventi del genere, la prima si tiene all’interno di Palazzo Pitti, nella Sala Bianca.[8] Altro primato del brand è stata la scelta di introdurre colori audaci e materiali leggeri, disegnando silhouette più sottili e senza spallatura. Lancia così la Peacock Revolution.

Altra invenzione di Brioni è il trunk show, un evento durante il quale le collezioni venivano presentate direttamente nei negozi, consentendo ai clienti di provare i capi e personalizzarli con il servizio Su Misura.[9]

Nel 1959 Brioni avvia uno stabilimento produttivo a Penne, in Abruzzo, il Brioni Roman Style,[10] che introduce il concetto di Prêt Couture e che fa precipitare l'ascesa internazionale del marchio.

La scuola e il metodo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1985 l'azienda decide di aprire una scuola superiore di sartoria per insegnare il metodo Brioniref[4] : un abito Brioni richiede fino a 12.000 punti, di cui solo il 17% è visibile; e ogni completo richiede la lavorazione di oltre 200 persone.[11] L’attenzione dell'azienda è da sempre posta sul metodo artigianale, ed è proprio questo il tratto distintivo della moda Brioni. La sede scelta per la scuola è Penne, per rimarcare il legame con il centro di produzione, è altamente selettiva e gli studenti sono tenuti a imparare le tecniche sartoriali e le lingue straniere.

L'internazionalizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni 1950 il marchio aveva già iniziato la distribuzione negli Stati Uniti, presentandosi al pubblico oltre oceano con un tour di nove sfilate in giro per gli States. Nel 1985 Brioni corona l’espansione negli Stati Uniti aprendo una boutique a New York nel Fisher Building sulla 52ª Strada; parallelamente il marchio si espande anche come grossista. Nel 1990 Umberto Angeloni, già socio di Brioni, viene nominato A.D., e guida il marchio verso una produzione diversificata: dall’abbigliamento sportivo agli accessori, all’inserimento di una linea femminile, Lady Brioni.[12]

Nel 2006 Angeloni viene sostituito dalla collaborazione tra Antonella de Simone, Andrea Perrone, e Antonio Bianchini. Nel 2007 Angeloni decide di vendere le sue quote di Brioni.[13] Nel 2009, l'espansione dell'azienda subisce un arresto a causa della crisi economica, ma Brioni ha sempre rifiutato di delocalizzare la produzione,[14] sfruttando invece il periodo per sperimentare nuovi mercati, lanciando ad esempio un profumo maschile. Successivamente Perrone viene nominato unico A.D., e nomina Alessandro Dell'Acqua come direttore creativo dell'abbigliamento femminile,[15] un anno dopo il marchio interrompe la linea donna.[16]

La rinascita di Brioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011 Brioni è stato acquisito dal gruppo francese PPR, operante nel settore dei beni di lusso e poi rinominato Kering.[17][18] Gli anni a venire sono stati un tormentato percorso di cambiamento per Brioni, che ha dovuto cercare con fatica la strada per reinventarsi, in un panorama in cui la moda urban e casual stava spopolando tra i giovani, soppiantando l’abito classico.[19] Durante la transizione è stato Francesco Pesci[12] ad essere nominato Amministratore Delegato. Nel giugno 2012 Brendan Mullane viene nominato direttore creativo.[20][21] La nuova immagine Brioni rielabora il classico e si contraddistingue per il taglio essenziale, le linee comode e un’eleganza mai costrittiva.[22] Il nuovo stile Brioni utilizza elementi innovativi come l’inserimento di seta bianca, una nuova palette da tinte inusuali come il verde menta, tessuti dipinti a mano e Kimono.[23] Nel 2014 viene lanciato anche Brioni Eau de Toilette.[24]

Nel 2014 Gianluca Flore prende il posto di Pesci come Amministratore Delegato[25] e a marzo 2016 nomina Justin O’Shea come nuovo direttore creativo, che con le sue scelte stilistiche prova a conquistare una nuova fascia di clientela, ma lascia il suo ruolo dopo appena sei mesi.[26]

Nel marzo 2017, Fabrizio Malverdi[27] diventa il nuovo A.D. di Brioni e nomina Nina-Maria Nitsche[28] come direttore creativo, è quest’ultima ad aver donato nuova vita allo storico marchio. Nel luglio 2018 però Nina-Maria Nitsche lascia Brioni: il suo stile è stato descritto come elegante ma “troppo sicuro”.[29][30]

Nell'ottobre del 2018 al suo posto subentra il designer austriaco Norbert Stumpfl,[31] che introduce un abito dallo stile più minimale, puntando tutto sui tessuti sontuosi.[32]. Cashmere, seta, vigogna e pelle scamosciata spopolano nelle nuove collezioni, creando un'atmosfera informale.[33]. Nel 2019, Mehdi Benabadji è stato nominato Amministratore Delegato di Brioni.[34]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Una boutique Brioni al Wynn Las Vegas (2009).

Brioni è una maison di alta moda maschile italiana con sede a Roma, internazionalmente riconosciuta nel settore dei beni di lusso. Brioni è specializzata in prêt-à-porter sartoriale da uomo, pelletteria, scarpe, occhiali e profumi, e fornisce un servizio su misura. Nel 2020, Brioni gestisce 30 negozi e ha 1.350 dipendenti, di cui 1.000 sarti negli stabilimenti di produzione.[35]

Dal 1985 Brioni gestisce la Scuola di Alta Sartoria situata vicino allo stabilimento di Penne, in Abruzzo, dove insegna il suo speciale metodo di lavorazione. Un abito su misura richiede 200 sarti e specialisti del controllo qualità prima della spedizione. Una giacca Brioni richiede 12.000 punti, solo il 17% dei quali sono visibili esternamente, gli indumenti poi vengono stirati e vaporizzati circa 80 volte per allungare il tessuto.[36].

Brioni ha collaborato con star iconiche del mondo dello spettacolo per le sue campagne pubblicitarie, le cosiddette "Tailoring Legends" : Samuel L. Jackson e Sir Anthony Hopkins nel 2017, Harvey Keitel e Pierce Brosnan nel 2018, Matt Dillon nel 2019, Brad Pitt nel 2020.[37].

Controllo[modifica | modifica wikitesto]

Amministratori delegati[modifica | modifica wikitesto]

  • 1990-2006: Umberto Angeloni
  • 2006-2009: Antonella de Simone, Andrea Perrone, Antonio Bianchini
  • 2009-2010: Andrea Perrone
  • 2010-2014: Francesco Pesci
  • 2014-2017: Gianluca Flore
  • 2017-2019: Fabrizio Malverdi
  • 2019-attualmente: Medhi Benabadji

Direttori creativi[modifica | modifica wikitesto]

  • 2013-2016: Brendan Mullane
  • 2016: Justin O’Shea
  • 2017-2018: Nina-Maria Nitsche
  • 2018-attualmente: Norbert Stumpfl

Nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel film russo Loveless (Nelyuobov) del 2017, due donne parlano del capo di un'azienda, fondamentalista ortodosso, con una gran barba, ma che "indossa un abito Brioni". Brioni ha vestito il personaggio iconico James Bond in tutti i suoi film, da quelli interpretati da Pierce Brosnan come ad esempio Goldeneye (uscito nel 1995), fino ad arrivare agli interpreti più recenti di 007 come Daniel Craig in Casino Royale (2006).[4] Nel film American Psycho, uscito nel 2000 e poi diventato un cult cinematografico, Patrick Bateman (interpretato da Christian Bale) indossa una cravatta Brioni.[38] Nella serie televisiva Suits,precisamente l'episodio nove della seconda stagione, Louis Litt nel giorno della sua nomina a senior partner indossa un completo Brioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brioni entra nel business degli occhiali da sole handmade. Pambianco News. 31 maggio 2012.
  2. ^ A PPR il 100% di Brioni, in Pambianco News, 8 novembre 2011. URL consultato il 14 giugno 2021.
  3. ^ Brioni chiama Stumpfl alla direzione creativa, in Pambianco News, 2 ottobre 2018. URL consultato il 14 giugno 2021.
  4. ^ a b c d Inizia una nuova avventura tra Brioni e l'agente 007, in Pambianco News, 5 settembre 2006. URL consultato l'11 giugno 2021.
  5. ^ Redazione, Brioni, in Perfettamente Chic, 12 agosto 2020.
  6. ^ La storia della sartoria Brioni all'Angelica di Roma: dal cardigan di Elvis Presley agli smoking di JFK, in Il Messaggero, 20 ottobre 2018. URL consultato il 14 giugno 2021.
  7. ^ Redazione, Brioni, brand protagonista della prima sfilata uomo della storia, festeggia a Pitti i suoi 75 anni, in Wondernetmag, 8 gennaio 2020. URL consultato il 14 giugno 2021.
  8. ^ Federica Bandirali, Pitti Uomo: dal saluto del principe Carlo alle sfilate e agli ospiti, in Corriere della sera, 6 gennaio 2020. URL consultato il 14 giugno 2021.
  9. ^ Non è una questione di moda, ma di stile. Luxury Highlights. Gennaio 2020
  10. ^ Penne piange Lucio Marcutullio: il fondatore della Brioni che fu anche sindaco - Ultime Notizie Cityrumors.it - News Ultima ora, in Cityrumors, 5 settembre 2020. URL consultato il 15 giugno 2021.
  11. ^ Brioni: tradizione sartoriale con radici profonde, in Luxury Highlights, gennaio 2020. URL consultato il 14 giugno 2021.
  12. ^ a b Nomine: Peuterey apre le porte al nuovo ceo Francesco Pesci, ex Brioni, in Fashion Magazine, 10 febbraio 2015. URL consultato il 15 giugno 2021.
  13. ^ Angeloni cede il 17% di Brioni alla famiglia. Pambianco News. 20 giugno 2007.
  14. ^ Francesco Bellante, Penne, Brioni cambia stile: in “T-Shirt” contro la crisi. Il Pescara. 14 agosto 2009
  15. ^ Cristina Manfredi, Brioni e la rivoluzione soft di Alessandro Dell'Acqua, in MF Fashion, 22 settembre 2010.
  16. ^ Brioni, addio alla moda donna, su Luxgallery.it, 24 agosto 2011. URL consultato il 28 agosto 2021.
  17. ^ Barbara Weisz, Lusso, moda: Ppr conquista Brioni, il sarto di 007, in PMI, 8 novembre 2011. URL consultato il 14 giugno 2021.
  18. ^ Brioni - Il Sole 24 ORE, in Sole 24 ore, 13 febbraio 2019. URL consultato il 14 giugno 2021.
  19. ^ (EN) Guy Trebay, Brioni Girds for Men’s Wear Combat, in Nytimes.com, 8 gennaio 2020. URL consultato il 14 giugno 2021.
  20. ^ Angelo Flaccavento, Brendan Mullane: «Il Dna Brioni torna in passerella», in Sole 24 ore, 16 gennaio 2015. URL consultato il 15 giugno 2021.
  21. ^ Brioni, Brendan Mullane è il nuovo direttore creativo, in MFfashion, 9 luglio 2012. URL consultato il 15 giugno 2021.
  22. ^ La Brioni che non ti aspetti Mullane riveste il classico, in Il Centro, 25 giugno 2014. URL consultato il 15 giugno 2021.
  23. ^ Simone Corti, Brioni e la nuova strategia di Brendan Mullane - Icon, in Icon Magazine, 13 novembre 2013. URL consultato il 15 giugno 2021.
  24. ^ Gioele Panedda, Brioni, il profumo come un abito su misura. Agrumato e legnoso, in Gazzetta dello sport, 14 novembre 2014. URL consultato il 15 giugno 2021.
  25. ^ Claudia Ficcaglia, Brioni sostituisce Pesci con l’astro nascente Flore, in Il Centro, 22 ottobre 2014. URL consultato il 14 giugno 2021.
  26. ^ Il Sole 24 Ore: notizie di economia, finanza, borsa, fisco, cronaca italiana ed esteri, in Sole 24 ore, 4 ottobre 2016. URL consultato il 14 giugno 2021.
  27. ^ Il CEO Malverdi lascia Brioni, in Pambianco News, 18 dicembre 2019. URL consultato il 14 giugno 2021.
  28. ^ Nina-Maria Nitsche, nuova direttrice creativa di Brioni, in L’Officiel, 15 giugno 2017. URL consultato il 14 giugno 2021.
  29. ^ (EN) Dominique Muret, Brioni creative director Nina-Maria Nitsche exits label [collegamento interrotto], in Fashionnetwork.com, 27 luglio 2018. URL consultato il 15 giugno 2021.
  30. ^ Brioni è “work in progress”: dopo un anno si dimette la direttrice creativa Nina-Maria Nitsche, in La Conceria, 27 agosto 2018. URL consultato il 15 giugno 2021.
  31. ^ Federica Camurati, Stumpfl nuovo design director di Brioni, in MFfashion, 3 ottobre 2018. URL consultato il 15 giugno 2021.
  32. ^ Martina Ferraro, La sinfonia tailoring firmata da Brioni, in MFfashion, 8 gennaio 2020. URL consultato il 15 giugno 2021.
  33. ^ Pitti Uomo: Brioni celebra 75 anni di alta sartoria, in Ansa, 13 gennaio 2020. URL consultato il 14 giugno 2021.
  34. ^ Flavio Marcelli, Mehdi Benabadji è il nuovo ceo di Brioni, in MFfashion, 18 dicembre 2019. URL consultato il 14 giugno 2021.
  35. ^ (EN) The Kering Group: number of stores by brand worldwide 2019, in Statisa, 27 novembre 2020. URL consultato l'11 giugno 2021.
  36. ^ L'arte nella moda di Brioni, in My Mall Magazine. URL consultato l'11 giugno 2021 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2021).
  37. ^ Martina D'amelio, Brad Pitt e Brioni, una speciale collezione primavera 2021, in Io Donna, 8 aprile 2021. URL consultato il 14 giugno 2021.
  38. ^ (EN) Chris Beastall, Dress like Patrick Bateman in American Psycho, in Apetogentleman.com, 28 ottobre 2015. URL consultato l'11 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Farid Chenoune, Brioni (Universe of Fashion), Universe, 1998.
  • Fernando Morelli, Lea Della Cagna, Michelle Finamore, Gaetano Savini, the Man Who Was Brioni, Assouline, 2011.

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