Brindisi Montagna

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Brindisi Montagna
comune
Brindisi Montagna – Stemma
Brindisi Montagna – Bandiera
Brindisi Montagna – Veduta
Brindisi Montagna – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoGerardo Larocca (lista civica Radici comunità futuro) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate40°37′N 15°56′E / 40.616667°N 15.933333°E40.616667; 15.933333 (Brindisi Montagna)
Altitudine800 m s.l.m.
Superficie59,88 km²
Abitanti811[1] (31-12-2021)
Densità13,54 ab./km²
Comuni confinantiAlbano di Lucania, Anzi, Potenza, Tricarico (MT), Trivigno, Vaglio Basilicata
Altre informazioni
Cod. postale85010
Prefisso0971
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076014
Cod. catastaleB181
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 364 GG[3]
Nome abitantibrindisini
Patronosan Nicola di Bari
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Brindisi Montagna
Brindisi Montagna
Brindisi Montagna – Mappa
Brindisi Montagna – Mappa
Posizione del comune di Brindisi Montagna all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Brindisi Montagna (Brìnnsese in dialetto lucano[4], chiamato spesso Brindisi di Montagna) è un comune italiano di 811 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata. È noto per essere il set de La storia bandita, spettacolo in cui vengono narrate le vicende del brigante Carmine Crocco e della sua banda nel periodo postumo all'unità d'Italia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Sorge a 800 m s.l.m. nella parte centro-settentrionale della provincia al confine con la parte nord-occidentale della provincia di Matera e fa parte della cosiddetta "area metropolitana di Potenza".[senza fonte]

Confina con i comuni di: Trivigno (9 km), Vaglio Basilicata (13 km), Anzi (19 km), Albano di Lucania (20 km), Potenza (24 km) e Tricarico (MT) (36 km).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale sono state evidenziate testimonianze di insediamenti che risalgono al III secolo a.C. Reperti archeologici dall'Eneolitico all'epoca bizantina (X secolo d.C.) sono conservati al Museo Provinciale di Potenza e testimoniano la continua esistenza di un abitato.

Nell'Alto Medioevo si era stabilita una comunità monastica di monaci basiliani, nella Badia dedicata a Santa Maria dell'Acqua Calda, così denominata per la presenza di una falda di acqua termale. Carlo I d'Angiò, con regio decreto del 1268, affidò il feudo di Brindisi e Anzi a Guidone da Foresta, nominandolo primus dominus Brundisii de Montanea et Ansiae. I signori feudali del posto fortificarono l'abitato con un castello. Il paese, allora situato nella località di “Aia di Brindisi”, era costituito nel 1277 da 136 “fuochi” (700 abitanti circa).

Via dei Crojesi

Dopo la conquista di Kruja nel 1478, arrivarono i primi profughi albanesi in terra di Brindisi Montagna.[5] Testimonianza di ciò è la toponomastica nel centro storico che vi ha dedicata la Via dei Crojesi (ovvero della città di Kruja). La maggioranza di questi esuli era albanese della Grecia con proveniva dalla Morea, attuale Peloponneso. Essi ricostruirono l'abitato, ormai abbandonato e spopolato da molti secoli.

Per volontà del feudatario di Brindisi di Montagna, Pietro Antonio Sanseverino († 1559 Parigi), 9º conte di Tricarico, 4º principe di Bisignano, nel 1536, giunsero nelle terre abbandonate di Brindisi Montagna 30 famiglie di profughi di Corone, guidati da Lazzaro Mathes (o Lazaro Mathes), condottiero di nobile famiglia albanese e capitano degli stradioti,[6] dove ricostruirono il paese alle pendici del Castello. I cognomi delle 30 famiglie greco-albanesi furono: Barbati, Basta, Bellezza, Beccia, Bello, Bianco, Biluscio, Bodino, Bubbich, Buscicchio, Canadeo, Caparriello, Caporale, Colossi, Como, Creasi, Cresio, Greco, Lech, Licumati, Manes, Mattes, Molicchio, Musciacchio, Plescia, Prete, Pulmett, Rennisi, Scura e Truppa.[7]

La badia basiliana, abbandonata dai basiliani, fu donata dai principi Sanseverino ai monaci della Certosa di Padula; eretta a Grancia di San Demetrio nel 1503, divenne una grande azienda rurale condotta da monaci laici, raggiungendo il suo massimo splendore nel Settecento. Soppressi gli ordini monastici nel 1806, la Grancia fu acquistata da privati e poi rivenduta al Demanio verso il 1925.[8].

Il feudo di Brindisi passò dai Sanseverino ai D'Erario, agli Antinori, ai Battaglia e, da ultimo, ai Fittipaldi.

Nel 1799 anche Brindisi di Montagna partecipò ai moti libertari, capeggiati dal sacerdote Don Fabrizio De Grazia, erigendo l'albero della libertà in piazza. Dal 1860 al 1864 bande di briganti infestavano i boschi circostanti: il 2 novembre 1861, grazie ad un'improvvisa coltre di nebbia che ammantò il paese, i brindisini furono risparmiati dall'incursione delle bande di Crocco, Borjes e Serravalle.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma di Brindisi Montagna rappresenta due covoni di spighe di grano sormontati da una croce.[9] Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Centro storico[modifica | modifica wikitesto]

Parco Grancia[modifica | modifica wikitesto]

Il Parco della Grancia si estende su un territorio di 50 ettari nel comune di Brindisi Montagna ed è il primo parco storico rurale d’Italia. All'interno del parco sono organizzate numerose attività di accoglienza e di animazione per i visitatori di ogni fascia di età. Il cinespettacolo La storia bandita si svolge su un’area scenica di grande impatto visivo, in un anfiteatro con 3.500 posti a sedere, dove circa 300 attori figuranti volontari in costume rappresentano in scena le gesta dei protagonisti delle insorgenze post unitarie[10]. Lo spettacolo ricco di effetti speciali vanta la collaborazione del maestro Carlo Rambaldi, vincitore di tre premi Oscar. La storia è narrata dalle voci di Michele Placido, Orso Maria Guerrini, Lina Sastri e Paolo Ferrari. Le musiche invece sono composte ed eseguite da Antonello Venditti, Eddy Napoli e dal maestro Di Giandomenico coronate dall'interpretazione esclusiva di un brano originale di Lucio Dalla. Il cinespettacolo racconta delle rivolte e delle insorgenze contadine meridionali, vissute attraverso le vicende tragiche della famiglia del brigante Carmine Donatelli Crocco. Il periodo della rivoluzione napoletana, la lunga marcia del Cardinale Ruffo, il Risorgimento e il Brigantaggio post-unitario vengono osservati con lo sguardo dei ceti più umili.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Nicola di Bari del XV secolo, costruita su resti di una piccola chiesa di rito bizantino dedicata a san Nicolò
  • Chiesa della Madonna delle Grazie
  • Chiesa di San Vincenzo Ferreri
  • Chiesa di San Giacomo
  • Cappella di San Lorenzo Martire e Grancia di San Demetrio in Contrada Grancia

Architettura storica[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaci[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1995 1999 Michele Rago centrodestra Sindaco
1999 2004 Faustino Mario Bubbico L'Ulivo Sindaco
2004 2009 Faustino Mario Bubbico centrosinistra Sindaco
2009 2014 Nicola Allegretti lista civica Sindaco
2014 2019 Nicola Allegretti lista civica Democratici progressisti Sindaco
2019 in carica Gerardo Larocca lista civica Radici comunità futuro Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 101, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Rocco Larocca, La terra contesa. Feudalità, economia, demografia e conflitti a Brindisi montagna, Anzi, Centro Grafico di Rocco Castrignano, 2013, p. 56, ISBN 8889970960.
  6. ^ Rocco Larocca, p. 44
  7. ^ Andrea Pisani, Brindisi di Montagna - Stato fisico Condizioni economiche e politiche, su lucania1.altervista.org. URL consultato il 31 ottobre 2017.
  8. ^ Ogni anno il 10 settembre la chiesetta dell'ex badia è meta di fedeli per la festa di san Lorenzo martire: fino al 1950 vi andavano i devoti del circondario per invocare il santo contro la malaria.
  9. ^ Statuto del Comune di Brindisi Montagna (PDF), art. 1, c. 3.
  10. ^ Sito del Parco della Grancia.
  11. ^ Brindisi di Montagna, riapre il castello, su ansa.it. URL consultato il 14 ottobre 2018.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Pisani, Dall'Albania a Brindisi di Montagna all'Italia. Cronistoria dal 1262 al 1927. Palombara Sabina, 1926 (Ristampa anastatica: Matera 1989).
  • Carlo Caterini, Gens Catherina de terra Balii. Edizioni Scientifiche Calabresi, Rende 2009.
  • Luigi Materi, L'ultima Canzone. Il Romanzo della Grancia, R. Caddeo e C., Milano 1922.
  • AA.VV., Brindisi di Montagna in eta moderna: la rivoluzione del 1799, a cura di G. Allegretti; prefazione di Antonio Libutti, Rionero in Vulture, 1990.
  • Nicola Masini, Il castello di Brindisi di Montagna in età medievale, in Regione Basilicata, 3 (1994), pp. 65–72.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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