Bolko I di Świdnica

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Bolko I di Świdnica
Ricostruzione a colori della tomba di Bolko I di Świdnica-Jawor secondo Theodor Blätterbauer
Duca di Lwówek, Jawor, Świdnica, Ziębice
Nascita1253 circa
Morte9 novembre 1301
Luogo di sepolturaAbbazia di Krzeszów
DinastiaPiast di Slesia
PadreBoleslao II di Slesia
MadreEdvige di Anhalt
ConsorteBeatrice di Brandenburgo
FigliBoleslao
Giuditta
Bernardo
Beatrice
Enrico
Elisabetta
Margherita
Bolko
Anna

Bolko I di Świdnica, detto il Severo, noto anche come (in tedesco) Bolko I. von Jauer und Schweidnitz, Boleslaw III. von Liegnitz, in polacco Bolko I Surowy, in ceco Boleslav I. Javorsko-Svídnický Surový (1253 circa – 9 novembre 1301), fu duca di Jawor dal 1278 e duca di Löwenberg dal 1286. Egli apparteneva alla dinastia dei Piast. I suoi genitori erano Boleslao II, duca di Slesia, e dal 1248 anche duca di Liegnitz, ed Edvige († 1259), figlia del conte Enrico I di Anhalt.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sigillo di Bolko I come duca (datato al 1298)

Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1278, i possedimenti di quest'ultimo vennero spartiti. Il secondogenito Bolko ed il fratello più giovane Bernardo ricevettero insieme, in un primo momento, il ducato di Jawor. Questo era stato assegnato precedentemente, tra il 1274 e il 1277, quando era ancora in vita il loro padre, al figlio primogenito Enrico V di Slesia, che però, alla morte del padre, ricevette il ducato di Liegnitz. Nel 1281 Bolko staccò, a favore di Bernardo, dal ducato di Jawor, la zona di Löwenberg, che sarebbe poi anch'essa diventata sede di un ducato. Tuttavia questo tornò a Bolko, quando il fratello Bernardo morì, nel 1286: i due territori vennero nuovamente riuniti.

Più tardi il fratello Enrico V, che dal 1290 era anche duca di Breslavia, gli cedette anche la parte meridionale lungo i confini del ducato di Breslavia, cosicché le città di Ziębice, Ząbkowice Śląskie, Strzelin, Dzierżoniów e Świdnica, ricaddero sotto la sua sovranità.

Con l'appoggio dei vescovi di Breslavia, Bolko s'impegnò in un'ulteriore espansione dei suoi territori, nella zona montagnosa dei confini; contemporaneamente anche i Boemi si accinsero ad occupare le loro zone di confine. Dopo che Venceslao II, re di Boemia, nel 1295 fece riconfermare le sue pretese ereditarie sulla Slesia dal re dei Romani Adolfo di Nassau, Bolko s'inimicò Venceslao. Egli temette un'invasione del re boemo ed occupò perciò il passo di Landeshut. Poiché però non si riteneva abbastanza forte per difendersi da solo, pose i propri territori sotto la protezione del papa, cosa che Bonifacio VIII confermò per la prima volta il 1º febbraio 1296. Con il disboscamento della cintura boscosa dei confini sia da parte dei boemi che della Slesia, venne meno il naturale confine fra i due. Perciò Bolko, per garantirsi la sicurezza dei confini, fece erigere lungo di essi roccaforti e circondò le città di mura e fossati.

Poiché la Rocca di Vriburg presso Świebodzice non soddisfaceva alle esigenze di una rocca fortificata, Bolko fece erigere sulla vicina altura di Książ il Castello di Książ, che divenne la sede dei duchi di Świdnica. Bolko aggiunse al suo titolo di "duca di Slesia", quello di Książ.

Dopo la morte del fratello Enrico, nel 1296, Bolko divenne tutore dei nipoti minorenni e quindi anche reggente dei ducati di Breslavia, Liegnitz e di Brzeg. I cittadini di Breslavia, che aspiravano ad un'alleanza con Praga, rifiutarono inizialmente di riconoscere Bolko I, ma gli si sottomisero dopo che l'atteso aiuto dei Boemi non ebbe luogo.

Alle già esistenti abbazie cistercensi di Heinrichau e Kamenz, nel 1292 Bolko affidò ai cistercensi quella di Abbazia di Krzeszów, già affidata ai benedettini dell'abbazia di Opatovice, facendola ingrandire ed abbellire. Nel 1295 fece erigere il monastero femminile delle clarisse di Strehlen.[1]

Bolko morì nel 1301 e fu sepolto nell'abbazia di Grüssau, della quale era stato generoso benefattore. Sotto l'abate Benedetto II Seidel, tra il 1735 e il 1747 venne eretto a fianco della chiesa abbaziale un mausoleo (Fürstenkapelle) nel quale venne riposto il suo sarcofago insieme a quello del nipote Bolko II, insieme a sculture marmoree rappresentanti le rispettive consorti.

Eredi[modifica | modifica wikitesto]

Bolko lasciò i tre figli minorenni Bernardo, Enrico e Bolko. La loro tutela fu assunta dal cognato Ermanno di Brandeburgo, che egli affidò al suo capitano Hermann von Barby. La reggenza dell'ancora minorenne Enrico V fu assunta dal re Venceslao, che così rafforzò la sua influenza sulla Slesia.

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1286 Bolko sposò Beatrice († 1316), una delle figlie del margravio Ottone V di Brandeburgo. Dal matrimonio nacquero:[2]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Enrico I il Barbuto Boleslao I l'Alto  
 
Cristina  
Enrico II il Pio  
Edvige di Andechs Bertoldo IV d'Andechs  
 
Agnese di Rochlitz  
Boleslao II di Slesia  
Ottocaro I di Boemia Vladislao II di Boemia  
 
Giuditta di Turingia  
Anna di Boemia  
Costanza d'Ungheria Béla III d'Ungheria  
 
Agnese d'Antiochia  
Bolko I di Świdnica  
Bernardo di Sassonia Alberto I di Brandeburgo  
 
Sofia di Winzenburg  
Enrico I di Anhalt  
Brigitta di Danimarca Magnus I di Götaland  
 
Rikissa di Polonia  
Edvige di Anhalt  
Ermanno I di Turingia Ludovico II di Turingia  
 
Giuditta di Svevia  
Ermengarda di Turingia  
Sofia di Wittelsbach Ottone I di Baviera  
 
Agnese di Loon  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hugo Weczerka: Handbuch der historischen Stätten - Schlesien. Stuttgart 1977, S. 519f.
  2. ^ Discendenza secondo [1] Albero genealogico in lingua polacca
  3. ^ Nelle fonti più antiche viene frequentemente citata come figlia del duca Enrico III di Glogau

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

(in lingua tedesca salvo diverso avviso)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Genealogie Schweidnitz, su genealogy.euweb.cz. URL consultato il 15 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2017).
Controllo di autoritàVIAF (EN34151776827218012901 · CERL cnp01205338 · GND (DE140129227
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