Bobbio

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Bobbio (Bòbi in dialetto bobbiese, Bêubbi in ligure, Bobium in latino) è un comune italiano di 3.743 abitanti[1] della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna.

Piccola cittadina di origine alto-medioevale, Bobbio si trova nella media Val Trebbia.

La sua storia si identifica con quella dell'Abbazia di San Colombano fondata agli inizi del VII secolo. Nell'alto medioevo l'abbazia ebbe un ruolo politico, religioso e culturale importante, i suoi possedimenti, fin dall'età longobarda e carolingia, spaziavano in zone del nord d'Italia. Successivamente divenne Contea, poi, sotto i Savoia, Provincia genovese fino all'unità d'Italia. Fino al 1923 fu parte della provincia di Pavia, poi passò alla provincia di Piacenza. Fu sede vescovile fino al 1989.

La città è sede della Comunità Montana Appennino Piacentino. È un'ambita meta turistica nota per il suo passato di arte e cultura, da amanti della natura e dello sport e dei suoi monumenti, in quanto luogo in una remota antichità dei confini tra le diverse culture di Piacentini, Liguria, Piemonte e Pavesi.

Il centro storico, il cuore vivo della città, ha mantenuto intatte le caratteristiche del borgo medievale. Simbolo della cittadina il Ponte Gobbo (o Ponte del Diavolo), un ponte in pietra di origine romana, che attraversa il fiume Trebbia con 11 arcate irregolari. Domina il Santuario della Madonna del Penice, che si trova sulla cima del monte omonimo. Località turistica anche in inverno grazie alle stazioni sciistiche.

Geografia fisica

Bobbio si trova sulla sponda sinistra del fiume Trebbia, tra i torrenti Bobbio e Dorbida, ai piedi del monte Penice (1.460 m s.l.m.).

Il territorio comunale confina a sud con il comune di Corte Brugnatella, ad ovest con la provincia di Pavia in Lombardia, a nord con i comuni di Pecorara, Piozzano e Travo ad est con il comune di Coli.

Il paesaggio presenta un'alternanza di campi coltivati e boschi cedui.

Orografia

L'area è circondata dalle cime del Groppo di Pradegna (960 m s.l.m.), dei Tre Abati (1.072 m s.l.m.), del Bricco di Carana (805 m s.l.m.) e della Costa Ferrata (1.036 m s.l.m.) con a sud il bosco del comune ed il Monte Gazzolo (498 m s.l.m.). Verso nord si trovano le cime della Pietra Parcellara e della Pietra Marcia.

Il territorio comprende la "conca di Bobbio", parte della Val Trebbia, che qui si allarga dopo un "orrido" sul fiume verso nord, per restringersi nuovamente verso sud, in corrispondenza del Bricco di Carana; in questo punto il corso del fiume diventa tortuoso, con i "meandri di San Salvatore".

Nella Val Trebbia si immettono le valli del Carlone, con la "cascata termale San Cristoforo del Carlone", e dei torrenti Bobbio e Dorba. La valle del Bobbio termina con il passo Scaparina.

Presso il monte Penice si trova il passo omonimo e i vicini:passo del Brallo e passo della Caldarola.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bobbio.

La zona climatica corrisponde al microclima ligure appenninico temperato.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Bobbio.

Il nome della città viene dal "saltus Boielis" (Monte Penice), toponimo di origine celto-ligure. Il primo nucleo risale al periodo della romanizzazione del IV secolo (sotto il municipio romano di Velleia).

Quando nella seconda metà del VI secolo i Longobardi scesero in Italia e conquistarono Pavia, loro capitale dal 572, il presidio romano di Bobium venne assegnato al duca Sundrarit, che prese in concessione anche le saline. La storia di Bobbio è connessa dall'Alto Medioevo con la costruzione dell'Abbazia di San Colombano nel 614. Il primo nucleo monastico era di 4 miglia intorno al monastero e contava su metà della produzione delle saline, mentre l'altra metà continuava a spettare al duca longobardo. Successivamente il territorio crebbe e l'uso delle saline sarà totale.

Durante l'Alto Medioevo Bobbio, al pari di Montecassino, fu un importante centro culturale, riferimento per la sua biblioteca o scriptorium, collegata con i vari monasteri sparsi in Italia e all'estero.

Con la caduta del Regno longobardo ad opera dei Franchi di Carlo Magno (774), il monastero ricevette ulteriori benefici dal nuovo sovrano. Nell'834 venne nominato abate Wala, cugino di Carlo e suo consigliere.

In quel periodo la cittadina divenne il centro del Feudo monastico di Bobbio grandissimo ed esteso nella zona della Val Trebbia, dell'Oltrepò Pavese, della Val Curone, della Val Staffora, della Val Tidone, della Val d'Aveto fino in Liguria e Toscana, ma con possedimenti anche nel Monferrato, nelle Langhe fino a Torino.Era inoltre formato da altri terreni e piccoli feudi sparsi per tutta l'Italia settentrionale, dalle coste del Mar Ligure al Piemonte e al lago di Como, al lago di Garda, le zone del Ticino e del Po, fino al Mare Adriatico, con una flotta di imbarcazioni che collegavano Pavia con la Svizzera e per il Po i possedimenti sul Mincio, di Mantova, Comacchio, Ferrara, Ravenna, Venezia ed Ascoli Piceno, ma anche sul mare con i porti liguri di Moneglia e Porto Venere. Vi furono possedimenti nel Lodigiano (San Colombano al Lambro), nella Val Pellice (Bobbio Pellice), in Valsassina (Piani di Bobbio), in Liguria (San Colombano Certenoli), lungo la zona appenninica per la Via degli Abati (antica Via Francigena) da Bobbio passando per Bedonia, Bardi, Borgo Val di Taro, Berceto, il passo della Cisa e Pontremoli, in Lunigiana, nella Val Fontanabuona, nella Val di Vara e Val di Magra ed in Garfagnana, ecc.

Il feudo ebbe la protezione imperiale e papale e l'abate era nullius dioeceseos (Abbazia territoriale) e dal 643 vi era anche la carica di Abate mitrato, ed era difeso anche dagli Obertenghi, in esso i monaci vi avevano costruito numerosissimi monasteri sia secondo la regola colombaniana che benedettina e vi coltivavano le terre in modo intensivo, specie impiantando anche vigneti, oliveti e castagneti e costruendo mulini; inoltre vi erano numerosi allevamenti specie di pecore per l'utilizzo della pergamena per lo scriptorium, sia di Bobbio che nei vari monasteri. Inoltre si trovavano monasteri sparsi all'estero dalla Spagna fino alla Germania, in Irlanda ed in Inghilterra, collegati da numerose strade percorse da pellegrini e da monaci.

Vi furono edificati numerosi castelli e fortificazioni sul territorio a protezione anche religiosa, specie nel periodo delle invasioni musulmane.

Nell'883 l'abate Agilulfo iniziò la costruzione del nuovo monastero dove si trova attualmente; nel X secolo iniziò la prima decadenza anche per l'affievolirsi della protezione imperiale e papale e molti feudi passarono direttamente agli Obertenghi e poi ai vari rami famigliari. Una ripresa la si deve attorno al 983 all'abate Gerberto di Aurillac, futuro papa Silvestro II.

Nel 1014, grazie all'interessamento dell'imperatore Enrico II, Bobbio divenne sede vescovile ed ottiene il titolo di città. Primo vescovo fu l'abate Pietroaldo, che assommò le due cariche (divenendo quindi abate-vescovo con diocesi esente, ossia soggetta alla Santa Sede). L'unione delle due cariche venne scissa immediatamente dopo Pietroaldo. Nel 1046 il vescovo Luisone ricevette il titolo di conte. Il vescovo-conte Guarnerio (1073 - 1095) iniziò a costruire la nuova cattedrale, ma la sua politica, favorevole a Enrico IV, lo fece cadere in disgrazia. Scomunicato nel 1081, nel 1095 abbandonò la cattedra vescovile e la contea.

Nel 1133 la diocesi di Bobbio, fino ad allora abbazia territoriale, diventò diocesi suffraganea alla nuova sede metropolitana di Genova.

Il Duomo di Bobbio

La Contea di Bobbio fu ridotta alla Val Trebbia fino a Torriglia, alla Val d'Aveto fino a Santo Stefano d'Aveto (Ge), all'Oltrepò, alla Val Tidone (Pecorara, Pianello Val Tidone) e alla Val Curone; gli altri feudi sono persi e dati agli Obertenghi e ciò verrà confermato anche dall'imperatore Federico il Barbarossa nel 1164, che toglierà altri territori alla Contea a vantaggio dei Malaspina discendenti dagli Obertenghi.

Il Duomo romanico risale all'XI secolo, il monastero di San Francesco (visibile vicino all'omonima piazza) è del 1230.

Il primo comune si formò nel XII secolo e nel 1176 partecipò con il suo esercito alla battaglia di Legnano. Nel 1304 diviene Signoria sotto Corradino Malaspina che vi costruì il castello sopra l'antico monastero protoromanico. Verso la fine del XII secolo la città venne cinta da mura, ancora visibili in alcuni punti, con cinque porte: Cebulle, Frangule, Alcarina, Agazza, Nova. Il tessuto urbano crebbe attorno al complesso monastico del IX secolo; durante il XIV secolo venne diviso in terzieri: del Castello, del Duomo, di Porta Nova.

Nel 1341 passò ai Visconti e poi dal 1387 ai conti feudatari Dal Verme (infeudati dal 1436), assieme alla contea di Voghera ai feudi di Pecorara, Pianello Val Tidone, Castel San Giovanni (perso nel 1485) e della Valsassina (perso nel 1647), fino al 1805.

Nel 1516 Bobbio diviene Marchesato sotto i Dal Verme e comprende varie contee [Voghera, Tortona (con il Vescovado) e la signoria del Malaspina], nel 1593 Voghera diventa autonomo sotto un'altra signoria ma sempre sotto il Marchesato. Nel 1743 Bobbio diviene Provincia di Bobbio, fino al 1861 e passa ai Savoia; nel 1770 il Marchesato ormai superato è abolito. Nel 1797 con l'abolizione dei feudi imperiali da parte di Napoleone e il riordinamento dei territori Bobbio diviene Circondario (le provincie erano state abolite).

Dal 1801 la città venne annessa alla Francia. Nel 1815, caduto l'Impero Napoleonico, tornò ai Savoia e divenne capoluogo dell'omonima provincia, compresa nella Divisione di Genova.

Con l'emanazione del Decreto Rattazzi (1859) la provincia venne sostituita dall'omonimo circondario, senza modifiche territoriali, ma nell'ambito della Provincia di Pavia. Nel 1923 il circondario fu soppresso (il suo territorio venne suddiviso fra le province di Pavia, Genova e Piacenza) e la città aggregata alla Provincia di Piacenza. In quell'anno venne anche soppresso il Tribunale mandamentale.

Nel 1927 la frazione Mezzano Scotti viene scorporata dal comune di Travo e viene aggregata al comune di Bobbio.

Durante la Seconda guerra mondiale, venne liberata dal movimento resistenziale locale nell'estate del 1944. Dal 7 luglio fino al 27 agosto di quell'anno, quando venne nuovamente occupata da truppe della R.S.I., la città ebbe un'amministrazione partigiana e fu uno dei primi esempi di "Città libere" del nord Italia.

Bobbio è inoltre sede di un'ampia circoscrizione elettorale della media Val Trebbia e del Comando compagnia Carabinieri. Vi è inoltre un distretto giudiziario con il Giudice di pace ed una sede distaccata di ricerca universitaria.

La città diventò nel medioevo un centro cosmopolita di arte, cultura e scienza.

In una delle dichiarazioni di Colombano è facile intuire la sua visione: "Siamo membra di uno stesso corpo, sia che siamo Galli, Britanni o Iberi o di qualsiasi altra popolazione". Fu il primo a citare l'Europa (tutus Europae) in una delle lettere al papa Gregorio Magno auspicandone l'unione delle nazioni in un solo popolo cristiano.

Considerata la presenza delle spoglie mortali del santo, la città è spesso meta di alte personalità straniere, tra cui capi di stato irlandesi, presidenti del Parlamento europeo e membri del corpo diplomatico.

Simboli

Lo stemma cittadino è costituito da una croce latina rossa in campo bianco, simbolo dei Visconti, e da due colombe bianche, una a destra e l'altra a sinistra nella parte alta e che si guardano tra loro, simbolo di San Colombano. Lo stemma è riprodotto anche sul sepolcro del Santo nella cripta dell'Abbazia.

Monumenti e luoghi di interesse

Panorama del centro storico di Bobbio, dal castello al ponte Gobbo
File:Bobbio mappa.jpg
Pianta del centro storico di Bobbio
  • 1 Abbazia di San Colombano (Basilica in piazza S. Colombano, Monastero e musei, Porticato e giardini di piazza S. Fara) (IX sec.)
  • Antiche carceri (struttura monastica IX sec.)
  • Chiesa della Madonna delle Grazie (ex ospedale-farmacia monastica del IX sec., oggi cinematografo)
  • 2 Castello Malaspina-Dal Verme (XIV sec.)
  • Parco del castello
  • Antico quartiere alto medievale Castellaro (IX sec.)
  • 3 Duomo di Bobbio (Cattedrale di S. M. Assunta, Palazzo Vescovile, Antico seminario e Archivi storici Bobiensi) (XI sec.)
  • Piazza del Duomo, gli antichi portici e gli storici Palazzi Bobiensi
  • Palazzo Brugnatelli (portici e capitello cubico con testa apotropaica XIII sec.)
  • 4 Chiesa di San Lorenzo (XII sec.)
  • Convento e Chiesa di San Nicola (ex chiesa e convento XVII sec.)
  • 5 Palazzo Alcarini e della regina longobarda Teodolinda (XIV sec.)
  • Piazza San Francesco (fontana, giardini, monumento ai caduti)
  • 6 Monastero e Chiesa di San Francesco (XIII sec.)
  • 7 Santuario della Madonna dell'Aiuto (XV sec.)
  • Vecchio Ospedale (XVII sec.)
  • 8a Monastero di Santa Chiara (Clarisse) (XV sec.)
  • 8b Palazzo Comunale (sala Auditorium S. Chiara, archivio storico, centro culturale e biblioteca)
  • 9 Palazzo Olmi (XVII sec.)
  • 10 Palazzo Malaspina (XII secolo)
  • Piazza di Porta Fringuella (portici del XII secolo)
  • Mulino contrada S. Giuseppe (XII sec.)
  • 11 Palazzo Tamburelli e ostello comunale (XVIII sec.)
  • 12 Ponte Vecchio o Gobbo (simbolo della città - epoca romana e successiva)
  • Il Borgo le antiche mura ed il Mulino Ocelli (XII sec.)
  • Terme di Bobbio
  • Terme di rio Foino (300 m. dopo il Ponte Gobbo, sorgente e vasche ad accesso libero)
  • Museo etnografico val Trebbia (a Cassolo)
  • Santuario di Santa Maria in Monte Penice (1460 m. - festa la seconda domenica di settembre)
  • Sentiero medioevale per il Santuario del Monte Penice
  • Barberino e l'Orrido
  • Castello del Dego (XIII sec.)
  • San Salvatore ed i meandri sul Trebbia
  • Ceci ed il Mulino Erbagrassa
  • Mezzano Scotti
  • Passo Penice e gli impianti sciistici
  • Santa Maria
  • Vaccarezza ed il Palazzo dei Malaspina
  • Cascata termale del Carlone di San Cristoforo
  • Valle del Carlone
  • Bosco del Comune
  • Antico villaggio del Groppo (ruderi e ritrovamenti neolitici e liguri)
  • Pietra Parcellara
  • Monte Pradegna
  • Fontana dei Ramari di Bobbio
  • Via degli Abati (Via Romea e derivazione della Via Francigena)
  • Via Piancasale-Terme di Bobbio, Vie panoramiche Bobbio-Mezzano, Bobbio-S. Martino-Carana-Pietranera, Bobbio-Dezza-Brallo (escursioni a piedi, bicicletta e cavallo)

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[2]

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto bobbiese.

Nel panorama dei dialetti della provincia, quello bobbiese vanta proprie peculiarità, sia fonetiche che morfologiche e lessicali, rispetto al piacentino propriamente detto. Ciò è dovuto alla posizione geografica lungo la via di collegamento tra la Pianura Padana e il Genovese, dove il Piacentino confina con Liguria e Piemonte. Hanno influito inoltre le vicende storiche, essendo Bobbio passata sotto numerose dominazioni nel corso dei secoli: liguri, celti, romani, longobardi, franchi, signorie dei Visconti e degli Sforza, Spagna, Austria, repubbliche di Genova e Ligure, Piemonte, Lombardia ed infine sotto la provincia di Piacenza nel 1923, rimanendo sempre autonoma; quindi il dialetto locale non poteva che subire varie modifiche e influenze e rimanendo unico e non assimilabile.

Del dialetto di Bobbio oltre al dizionario ci sono numerosi scritti e sono tipici il calendario ed il lunario bobbiesi, oltre a feste locali, folcloristiche e teatrali curate dalla Ra familia Bubièiza.

Religione

Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Piacenza-Bobbio.

La sede vescovile di Bobbio nacque nel febbraio del 1014 per opera dell'abate e poi anche vescovo Pietroaldo con l'autorizzazione dell'imperatore Enrico II e del papa Benedetto VIII. Il 20 marzo 1133 la diocesi di Bobbio-San Colombano divenne suffraganea della nuova sede metropolitana di Genova, alla quale venne unita dal 1986 al 1989, quando fu aggregata alla sede di Piacenza con la quale forma tuttora la diocesi di Piacenza-Bobbio. Parrocchie sul territorio del comune di Bobbio: in città sono situate le parrochie del Duomo e S. Colombano, le restanti in frazioni, segnatamente:

Leggende

Leggenda del Ponte Gobbo

Ponte Gobbo

Nel medioevo, la costruzione di un ponte era un'opera di grande ingegno, considerata quasi prodigiosa. Per questo la costruzione dei ponti ha dato origine a molte leggende, che spesso avevano come protagonista il diavolo, in quanto congiungere due luoghi che la natura (e Dio) aveva voluto separati era vista da molti come un'opera "diabolica". Una di queste leggende riguarda il Ponte Gobbo, detto anche Ponte Vecchio o ponte del Diavolo. La leggenda narra che San Colombano volesse costruire un ponte per unire le due sponde. Il Diavolo si offrì di costruirlo in una sola notte, a patto di possedere l'anima del primo che lo attraversasse. San Colombano accettò e il Demonio costruì il ponte con l'aiuto di un gruppo demoni di altezza e corporatura diversa, da cui la caratteristica gibbosità e l'irregolarità del ponte. Al mattino il monaco irlandese tenne fede alla parola data, ma visto che il ponte non era "normale" gabbò il demonio facendovi passare per primo un cane (una tradizione antica vede come animale sacrificale l'amico orso).

Altre leggende

Istituzioni, enti e associazioni

Cultura

Editoria

Dal 1903 la diocesi di Bobbio pubblica un settimanale cattolico, chiamato La Trebbia[3], distribuito oggi nei comuni di Bobbio, Coli e Corte Brugnatella (l'antico pagus Bagienno), oltre che abbonamento. Oltre alle informazioni di interesse religioso, il settimanale s'interessa della degli eventi culturali e della cronaca locale del Bobbiese e dei comuni dell'Alta Val Trebbia e della Val d'Aveto, oltre che della storia e delle tradizioni locali.

Cinema

Il regista Marco Bellocchio, la cui famiglia è originaria di Bobbio, ha girato in città e nelle immediate vicinanze il suo primo film di successo, I pugni in tasca. Molti bobbiesi recitarono nel film come comparse. Marco Bellocchio cura ogni anno attività culturali legate al cinema, in particolare dirigendo il Laboratorio Farecinema e il Festival cinematografico Bobbio film festival (con rappresentazioni nel periodo estivo).

Letteratura

Il cenobio di Bobbio e la sua biblioteca – tra le più ricche dei primi secoli del medioevo – vengono citati nel romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa.

Musica

Lo stesso argomento in dettaglio: Quattro province.
Bani il pifferaio

Posizionata nel cuore delle quattro province, Bobbio può vantare una tradizione musicale molto antica, legata all'uso di uno strumento, il piffero (oboe popolare ad ancia doppia), che accompagnato dalla fisarmonica, porta con sé un vasto repertorio di brani che scandivano i vari momenti della vita della comunità. Oltre che per il ballo (famosa la giga di Bobbio Bala Ghidon), vi sono brani per il cantamaggio, con la variante della festa della Santa Croce, il matrimonio, la leva (Leva levon a Santa Maria) e che ricordano luoghi e fatti legati al passato (la canzone del Draghin). Nelle feste da ballo, oltre a valzer, polca e mazurca si possono incontrare danze arcaiche come: l'alessandrina, la monferrina, la giga a due.

Il gruppo musicale de I Müsetta anima feste e celebrazioni e ha portato queste musiche anche all'estero: in Francia, Irlanda, Spagna e Olanda. Nella frazione di Degara si trova il laboratorio di Bani dove costruisce pifferi e cornamuse (tra cui la müsa appenninica); grazie al suo lavoro la tradizione dei balli, delle musiche e della costruzione degli strumenti non andrà persa ma anzi ha trovato nuovo vigore e diffusione anche tra i giovani.

Dal 1998 opera in città il Coro Gerberto[4], riproposizione dell'omonimo coro fondato negli anni sessanta e intotolato all'abate di San Colombano, Gerberto di Aurillac, poi eletto papa col nome di Silvestro II. Il repertorio del coro, comprendente trenta elementi, include oltre a canti tradizionali della montagna, anche canti del folklore internazionale e rielaborazione di pezzi di autori moderni. Il coro annovera diverse partecipazioni a concerti e manifestazioni in Italia e all'estero, l'incisione di un album e l'organizzazione delle rassegne corali "Salve o mia montagna" e "Cori nel chiostro". Marco Bellocchio ha girato il cortometraggio Il maestro del coro presentato nel 2001 al Torino Film Festival.

Enogastronomia

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina piacentina.

Nell'ambito della cucina piacentina, Bobbio occupa una posizione di rilievo potendo annoverare una serie di originali piatti tipici locali e dolci che si tramandano da molte generazioni:

  • maccheroni con l'ago (da calza) (farina, uova, olio, acqua);
  • pinoli alla ricotta o pin da lesa (farina, patate, ricotta, bietole, uova e Grana Padano);
  • lasagne alla bobbiese (a strati con besciamella mista a sugo di carne e sugo di funghi);
  • stracotto alla bobbiese (con carne di manzo, burro, olio, aglio piacentino, farina, cipolla, vino rosso secco, sale, pepe, noce moscata, rosmarino, alloro, salvia, carote, sedano, salsa di pomodoro);
  • lumache bobbiesi in umido (lumache, cipolla, carote, porro, sedano, salsa di pomodoro, vino bianco, olio, burro, pepe), cui è dedicata una sagra e che si consumano la vigilia di Natale;
  • torta di mandorle (di tre tipi, croccante, ripiena e morbida);
  • torta la Sabbiosa
  • focaccia di Natale (farina, miele, lievito di birra, uova, uva sultanina, zucchero, burro, latte).
  • mostarda di frutta (pera, mela).

Bobbio è nota anche per i salumi - salami, coppe, pancette piacentini D.O.P, salamini di vario tipo, cotechini e zampone - e per la produzione dei vini Colli Piacentini D.O.C..

Personalità legate a Bobbio

Eventi

Feste religiose

Bobbio Film Festival

Allestimento per il concorso del Bobbio Film Festival

La città di Bobbio ha il suo festival cinematografico diretto da Marco Bellocchio esso nasce dal Laboratorio Farecinema, e poi diverrà il concorso cinematografico Bobbio Film Festival. “Farecinema – incontro con gli autori” nasce da un’idea di Marco Bellocchio che ha voluto creare nella sua città, Bobbio, un laboratorio per insegnare l’arte della regia cinematografica. Già dalla prima edizione si è tenuta, collateralmente al laboratorio, una rassegna serale di film aperta al pubblico con un cineforum al termine delle proiezioni dove partecipavano personaggi rappresentativi del film proiettato. Nel 2005 la rassegna diventa Festival prendendo il nome di “Bobbio Film Festival” e Marco Bellocchio istituisce il premio “Il Gobbo d’Oro” con riferimento al simbolo di Bobbio, il medievale Ponte Gobbo, che andrà a premiare il film giudicato il migliore tra quelli proposti. Alla rassegna collabora il cinema locale che si trasferisce nel chiostro dell'abbazia di San Colombano dove si tiene tradizionalmente l'evento. Parallelamente continua il laboratorio Farecinema che diverrà una scuola di regia e recitazione, e la città di Bobbio e dintorni diventano anche un set cinematografico con la possibilità di partecipazioni di comparse anche prese dalla strada.

Concorso letterario nazionale "Ponte Gobbo - Citta di Bobbio"

Dal 2008 la locale casa editrice Pontegobbo e il quotidiano piacentino La Libertà indicano un concorso letterario aperto a giovani scrittori italiani e stranieri di narrativa e poesia. Il concorso dà modo a giovani talenti sconosciuti, partecipando, di emergere facendosi conoscere ed apprezzare da pubblico e critica. Ai più bravi saranno riconosciuti premi e per i primi classificati vi sarà la possibilità di pubblicazioni agevolate, mentre chi si affermerà come vincitore otterrà la pubblicazione gratuita e l'inserimento in tutti i contesti narrativi. Parallelamente in Piazza S.Fara sotto il porticato dell'Abbazia di San Colombano si tiene la Settimana letteraria con la manifestazione "Libri in Piazza" gestita dalla Pontegobbo e con la partecipazione della piccola editoria, con la possibilità di conoscere ed acquistare opere di narrativa locale storica turistica.

Concorso di pittura estemporanea "Memorial Dino Cella"

Il Lions Club Bobbio unitamente all'assessorato alla cultura del Comune di Bobbio organizzano ogni anno il Concorso di pittura estemporanea "Memorial Dino Cella", che si propone come finalità lo sviluppo delle Arti Figurative. La manifestazione, dedicata al pittore Dino Cella, vuole invitare i partecipanti a riprodurre su tela particolari suggestivi e caratteristici (abbazia, chiese, castello, ponte vecchio, monumenti, piazze, vie, contrade, panorami, fiume, ecc.) della città di Bobbio e dintorni. Il Concorso è aperto indistintamente ad artisti, professionisti e dilettanti di qualsiasi ordine e grado senza limiti d'età, con opere di qualsiasi tecnica e tendenza. Dalla mattina fino al tardo pomeriggio i pittori si esibiranno all'aperto dipingendo liberamente, a seguire l'esposizione al pubblico delle opere, la votazione della giuria e la premiazione dei vincitori.

Altre manifestazioni

Le manifestazioni cittadine sono organizzata nei cartelloni dell'Estate bobbiese e dei giovedi bobbiesi. Fra gli eventi più seguiti vi sono:

  • Le feste e le sfilate di Carnevale (febbraio-marzo)
  • La festa di san Giuseppe e di Primavera (falò serale) (19 marzo)
  • Il rally "Valli Piacentine" (aprile-maggio)
  • The Abbots Way - Ultra Trail (gara sulla Via degli Abati - Pontremoli-Bobbio) (aprile-maggio)
  • La fiera di San Giovanni (giugno)
  • Le serate gastronomiche-danzanti (da giugno a settembre)
  • L'Appennino Folk Festival (luglio)
  • La festa gastronomico-musicale irlandese Irlanda in musica (luglio)
  • La settimana letteraria (luglio)
  • Le mostre di pittura nel monastero (da luglio a settembre)
  • Il Palio delle Contrade (agosto)
  • La rassegna di musica classica "Bobbio Classica" (agosto)
  • La festa di Ferragosto con fuochi serali (15 agosto)
  • La mostra mercato dell'antiquariato (agosto)
  • La gara podistica nel centro storico "Trofeo dei Terzieri" (fine agosto)
  • La gara d'auto d'epoca "Bobbio-Passo Penice" (settembre)
  • La festa dell'uva e mostra del fungo e del tartufo (ottobre)
  • La festa medievale di san Colombano (novembre)
  • La sagra della lumaca e mercatino di Natale (dicembre)
  • La mostra-concorso "Presepi nelle Contrade" (dicembre-gennaio)

Geografia antropica

Frazioni

Il comune comprende diverse frazioni: Mezzano Scotti, Santa Maria, Vaccarezza, Cassolo e Pian Casale si trovano nella conca di Bobbio; San Salvatore e Telecchio nella valle del Carlone, verso sud; Cassolo e Bertuzzi verso nord e Arelli verso est. Le altre frazioni sono: Aregli, Areglia, Barberino, Brugnoni, Ca' del Monte, Carana, Ceci, Cernaglia, Cognolo, Costa Tamburlani, Degara, Dezza, Fornacioni, Freddezza, Gorazze, Lagobisione, Moglia, Mogliazze, Passo Penice, Pianelli, Poggio D'Areglia, San Cristoforo e San Martino.

Riconoscimenti ambientali e storico culturali

Bobbio ha il riconoscimento di Città d'Arte e Cultura.

Dal 2006 è stata insignita della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano, come centro alto-medioevale di interesse turistico, che si distingue per eccellenza ed accoglienza; il gruppo conta 163 comuni in Italia. Dal 2008 fa inoltre parte del club I borghi più belli d'Italia, che conta 196 borghi in tutto il territorio italiano.

La cittadina è inoltre inserita nell'Organizzazione Mondiale del Turismo.

Economia

L'agricoltura, un tempo principale mezzo di sostentamento per gli abitanti del territorio bobbiese, ha in parte perso questa sua caratteristica in conseguenza dei cambiamenti sociali avvenuti nel corso degli ultimi decenni. Rimane comunque un'attività di fondamentale importanza, anche per il mantenimento dell'equilibrio idrogeologico. Il principale fattore peggiorativo è stato lo spopolamento della campagna, a vantaggio sia delle città più vicine (Piacenza, Genova e area milanese) sia, in misura minore, del centro urbano di Bobbio. Tra le principali coltivazioni si annoverano quelle della vite, dei foraggi e dei cereali. È praticato anche l'allevamento di animali. Oggi, l'attività agricola costituisce spesso un secondo lavoro, magari diretto all'autoconsumo. Non mancano, comunque, segni di vitalità, che si manifestano in una maggiore attenzione alle prospettive offerte dall'agricoltura biologica e dalla valorizzazione, anche in connessione all'offerta turistica, dei prodotti tipici, grazie ad agriturismi e cooperative agricole. Collegata all'agricoltura è anche la produzione di insaccati.

Le produzioni industriali e artigianali si concentrano nei settori elettromeccanico, informatico, della piccola automazione, carpenteria metallica, piccola editoria, caseario, falegnameria di pregio e chimica (fabricazione del caglio).

Sono diverse le imprese operanti nel settore delle costruzioni. Sul monte Penice si trovano importanti installazioni per le telecomunicazioni, tra cui il centro di trasmissione RAI che serve gran parte della pianura Padana.

Il settore economico di gran lunga più importante è quello terziario, concentrato nel capoluogo. A Bobbio, infatti, hanno sede diversi servizi (scuole, ospedale, ambulatori dell'ASL, sportelli bancari, uffici pubblici, commercio al dettaglio), indispensabili vista la lontananza dal capoluogo di provincia, al servizio di un bacino d'utenza esteso al di là dei confini comunali e che finisce per ricomprendere gran parte della media e alta Val Trebbia.

S'inserisce nel terziario pure l'importante settore dell'accoglienza turistica, attivo tutto l'anno. La valenza artistica del centro storico e l'ambiente naturale attraggono molti turisti, soprattutto d'estate. Imprese locali hanno iniziato a fornire servizi dedicati ad alcune delle attività possibili sul territorio, sia di tipo culturale, come la visita ai musei e ai monumenti della città, che sportivo, come il trekking, il rafting, le passeggiate a cavallo. Sul monte Penice sono presenti impianti per gli sport invernali (sci da discesa a Passo Penice e fondo in località Ceci). La già buona offerta turistica potrebbe essere sfruttata maggiormente migliorando la ricettività alberghiera, in quanto gran parte del turismo è di tipo c.d. "mordi e fuggi", ossia composto da persone che al termine della giornata tornano a casa o si recano altrove, mentre il turismo residente ad oggi si avvale soprattutto di seconde case e appartamenti in locazione. Sarebbe poi necessario sfruttare nuovamente le sorgenti termali, settore nel quale la città vanta un'antica tradizione, ma il cui unico stabilimento è da anni chiuso per ristrutturazione ed ampliamento.

Recentemente la Multiservizi Enia ha ultimato la posa di un cavo in fibra ottica in grado di trasferire enormi quantità di dati, questo apre nuove ed interessanti possibilità di sviluppo segnatamente Call Center e Server Farm.

Acque termominerali di Bobbio

Le fonti di acque termominerali erano già conosciute dai Romani. Venivano utilizzate soprattutto per la produzione di sale e per uso terapeutico. San Colombano ottenne dal re Agilulfo il diritto alla metà dei proventi delle saline, allora di proprietà del condottiero longobardo Sundrarit.

  • Piancasale: acque salso-bromo-iodiche (sorgente Roccia delle Saline).
  • Canneto: acque sulfureo-salse.
  • San Martino: acque salso-iodico-solforose. Vi è presente uno stabilimento termale (attualmente in ristrutturazione).
  • Fonte Rio Foglino: superato il ponte gobbo svoltare a destra e a circa 300 metri al primo bivio si troverà una stradina che scende, superato il ruscello vi apparirà un vecchio muro di forma circolare dal quale fuoriesce l'acqua termale.
  • Fontana Ragazzi: acqua ferruginosa (nei pressi di San Martino).
  • Fonte della Cascata del Carlone: acque salso-bromo-iodiche-solforose ricche di magnesio.

Infrastrutture e trasporti

Lo stesso argomento in dettaglio: Strada Statale 45 di Val Trebbia.
File:Itinerari stradali per Bobbio.jpg
Itinerari stradali per Bobbio

Bobbio è posta lungo la strada statale 45 di Val Trebbia che collega Piacenza a Genova; è inoltre raggiunta dalla ex strada statale 461 del Passo del Penice che la connette a Voghera.

Le autolinee piacentine assicurano inoltre il servizio pubblico di trasporto lungo la Val Trebbia dal capoluogo di provincia a Ottone. Da Bobbio inoltre partono altri collegamenti locali: Bobbio-Coli, Bobbio-Marsaglia-S.Stefano d'Aveto-Rezzoaglio.

Amministrazione

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Amministrazioni precedenti

Gemellaggi

Note

  1. ^ Dato Istat al 31/7/2010.
  2. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  3. ^ Sito internet del settimanale La Trebbia.
  4. ^ Sito internet del coro Gerberto.

Bibliografia

  • P. Coletto G.L. Olmi Bobbio ritratto di una città - Edizioni La Trebbia, Bobbio 2002
  • Michele Tosi Bobbio Guida storica artistica e ambientale della città e dintorni - Archivi Storici Bobiensi 1978
  • Bruna Boccaccia Bobbio Città d'Europa - Ed. Pontegobbo 2000 ISBN 88-86754-33-7
  • D.Bertacchi Monografia di Bobbio (La provincia di Bobbio nel 1858), Ristampa Bobbio 1991
  • Vittorio Pasquali La Provincia di Bobbio Post napoleonica - Descrizione del territorio e dell'economia nell'anno 1814 - (Archivi di Stato di Torino: "Quadro del circondario di Bobbio", mazzo 44) - Ed. Amici di San Colombano 2004
  • G. Pasquali Cento anni di storia bobbiese 1903-2003, da La Trebbia - Ed. La Trebbia ed Amici di San Colombano 2003
  • R. Zanussi San Colombano d'Irlanda Abate d'Europa - Ed. Pontegobbo 2007
  • Mario G.Genesi,"Le 13 Laudes dei Monaci di Santa Giustina di Bobbio"; in "Archivio Storico Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi"[Estratto].Nell'estate del 2001 il soprano mantovano Emanuela Moreschi ha eseguito nel corso di un memorabile concerto,la versione integrale della "Laudes Bobienses" accompagnata all'organo dal m°Mario Genesi.

Voci correlate

Altri progetti

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1999 2009 Roberto Pasquali Lista civica di Centro-destra "Bobbio 2000 - Città d'Europa" Sindaco