Natrix maura

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Natrice viperina
Natrice viperina
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Superfamiglia Colubroidea
Famiglia Natricidae
Genere Natrix
Specie N. maura
Nomenclatura binomiale
Natrix maura
(Linnaeus, 1758)

La Natrix maura è un serpente della famiglia Natricidae detto anche natrice o biscia viperina, per la sua somiglianza alla vipera, benché non sia velenoso.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante gli esemplari adulti non arrivino quasi mai a superare il metro di lunghezza, il corpo è massiccio e, nella zona dorsale, è ricoperto da 21 file di squame molto carenate, disposte a formare un disegno cromatico complesso che varia per ogni individuo e nella cui regione frontale si mescolano i colori verde, grigio, giallo e nero. I fianchi sono più chiari, di colore giallastro, ma presentano diverse macchie scure che si estendono dal collo fino alla coda dell'animale. La regione ventrale è coperta da un'unica serie di squame ampie, che possono essere biancastre, gialle, marroni o rossicce e che generalmente presentano macchie di color marrone distribuite in modo irregolare. A partire dalla regione cloacale, la parte inferiore della coda è ricoperta da due file di squame embricate.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

La natrice viperina è un animale che sviluppa la sua attività generalmente nelle ore diurne, durante le quali sono attive anche le sue prede abituali, tra cui figurano una grande quantità di anfibi e alcuni pesci. La tecnica di caccia adottata varia a seconda della preda. Per catturare gli anfibi adulti, il serpente si nasconde sott'acqua, mimetizzato tra la vegetazione o i ciottoli del fondo, e rimane immobile finché la vittima non gli passa alla giusta distanza. A quel punto, con un movimento rapido, allunga la parte anteriore del corpo e la cattura con la bocca. I numerosi denti sottili presenti sulle mandibole sono inclinati verso l'interno, in modo da impedire la fuga alla preda. Se invece decide di cibarsi di girini, li cerca alacremente sul fondo di pozzanghere e zone d'acqua bassa.

Una volta catturata, la preda deve essere orientata in modo tale da poter essere inghiottita e cioè di testa; se così non fosse, il compito sarebbe pressoché impossibile, visto che, non trattandosi di un serpente velenoso, la vittima viene inghiottita viva. Alcune di queste prede possono scappare, se la natrice viperina non è capace di collocarle nella posizione adeguata per ingerirle.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

L'accoppiamento avviene in primavera. In giugno, generalmente, le femmine fecondate si ritirano in cerca di un luogo in cui deporre le uova, il cui numero varia da 4 a 20 a seconda delle dimensioni e dello stato fisiologico della femmina. I piccoli nascono in agosto e misurano circa 20 cm. In Italia è una specie protetta e comunque non è minimamente pericolosa per l'uomo.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Area di distribuzione

La natrice viperina è un colubre mediterraneo diffuso in Spagna, Portogallo, nelle zone costiere mediterranee della Francia, in Marocco, in Tunisia ed introdotta e naturalizzata in Corsica [2] e nelle Isole Baleari. In Italia[3] la specie è presente in tutta la Sardegna, nel Piemonte meridionale, nell'Oltrepò Pavese, nel Piacentino[4] e in Liguria dove è comune dal confine con la Francia fino a Sestri Levante[5], tuttavia esistono alcune segnalazioni sporadiche anche nel Parco del Ticino[6]. Vi sono segnalazioni di singoli esemplari anche più ad est e a sud dei suddetti territori, fino in Umbria (lago di Corbara)[senza fonte].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Natrix maura, in The Reptile Database. URL consultato il 19 luglio 2014.
  2. ^ Michel Delaguerre & Marc Cheylan (1992). Atlas de répartition des Batraciens et reptiles de Corse. Parc Naturel Régional de la Corse, E. P.H. E., Ajaccio.
  3. ^ Roberto Sindaco, Giuliano Doria, Edoardo Razzetti & Franco Bernini (Eds.), (2005). Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia / Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze, 791 pp.
  4. ^ Andrea Ambrogio, La fauna del Piacentino, Edizioni Tip.Le.Co, Piacenza, 2013, pag. 323
  5. ^ Sebastiano Salvidio & Giuliano Doria . (1990). Nuovo limite orientale di Natrix maura (L.) (Reptilia, Colubridae) in Liguria. Boll. Gruppo R.A.N.A. 3:77-78.
  6. ^ Franco Bernini, Laura Bonini, Vincenzo Ferri, Augusto Gentilli, Edoardo Razzetti & Stefano Scali, (2004). Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia, "Monografie di Pianura" n. 5, Provincia di Cremona, Cremona

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