Benedetto Bacchini

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Benedetto Bacchini

Benedetto Bacchini, al secolo Bernardino Bacchini (Borgo San Donnino, 31 agosto 1651Bologna, 1º settembre 1721), è stato un religioso, storico e critico letterario italiano; archivista e bibliotecario, oltre che storico, coltivò molti campi del sapere erudito del suo tempo. Fu strenuo difensore dell'unità delle scienze e delle arti. Monaco benedettino, fu a lungo abate a San Giovanni a Parma e San Pietro a Modena.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dapprima studente a Parma, poi membro dell'ordine benedettino, mutando in Benedetto il suo nome di nascita Bernardino, e sacerdote, fu influenzato dal contatto con studiosi di orientamento Maurino, in particolare da Jean Mabillon e Bernard de Montfaucon.

Acquisì una formidabile erudizione, che diffuse a mezzo del periodico Giornale de' Letterati, uscito dapprima a Parma dal 1686 al 1689, poi a Modena dal 1692 al 1697. Unico estensore del periodico[1], Bacchini pubblicava recensioni di studi ecclesiastici, letterari, scientifici e giuridici. Nel periodico confluivano gli orientamenti delle filosofie baconiana e leibniziana, l'orientamento maurino all'analisi storica e i diversi apporti della Royal Society inglese. Bacchini sintetizza il consolidamento in ambito religioso dell'interesse scientifico e addirittura di istanze razionalistiche, in particolare applicando il metodo galileiano alla ricerca storica. In questo Ludovico Antonio Muratori gli fu debitore, avendo appreso da Bacchini la regola della sistematica e costante ricerca delle fonti.

Nel 1690 Bacchini, politicamente sconfitto, si allontanava da Parma. Dopo brevi soggiorni a Bologna ed a Mantova, venne chiamato a Modena Assunta la carica d'archivista e bibliotecario del duca Rinaldo d'Este, che lo nominò Bibliotecario ducale, su sollecitazione del geografo ducale, Jacopo Cantelli, e dello scienziato Bernardino Ramazzini. Giunto nella città estense il 21 novembre 1691, fu accolto nel monastero di San Pietro[2]. Negli anni seguenti Bacchini compì ricerche storiche d'archivio pubblicando l'Istoria del monastero di San Benedetto di Polirone nello Stato di Mantova (Modena, 1696) e l'editio princeps del Liber Pontificalis di Agnello Ravennate, ritrovato fra i manoscritti della biblioteca ducale. Nel 1692 appariva l'edizione modenese del Giornale de' letterati a continuazione dell'esperienza parmigiana. Bacchini scelse di apparire come direttore, mentre a Parma non aveva firmato il Giornale.

Dal 1696 al 1700, infatti, Bacchini fu incaricato della cura della libreria privata del duca Rinaldo; fu il primo a distinguere i manoscritti dai libri a stampa, redasse due distinti cataloghi, si dedicò a nuove acquisizioni e alla manutenzione delle collezioni, infine avviò il primo registro di prestito dove annotare i nomi di lettori e lettrici nonché le date di consegna e restituzione dei preziosi volumi ducali concessi prestito fuori dalle sale della biblioteca[3]. Nel 1711 si trasferì a Reggio, per contrasti con il duca estense[4].

Se con la sua monumentale opera di ricostruzione dei fatti italiani Lodovico Antonio Muratori è considerato il padre della storiografia italiana, egli è debitore nel suo titolo al maestro Bacchini che, "balia di ingegni" (così il primo ebbe a considerarlo), avendo "considerato che tutta l'essenza dell'Istoria è la Verità", si dedicò al lavoro storico finalizzato alla ricostruzione oggettiva dei fatti, procurandosi chiaramente inimicizie soprattutto nel campo politico. Oltre al Muratori, ebbe come allievi Camillo Affarosi e il cardinale Fortunato Tamburini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Piccioni, Il giornalismo letterario in Italia: saggio storico-critico, Torino 1894, pagg. 37 e segg.
  2. ^ Giancarlo Roversi (a cura di), Storia del giornalismo in Emilia-Romagna e a Pesaro, Grafis Edizioni, Casalecchio di Reno (BO), 1992, pag. 269.
  3. ^ Sonia Cavicchioli, Paolo Tinti (a cura di), Benedetto Bacchini nell’Europa fra Sei e Settecento: libri, arti e scienze, Modena, F.C. Panini, 2020.
  4. ^ Laura Facchin, Francesco III d'Este . "Serenissimo Signore" tra Modena, Milano e Varese, Varese, Pietro Macchione Editore, 2017, p. 48.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN24656352 · ISNI (EN0000 0000 6123 4071 · SBN MILV086593 · BAV 495/7561 · CERL cnp00351800 · LCCN (ENn2004023209 · GND (DE104119691 · BNF (FRcb12240781c (data) · J9U (ENHE987007429883505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2004023209