Battaglia di Thymbra

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Battaglia di Thymbra
Datafine dell'anno 547 a.C. - inizio dell'anno 546 a.C.
LuogoPianura di Thymbra
EsitoVittoria persiana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
20-50.000 uomini100-105.000 uomini
Perdite
LieviPesanti
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La battaglia di Thymbra fu la battaglia decisiva nella guerra tra i Lidi, condotti da Creso, e l'impero persiano di Ciro il Grande, il quale, dopo l'inconcludente battaglia di Pteria del 547 a.C., aveva inseguito l'esercito di Creso fino in Lidia.

Spiegamenti[modifica | modifica wikitesto]

Ciro il Grande schierò le sue truppe in una formazione quadrata, con la cavalleria sui fianchi e i carri in retroguardia, mentre i Lidi si misero in battaglia nella loro maniera classica, disposti su più file, in maniera da sfruttare la loro superiorità numerica, avvolgendo il nemico.

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

La battaglia si svolse nella pianura di Thymbra, a ridosso della città di Sardi, tra i resti dell'esercito in parte sciolto di Creso e i persiani di Ciro che, seppur in inferiorità numerica, ne uscì vincitore.

In netta inferiorità numerica l'esercito persiano riuscì ad avere la meglio riuscendo a sfruttare una serie di accorgimenti tattici, tra i quali le prime truppe cammellate, in grado di scompaginare la cavalleria dei lidi. I cavalieri lidi, una volta costretti a smontare dai propri animali, subirono il tiro degli arcieri persiani, ed una volta messi in rotta, furono caricati a fondo dalla cavalleria persiana.

Creso ordinò la ritirata, e quello che rimase del suo esercito entro nella città di Sardi. Dopo 14 giorni di assedio la cittadella di Sardi aprì le porte e la Lidia fu conquistata definitivamente dai persiani.

Forze in campo[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Senofonte i persiani schieravano 196.000 uomini, 1.300 cammelli e 700 carri, anche se una stima moderna[1] riporta un numero inferiore, pari a circa 50.000 uomini. Per i Lidi, Senonfonte, parla di 420.000 soldati e 300 carri, mentre gli studiosi moderni suggeriscono una stima di circa 105.000 soldati.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Davis.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Enciclopedia militare, Milano, Il Popolo d'Italia, 1929.
  • Paul K. Davis, Le cento battaglie che hanno cambiato la storia, Roma, 2003.

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