Battaglia di Marj al-Suffar (1303)

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Battaglia di Marj al-Suffar
parte delle invasioni mongole della Siria
La battaglia di Marj al-Saffar nel contesto delle offensive mongole nel Levante arabo, 1299-1300
Data20-22 aprile 1303
LuogoGhabaghib, Siria
Esitodecisiva vittoria dei mamelucchi
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
40000 uomini80000 uomini
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La battaglia di Marj al-Suffar, anche nota come battaglia di Shaqhab, ebbe luogo il 18 o il 20 aprile 1303 tra i Mamelucchi e i Mongoli e i loro alleati Armeni nelle vicinanze di Kiswe (Siria), appena a sud di Damasco. La battaglia si concluse con una catastrofica disfatta dei Mongoli, mettendo fine al tentativo di Ghazan Khan d'invadere la Siria mamelucca.

Precedenti conflitti tra Mongoli e musulmani[modifica | modifica wikitesto]

Una serie di vittorie mongole, a partire dal 1218 quando essi invasero il Khwārezm, dette rapidamente ai Mongoli il controllo sulla Persia e sul Sultanato di Rum in Asia Minore. Il loro esercito si rafforzò grazie alle truppe di regioni sottomesse, quali il Regno armeno di Cilicia e il Regno di Georgia, consentirono nel 1258 ai Mongoli di espugnare e saccheggiare Baghdad (si veda Presa di Baghdad), e nel 1260 a ciò seguì la conquista di Aleppo e di Damasco. Più tardi, in quello stesso anno, i Mongoli patirono però la loro prima rovinosa sconfitta nella battaglia di ʿAyn Jālūt a opera dei Mamelucchi d'Egitto, che obbligò i Mongoli ad abbandonare Damasco e Aleppo e ad attraversare l'Eufrate.

Eventi prima della battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1303 Ghazan Khan mandò il suo generale Qutlugh-Shāh alla guida di un esercito per riconquistare la Siria. Gli abitanti assieme ai governatori di Aleppo e Hama si rifugiarono a Damasco per sfuggire ai mongoli. Proprio in quel momento Baybars II si trovava a Damasco e inviò un messaggio al sultano d'Egitto al-Nasir Muhammad, chiedendogli di venire a combattere i Mongoli. Il sultano arrivò in Siria mentre i questi stavano attaccando Hama. I Mongoli raggiunsero la periferia di Damasco il 19 aprile, scontrandosi con l'esercito del sultano.

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

La battaglia iniziò il 20 aprile 1303. L'esercito di Qutlugh-Shāh si collocò nei pressi di un fiume. La battaglia iniziò quando l'ala sinistra di Qatlugh-Shāh attaccò l'ala destra dell'esercito mamelucco. Gli Egiziani subirono pesanti perdite ma le truppe che presidiavano il centro dello schieramento mamelucco, sotto il comando degli emiri Salar e Baybars al-Jashankir, avanzarono e attaccarono i Mongoli. Questi tuttavia continuarono a premere sul fianco destro dell'esercito egiziano e molti musulmani pensarono che la battaglia fosse perduta. Il fianco sinistro mamelucco, tuttavia, resistette.
Qutlugh-Shāh raggiunse la cima di una collina nelle vicinanze, sperando di assistere alla vittoria delle sue armate, ma proprio mentre stava dando ordini al suo esercito, gli egiziani circondarono la collina. Ciò comportò pesanti perdite per i Mongoli.
La mattina successiva i Mamelucchi lasciarono fuggire i Mongoli verso il Wadi Arram, dove ricevettero dei rinforzi. Tuttavia, quando i Mongoli raggiunsero il fiume e iniziarono a bere, il sultano li attaccò e la battaglia durò fino a mezzogiorno. Il giorno successivo, lo scontro era finito.

Conclusione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo storico medievale egiziano al-Maqrizi, quando Qutlugh-Shāh raggiunse Ghazan Khan a Kushuf dopo la battaglia per informarlo della sconfitta mongola, il Khan si infuriò a tal punto che gli sanguinò il naso.

Subito dopo la vittoria, il sultano si recò a Damasco, mentre l'esercito mamelucco inseguiva i Mongoli fino a Qaryatayn. Quando il sultano tornò al Cairo entrò dalla Bāb al-Naṣr ("Porta della Vittoria") con i prigionieri mongoli in catene. Cantanti e danzatori vennero chiamati da tutto l'Egitto per celebrare l'importante vittoria e i festeggiamenti durarono numerosi giorni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kurkjian, p. 206

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • The Cambridge History of Iran: Volume 5 "The Saljuq and Mongol Periods", ed. Boyle, J. A..
  • Kurkjian, Vahan M., A History of Armenia, Indo-European Publishing, 2008, ISBN 978-1-60444-012-6.
Coordinate: 33°21′39.02″N 36°14′53.44″E / 33.36084°N 36.248177°E33.36084; 36.248177
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