Battaglia di Kesab

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Battaglia di Kesab
parte della guerra civile siriana
Spiaggia nei pressi di Kesab
Data21 marzo - 18 maggio 2014
LuogoKesab, governatorato di Latakia
EsitoParziale vittoria ribelle
  • Conquista dei ribelli del valico di Kesab[1]
  • Momentanea conquista dei ribelli dello sbocco al mare[2]
  • L'esercito siriano riconquista alcune alture e blocca l'avanzata ribelle[3]
  • L'esercito siriano riconquista Al Samra[4]
  • I ribelli si ritirano volontariamente da Kesab[5].
Schieramenti
Comandanti
Tareq Qaraha †[13]

Abu Ahmad al-Maghrebi †[14]
Muslim al-Shishani[8]
Abu al Hassan[8]
Abu Musa al-Shishani[15]

Anas Abu Malik[16]
Hilal al-Assad †[17]

Suheil al-Hassan[18]
Ali Abd Allah Ayyub

Mihraç Ural
Effettivi
circa 4.000 miliziani[19]sconosciuti
Perdite
almeno 503 morti fonte SOHRalmeno 480 morti fonte SOHR
1 aereo abbattuto
11 civili uccisi
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La battaglia di Kesab, denominata anche operazione Al-Anfal[20], è stata una battaglia occorsa durante la guerra civile siriana, iniziata il 21 marzo 2014[21].

L'offensiva, guidata dalle milizie islamiste Fronte al-Nusra e Fronte Islamico[21] ha avuto come obiettivi la conquista dell'ultimo valico di frontiera tra Siria e Turchia rimasto sotto il controllo governativo e la riduzione della pressione dell'esercito siriano nelle zone dove i ribelli si trovano più in difficoltà, come nel Qalamoun, costringendolo a spostare parte delle truppe[11].

L'operazione si è svolta nel nord del governatorato di Latakia, in un'area della Siria rimasta estranea alle fasi più violente della guerra civile e fortemente filogovernativa in quanto abitata da popolazione di religione alawita o cristiana armena[22]. In questa zona sorge anche il villaggio da cui proviene la famiglia di Bashar al-Assad[23].

La battaglia ha provocato un innalzamento della tensione tra Siria e Turchia a seguito dell'abbattimento di un caccia siriano da parte dell'aviazione turca e delle accuse rivolte al governo turco di dare riparo ai miliziani ribelli. Anche a seguito di questo evento, si verifica un inasprimento dell'odio settario tra la comunità alawita e la minoranza turkmena[9].

Nel corso della battaglia sono morti il locale comandante della Forza Nazionale di Difesa Hilal al-Assad[17], cugino del presidente, e il locale emiro del Fronte al-Nusra, Tareq Qaraha[13].

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Il governatorato di Latakia era stato teatro di manifestazioni antigovernative nel periodo dell'insurrezione civile del 2011. Queste manifestazioni, concentrate a Latakia città, avevano subito una violenta repressione da parte della polizia[24]. Tuttavia, con lo scoppio della guerra civile su larga scala e, soprattutto, con la degenerazione del conflitto sul piano settario, l'intero governatorato si è saldamente schierato a favore del governo anche a causa della sua composizione religiosa: la quasi totalità degli abitanti è infatti alawita con alcune minoranze cristiane, soprattutto legate alla chiesa armena.

In particolare Kessab è una cittadina abitata quasi completamente da armeni (70% circa), e considerata "un simbolo della storia, del linguaggio e della continuità della cultura armena"[25].

I ribelli siriani avevano precedentemente già attaccato il governatorato tra il 4 e il 19 agosto 2013. L'offensiva venne guidata dalle milizie jihadiste e ribattezzata "Operazione per la liberazione della costa"[26]. Inizialmente i ribelli riescono a penetrare in diversi villaggi, ma l'aperta ostilità della popolazione locale e la rapida avanzata dell'esercito siriano riescono a bloccare l'attacco[27]. Il fanatismo religioso dei ribelli jihadisti, tra cui molti non siriani[28], provoca nei territori conquistati uno dei più gravi episodi di odio settario avvenuti durante la guerra civile, in cui vengono uccise dozzine di civili alawiti[29].

L'offensiva ribelle[modifica | modifica wikitesto]

L'offensiva dei ribelli scatta il 21 marzo 2014, quando, muovendosi dalle zone montuose controllate a est del governatorato, i miliziani del Fronte al-Nusra e del Fronte Islamico attaccano le aree intorno al valico di frontiera con la Turchia di Kasab[21]. Riescono a conquistare la caserma della polizia e la collina Al-Sakhra da cui colpiscono con colpi di mortaio Kasab e il villaggio di Karsana, causando 5 morti. La risposta governativa è lenta e condotta principalmente dalla Forza Nazionale di Difesa che tuttavia riesce a evitare la cattura del valico di frontiera e ad uccidere il comandante dell'operazione del Fronte al-Nusra[30].

Il 22 marzo i ribelli riescono a conquistare il valico di confine, mentre vengono respinti nell'assalto alla cittadina contigua[31]. La Forza Nazionale di Difesa viene raggiunta dalle truppe dell'esercito regolare nel tentativo di arginare l'avanzata ribelle ma non riesce ad evitare la perdita di un'altra collina, detta dell'Osservatorio 45[32]. Vengono smobilitate truppe anche dalle zone di combattimento di Idlib[33]. La battaglia si allarga ad altri 3 villaggi, mentre interviene anche l'aviazione siriana che bombarda le postazioni ribelli[34].

Il 23 marzo un cacciabombardiere turco abbatte un jet siriano che, in un'operazione di bombardamento contro i ribelli, aveva sconfinato nello spazio aereo turco. L'episodio provoca una forte crisi tra i due paesi e la Siria accusa la Turchia di proteggere le postazioni ribelli oltre confine[35]. Sul terreno l'esercito siriano, grazie ai rinforzi provenienti dalle aree costiere riesce a riconquistare una collina e la cittadina di Al-Samra[36]. Negli scontri viene ucciso il comandante della Forza Nazionale di Difesa per il governatorato di Latakia, Hilal al-Assad che è cugino del presidente siriano[37].

Il 24 marzo i ribelli riescono a conquistare il villaggio di Kasab, dopo essere entrati nella piazza principale[1]. Vi sono testimonianze della devastazione di alcune chiese cristiane armene da parte dei miliziani islamisti[38].

Il 25 marzo le truppe siriane e l'aviazione attaccano la cittadina di Kesab, cercando di riconquistarla, senza però ottenere variazioni significative dello status quo[39]. Contemporaneamente i ribelli riescono ad avanzare lungo il confine con la Turchia verso il villaggio di al-Samra, che sorge sulla costa[40]. I miliziani conquistano la cittadina velocemente e ottengono una vittoria di forte impatto morale: è infatti la prima volta dallo scoppio della guerra civile siriana che i ribelli riescono a raggiungere il mare. Alcuni miliziani di Ansar al-Sham (Fronte Islamico) si fanno fotografare sulla spiaggia di al-Samra[2].

Il 26 marzo i ribelli aprono una nuova linea d'attacco, avanzando sulla strada verso Lattakia. Vi sono scontri nella periferia nord di Qastal Maaf[41]. Vista la portata dell'attacco ribelle e l'importanza simbolica dell'area contesa, il governo mobilita migliaia di uomini dell'esercito e dell'NDF. Si riscontra una forte adesione volontaria all'NDF da parte di cittadini principalmente di religione alawita[42]. Vengono condotte numerose operazioni di bombardamento con artiglieria e aviazione sulle cittadine occupate dai ribelli: Kesab e Al-Samra.

Il 27 marzo continua la controffensiva governativa con l'ausilio di elicotteri soprattutto contro la collina strategica dell'Osservatorio 45[43]. Nel contempo anche i ribelli riescono a far affluire sul fronte rinforzi soprattutto del Fronte al-Nusra e di altre sigle jihadiste minori. Continua il combattimento per il controllo di Kesab, Al-Nab' e Al-Samra[44][45].

Per tutta la fine di marzo si susseguono feroci combattimenti che hanno come principale obiettivo il controllo della strategica collina dell'Osservatorio 45. La postazione cambia mano diverse volte[46]. Le altre cittadine intorno al valico di Kesab, sebbene sotto un costante bombardamento aereo, rimangono sotto controllo ribelle. Il 1º aprile 2014 la linea del fronte viene visitata dal capo della Coalizione Nazionale Siriana, Ahmad Jarba[47].

Grazie ai numerosi rinforzi inviati nell'area dal governo siriano, l'offensiva ribelle perde intensità e si arriva ad una fase di stallo. Il 15 aprile 2014 il comandante dell'Esercito Siriano Libero per il fronte di Latakia dichiara che l'avanzata ribelle è arrivata ad un punto di stagnazione a causa delle ingenti perdite e della mancanza di munizioni[16].

La controffensiva governativa[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 aprile 2014, l'esercito siriano, a seguito del consolidamento delle posizioni sulle alture a sud di Kesab, lancia la controffensiva contro i ribelli. L'attacco si materializza sulla spiaggia di al-Samra, dove i corpi speciali dell'esercito, in collaborazione con la marina, eseguono un assalto anfibio e sorprendono le posizioni ribelli. Entro la fine della giornata l'esercito riesce a riconquistare la fascia costiera e la cittadina di al-Samra, proseguendo lungo la vallata verso est[4].

Tuttavia l'esercito non riesce a superare le colline che circondano Kessab, pur riuscendo a respingere gli attacchi ribelli, e l'offensiva si considera conclusa il 18 maggio 2014[48].

La ritirata ribelle[modifica | modifica wikitesto]

Per circa un mese l'esercito siriano, supportato dall'aviazione, cinge d'assedio Kesab. Il 15 giugno 2014 improvvisamente le principali formazioni ribelli, tra cui il Fronte al-Nusra, abbandonano la città spostandosi verso il governatorato di Idlib. La città viene quindi riconquistata dal governo siriano.

La ritirata ribelle avviene inaspettatamente ed è causata prevalentemente dall'incapacità di gestire un territorio fortemente filogovernativo e dall'inasprirsi nell'est della Siria degli scontri con lo Stato Islamico dell'Iraq e Levante, che, rifornito delle armi americane catturate in Iraq, attacca le postazioni ribelli nell'area di Deir el-Zor[5]

Reazioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

  • Bandiera dell'Armenia Armenia - Il presidente Serzh Sargsyan ha espresso profonda preoccupazione per gli eventi in corso a Kessab, ricordando come gli abitanti della città abbiano vissuto in passato la tragedia dell'esilio e della deportazione nell'aprile 1909 e nel 1915 (in occasione del genocidio armeno). Il presidente ha fatto un collegamento con la situazione attuale, definendo la conquista ribelle della città una "terza deportazione" (almeno 2.000 persone sono state costrette ad abbandonare Kessab e recarsi a Lattakia)[25] e ha ringraziato il governo siriano per il tentativo di protezione della minoranza etnica[49].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Ryan Lucas, Syrian rebels capture town near Turkish border, in The Daily Star, 24 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2020).
  2. ^ a b (EN) Dominic Evans, Islamist rebels seize first coastal village in north Syria, in Reuters, 25 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2015).
  3. ^ (EN) Albert Aji e Diaa Hadid, Syrian Forces Try Seize Rebel-Held Areas of Homs, in ABC News, 14 aprile 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2014).
  4. ^ a b (EN) Site of Al-Samra Police Station in Lattakia under Army’s Control, in Fars News, 27 aprile 2014. URL consultato il 28 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2014).
  5. ^ a b (EN) Ziad Haydar, Syrian army regains Kassab, in Al Monitor, 16 giugno 2014. URL consultato il 21 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
  6. ^ (EN) With al Qaida’s Nusra Front leading, Islamists seize control of Syria-Turkey border crossing, in Miami Herald, 24 marzo 2014. URL consultato il 25 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  7. ^ a b (EN) Kessab Targeted by Al-Qaeda Front Groups in Cross-Border Attack from Turkey, in The Armenian Weekly, 25 marzo 2014.
  8. ^ a b c d (EN) Bill Roggio, Chechen al Qaeda commander, popular Saudi cleric, and Ahrar al Sham emir spotted on front lines in Latakia, in The Long War Journal, 27 marzo 2014.
  9. ^ a b (EN) Marlin Dick, Fear and loathing descending on Latakia, in The Daily Star, 31 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2019).
  10. ^ Turchia-Siria, abbattuto caccia di Damasco, scambio d’accuse, in Euronews, 23 marzo 2014. URL consultato il 28 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2014).
  11. ^ a b (EN) Syrian rebels battle deeper into Latakia, in The Daily Star, 27 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2018).
  12. ^ (EN) Syrian Armed Opposition Coastal Offensive (PDF), in The Carter Center, 1º aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2014).
  13. ^ a b (EN) Both emir and public relations officer of al Nusra Front killed in Lattakia countryside, in Breaking News, 22 marzo 2014. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2014).
  14. ^ (FR) Cedric Labrousse, Abu Ahmad al-Maghrebi (Ibrahim Bencheqroun), un vétéran du Jihad mort en Syrie, in The Arab Chronicle, 3 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2014).
  15. ^ (EN) Tam Hussein, The Ansar al-Sham Battalions, in Carnegie, 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2014).
  16. ^ a b (AR) Leader of the Free Syrian Army: Battle of the "coast" entered a phase of stagnation, in SOHR, 14 aprile 2014.
  17. ^ a b (EN) Assad cousin killed in Syria's Latakia, in Al Jazeera, 24 marzo 2014.
  18. ^ (EN) Isabel Nassief e Charlie Caris, Rebels Reopen the Latakia Front, in ISW, 9 aprile 2014.
  19. ^ (EN) Syrian rebels allowed to attack Latakia from Turkish soil under Turkish air cover. Iran raises Cain in Ankara, in Debka, 29 marzo 2014.
  20. ^ (EN) War kills Assad cousin, Turkey tensions rise, in The Daily Star, 24 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2018).
  21. ^ a b c (EN) Islamist rebels fight to take Syria crossing with Turkey, in The Daily Star, 21 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018).
  22. ^ (EN) Armenian-populated town Kesab in Syria attacked, in Aysor, 21 marzo 2014.
  23. ^ (EN) Clashes erupt in Syria's Assad home province, in Al Jazeera, 22 marzo 2014.
  24. ^ Siria: a Latakia 25 civili uccisi, in ANSA, 31 marzo 2011.
  25. ^ a b (EN) Albert Aji, Syrian-Armenian town's fate murky after rebel grab, in The Daily Star, 28 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2020).
  26. ^ (EN) Isabel Nassief, Regime Regains Ground on the Coast, in ISW, 22 agosto 2013.
  27. ^ (EN) Dominic Evans, Assad's forces push back rebels in Syria's Alawite mountains, in ISW, 19 agosto 2013. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  28. ^ (EN) Karen Leigh, Decoder: The Battle for Latakia Begins, in Syria Deeply, 5 agosto 2013. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
  29. ^ (EN) Jonathan Steele, Syria: massacre reports emerge from Assad's Alawite heartland, in The Guardian, 2 ottobre 2013.
  30. ^ (EN) 24 killed as rebels fight to take Syria border post, in Maan News, 22 marzo 2014. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
  31. ^ (EN) Dominic Evans, Rebels battle for Syria border post near Mediterranean, in Reuters, 22 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  32. ^ (EN) Syrian troops and rebels clash near Turkish border, in The Journal, 22 marzo 2014.
  33. ^ (EN) Syria rebels launch northern offensive after heavy losses, in The Daily Star, 25 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2020).
  34. ^ (EN) Third day of fighting at Syria-Turkey border crossing, in The Daily Star, 23 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2018).
  35. ^ Turchia abbatte aereo siriano: "Aveva sconfinato", in La Repubblica, 23 marzo 2014.
  36. ^ (EN) Daren Butler, Turkey shoots down Syrian plane it says violated air space, in Reuters, 23 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  37. ^ Maurizio Molinari, Siria, ucciso il cugino di Bashar al Assad, in La Stampa, 24 marzo 2014.
  38. ^ (EN) Reports cite 80 dead in Kessab; Churches desecrated, in Public Radio of Armenia, 24 marzo 2014.
  39. ^ (EN) Syrian army ousts militants from border town of Kesab, in Aysor, 25 marzo 2014.
  40. ^ (EN) Syria rebels take coastal village in Assad heartland, in NOW Lebanon, 25 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2014).
  41. ^ (EN) Syrian Rebels and Army Clash Over Coastal Town, in ABC News, 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2014).
  42. ^ (EN) Syria forces in heavy counterattack on rebels in Latakia, in The Daily Star, 26 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2019).
  43. ^ (EN) Activists: Syrian warplanes bomb rebels in Latakia, in Stl Today, 27 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2014).
  44. ^ (EN) Hot battles continue in surrounding of Samra village, in ArmenPress, 27 marzo 2014.
  45. ^ (EN) Regime fights back against rebel gains in Latakia, in The Daily Star, 27 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2019).
  46. ^ (EN) Syria army retakes key post in regime bastion Latakia: TV, in The Daily Star, 31 marzo 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2021).
  47. ^ (EN) Coalition’s Jarba pays rare visit to Latakia, in The Daily Star, 2 aprile 2014. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2018).
  48. ^ (EN) Street by street, Assad extends grip in central Syria, in Reuters, 18 maggio 2014. URL consultato il 20 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  49. ^ (EN) Serzh Sargsyan makes press statement on Kessab in The Hague, in Panorama am, 28 marzo 2014.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]